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Importazione dei vini stranieri in aumento, Coldiretti: "Rischio concorrenza sleale"

Il Lambrusco deve competere con un aumento esponenziale dei vini stranieri importati in Provincia. Rispetto al 2008 il vino straniero è aumentato del 46% per lo più dalla penisola iberica e dagli Usa, con il rischio di concorrenza sleale

Modena è davanti all'invasione dei vini. Coldiretti Modena spiega che il vino stranieri in arrivo in Provincia è pari al +46% rischiando di infangare anche il nome di una delle eccellenze modenesi, il lambrusco, che da solo copre tra il 60 e il 70% del valore totale delle esportazioni di vini regionali. I dati arrivano dopo l'analisi dei dati Istat presentata al Vinitaly dalla Coldiretti, con un record storico di importazioni di 278 milioni di chili, sui 228 milioni del 2008. Si tratta per lo più di di vini della penisola iberica (154 milioni di chili) e degli Usa (47 milioni di chili di vino).
 
"Occorre fare chiarezza sulle destinazioni finali di queste produzioni a chilometro illimitato - sottolinea la Coldiretti - per evitare il rischio di frodi ed inganni a danno del Made in Italy come testimonia l’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura promosso dalla Coldiretti con l’ex procuratore Giancarlo Caselli alla guida del comitato scientifico che ha piu’ volte puntato il dito sul pericolo di inganni che si nasconde dietro la mancanza di trasparenza nell’importazione massiccia di materie prime agricole. Il timore è che un quantitativo elevato venga probabilmente imbottigliato in Italia e senza una adeguata tracciabilità finisca per fare concorrenza sleale ai produttori nazionali e ingannare i consumatori".

"Per questo - sostiene la Coldiretti - occorre rendere pubblici i nomi delle aziende che importano vino sfuso per consentire ai consumatori piena libertà di scelta. Si tratta di togliere il segreto di Stato sui flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero al fine di contrastare le aggressioni al Made in Italy conseguenti alla lavorazione nel nostro Paese di prodotti alimentari oggetto di importazione o di scambio intracomunitario e la successiva messa in commercio come prodotti autenticamente italiani".
 
Secondo Coldiretti la complessa normativa doganale ha impedito l’accessibilità dei dati senza significative ragioni legate alla tutela della riservatezza provocando gravi turbative sul mercato ed ansia e preoccupazione dei consumatori, a fronte all’impossibilità di fare trasparenza sulla provenienza degli alimenti. "In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato – conclude il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - il valore aggiunto della trasparenza e lo stop al segreto sui flussi commerciali".

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