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Imprese. Lapam: "Il fatturato torna ai livelli pre covid, ma non per metalmeccanici ed attività artistiche "

Durante il primo semestre 2022 il campione di imprese ha emesso fatture per 571 milioni di euro, in crescita dell’1,4% rispetto allo stesso periodo 2021. Inoltre il fatturato dei primi 6 mesi di quest’anno supera del +6,2% i livelli del primo semestre 2019

“Nel corso del primo semestre 2022 il fatturato del campione di imprese Lapam che monitoriamo costantemente ha recuperato i livelli pre Covid, ma non dobbiamo dimenticare che questo dato è influenzato dal contesto di crescente inflazione, che può essere in parte responsabile dell’incremento del fatturato osservato”.

Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato, commenta così i dati, reali e confrontabili, di un ampio campione di imprese associate elaborati dall’Ufficio studi Lapam. Lapam Confartigianato ha infatti fornito in maniera continuativa servizi di contabilità durante i primi sei mesi degli anni 2019-2022 a 3.750 imprese associate che costituiscono il campione in analisi. E’ importante precisare che il campione non contempla l’andamento di tutte quelle imprese che hanno cessato l’attività nel corso dell’ultimo quadriennio.

Durante il primo semestre 2022 il campione di imprese ha emesso fatture per 571 milioni di euro, in crescita dell’1,4% rispetto allo stesso periodo 2021. Inoltre il fatturato dei primi 6 mesi di quest’anno supera del +6,2% i livelli del primo semestre 2019, recuperando quindi i valori pre pandemici. Studiando il campione in base ai sei principali macrosettori di attività, la manifattura risulta essere il comparto con il calo di fatturato più marcato rispetto allo stesso periodo pre pandemia (-14,3%). In particolare, per le imprese della fabbricazione di prodotti in metallo il segno meno è del 15,5%; al contrario le imprese della confezione di articoli di abbigliamento, vedono un completo recupero (+9,5%) rispetto ai primi sei mesi del 2019.

L’altro comparto non ancora ritornato ai livelli pre Covid è quello dei servizi alle persone (che comprende istruzione, sanità, attività artistiche, sportive e di intrattenimento, altre attività di servizi) che sconta un -4,8% sul primo semestre 2019. Al suo interno però le altre attività dei servizi alla persona, prevalentemente acconciatori, estetisti e lavanderie, registrano un incremento dello 0,7%. Un calo più marcato, con un -8,8%, lo registrano le imprese dell’assistenza sanitaria (servizi ospedalieri, studi medici e odontoiatrici), mentre recuperano esattamente i livelli pre Covid quelle dell’alloggio e ristorazione (+0,1%) trainate dall’accoglienza turistica, mentre le attività dei servizi di ristorazione, ovvero bar e ristoranti, il 91%, restano ancora sotto dell’1,1% sul periodo gennaio-giugno 2019. Nel caso dei servizi alle imprese (trasporto e magazzinaggio, servizi di formazione e comunicazione, attività professionali, scientifiche e tecniche, noleggio e servizi di supporto alle aziende) il fatturato del primo semestre 2022 cresce in media del 4,7% rispetto allo stesso periodo del 2019. Tuttavia le attività immobiliari segnano un brusco calo (-20,4%), migliore il risultato per le imprese del trasporto, con un +2,6% complessivo. Il fatturato del primo semestre di quest’anno per le imprese del commercio e autoriparazione supera del +9,8% i livelli pre pandemia, con un incremento più accentuato per il commercio all’ingrosso (+27,8%), mentre quello al dettaglio cresce di un più contenuto 8,5%, e si rileva un calo per il commercio di autoveicoli e motocicli e autoriparazione (-21,1%).

Infine tra i settori osservati è il comparto delle costruzioni a registrare l’incremento maggiore rispetto al primo semestre 2019 con un balzo del 49,1%, come era facilmente intuibile a causa dei vari bonus edilizi.

“Questi numeri vanno messi nella giusta dimensione – fa notare Luppi -. E’ evidente che l’effetto dell’inflazione gonfia i fatturati, come è vero che le aziende sane stanno facendo tutto il possibile per rimanere sul mercato nonostante le difficoltà legate, come è ovvio per tutti, all’aumento esponenziale dei costi energetici. Il dato complessivo del campione rappresenta variazioni anche molto diversificate tra loro: oltre la metà delle imprese (il 56,6%) registra un completo recupero di fatturato sul 2019, mentre un’impresa su cinque (il 20,5%) ha cali superiori al 30% del fatturato. Un dato, quest’ultimo, che ci deve far riflettere”.

L’ultimo approfondimento riguarda le dimensioni d’impresa: quelle con meno di 5 dipendenti (il 29,8% del campione) hanno visto nel primo semestre 2022 la crescita di fatturato più marcata, sia rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+15,3%) che sullo stesso periodo 2019 (+20,2%), una ripresa trainata dall’alta concentrazione nel comparto costruzioni. Anche le imprese con più di 5 dipendenti ma meno di 10 vedono variazioni positive, benché più contenute, su entrambi gli anni (+2,6% rispetto al 2021 e +1,8% sul 2019). Al contrario per le imprese tra 10 e 19 dipendenti il fatturato del primo semestre 2022 risulta in calo sia rispetto all’anno scorso (-20,8%) che al 2019 (-12%).

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