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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia Mirandola

Dopo la tragica morte del titolare nel crollo del capannone la Aries torna "a casa"

Dopo avere trovato, già nel 2013, una sede sicura per riprendere l'attività, oggi l'azienda biomedicale di Mirandola rientra nello stabile completamente ristrutturato dopo i pesanti danni subiti dal sisma del maggio 2012. «Torniamo dove abbiamo sempre lavorato. Più forti di prima e con la certezza di poter realizzare i nostri progetti, come dimostra la nuova camera bianca»

Per Aries l’inaugurazione dello stabilimento di via XXV Luglio a Mirandola è un ritorno a casa, cinque anni dopo il terremoto. Un anniversario che è stato anche stamattina celebrato con un pensiero rivolto alle vittime dal presidente della Regione Stefano Bonaccini, anche Commissario per la ricostruzione e da Palma Costi, che sullo stesso tema ha la delega assessorile regionale, recatisi in visita all'azienda del biomedicale rinata dopo che il proprietario, Mauro Mantovani, morì nel crollo dei locali adibiti a magazzino la mattina del 29 maggio 2012. Dopo la tragedia e diversi anni di delocalizzazione a Poggio Rusco l’azienda è rientrata ufficialmente a casa, grazie anche a un contributo del Commissario per la ricostruzione.

L'azienda biomedicale, specializzata nella produzione e commercializzazione di dispositivi per oncologia, nutrizione parentale, trasfusione e infusione, si è dovuta spostare in altre sedi a causa dei danni provocati dal sisma. Oggi, a cinque anni da quel 2012, Aries rientra nella sua sede originaria grazie al contributo, all’impegno e alla dedizione di tutti. «Gli ultimi anni, caratterizzati prima dai danni avuti a causa del terremoto e poi dalla crisi economica, hanno rappresentato per la nostra azienda l'inizio di un periodo denso di difficoltà, di problemi quotidiani, di situazioni da risolvere e di strategie nei nuovi scenari da creare e attuare», dichiara Massimo Trentini, ingegnere e responsabile marketing di Aries.

«Nonostante questo, abbiamo ripristinato il magazzino dei prodotti finiti a Mirandola, nel nostro territorio, e abbiamo continuato a perseguire con caparbietà i progetti che erano stati definiti ancora prima del terremoto. Per noi è diventato un punto d’onore riuscire a portarli avanti. È in quest'ottica che sono da leggere la realizzazione di una nuova camera bianca e l’introduzione di nuove attrezzature automatiche», continua Trentini.

«È quindi per noi un momento di orgoglio essere arrivati a questo punto: poter rientrare a “casa nostra”, certi che questo non risolve ogni cosa, ma è un nuovo punto di inizio che ci aiuterà proseguire sulla strada della crescita», conclude Trentini. «Un momento che abbiamo voluto condividere con tutti coloro che ci hanno sostenuto e hanno sempre creduto in noi e nel nostro operato e che ci hanno aiutato concretamente e disinteressatamente».

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