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Economia

Vertenza Edis, l'azienda non accetta trattative e il trasferimento è sempre più concreto

Il tavolo istituzionale convocato dal Comune non ha prodotto risultati: l'impresa di Cittanova delocalizzerà a Rovigo. Ultimo appello il 22 novembre

Nel pomeriggio di venerdi 16 novembre, presso la sede del Comune di Modena, si è svolto l’incontro tra la Slc/Cgil, insieme alla Rsu aziendale, e la Direzione della Edis, convocati dall’assessore con delega alle attività produttive del comune di Modena Andrea Bosi. Il tavolo è stato attivato per tentare di risolvere la vertenza dell’azienda Edis, ai cui lavoratori è stato annunciato il trasferimento dell’azienda in provincia di Rovigo, ad oltre 100 chilometri di distanza, a partire dal 2 gennaio 2019.

Nonostante i tentativi di modificare la situazione, l’azienda ha confermato la volontà di procedere al trasferimento, rifiutando ogni possibile tentativo di compromesso proposto dai sindacati, dalla Rsu, e dall’assessore Bosi. "A nulla sono valse le proposte di attivazione di ammortizzatori sociali, la disponibilità di trovare soluzioni condivise e la proposta dell’amministrazione di collaborare con l’azienda per trovare una nuova sistemazione nel territorio modenese riducendo gli attuali alti costi. Nemmeno la consapevolezza di provocare un grandissimo disagio ai lavoratori ed alle lavoratrici (la maggioranza dei dipendenti è infatti composta da donne, molte con figli in età scolare), ha influito in una decisione che la proprietà ad oggi non vuole modificare", spiega la Cgil.

La Edis, storica azienda modenese di lavorazione ed imbustamento di figurine, che oggi conta 38 dipendenti - ma che ne contava sino a pochi anni fa oltre 100, e che ha subito una drastica riduzione degli organici solo due anni fa - rischia quindi concretamente di lasciare il nostro territorio. Nella giornata di giovedi 22, che si preannuncia decisiva, si terrà un’assemblea dei lavoratori alla quale seguirà un nuovo incontro con l’azienda, proprio mentre in consiglio comunale verranno presentate due interrogazioni in merito.

"Ci auguriamo che in questa occasione, si trovino soluzioni condivise, che tengano conto del fortissimo disagio sociale provocato dalla decisione di spostare la produzione a Rovigo - aggounge la Slc/Cgil - Le aziende non possono ignorare che le loro scelte, influiscono sulla vita delle persone. Le logiche economiche non devono e non possono essere più importanti della vita di tante famiglie".

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