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Economia

Stipendi più bassi, in cinque anni i dipendenti modenesi hanno perso il 5,8%

Dati sconfortanti in questa indagine di Federconsumtori e Caaf Cgil. E il 2021 tra inflazione e bollette potrebbe essere un anno nero

Tra gli anni fiscali 2016 e 2020, rispetto ai dati esaminati, le retribuzioni dei lavoratori dipendenti modenesi sono calate mediamente del 3,5% (-5,8% in termini reali). Tenendo conto dell’inflazione del periodo, possiamo inoltre dire che la soglia redittuale nella quale diventa impossibile il risparmio sale ancora. Sono state le donne a pagare di più; per loro nello stesso periodo l’arretramento salariale è stato del 6,6% in termini reali. Un dato portato anche dal crollo del reddito in alcuni settori a maggiore presenza femminile, come l’Abbigliamento ed i pubblici esercizi, oltre che dalla crescita dei part-time “involontari”, in particolare nel commercio.

Sono alcuni dei dati che emergono dalla prima indagine sul reddito dei lavoratori dipendenti della provincia di Modena, condotta su 207.000 modelli 730 elaborati dal CAAF tra il 2017 ed il 2021, e riferiti agli anni fiscali 2016-2020. Il report è stato stilato da Federconsumatori Modena, in collaborazione con C.S.C. CAAF CGIL.

VIDEO | "Modenesi sempre più poveri". L'indagine sui lavoratori dipendenti 

Scontato, ma pur sempre macroscopico, il dato dei giovani. Oltre il 50% dei giovani con meno di 25 anni ha denunciato nel 2020 un reddito inferiore ai 5.000 euro lordi, la quasi totalità sotto i 20.000. Se esaminiamo la fascia da 25 a 34 anni registriamo che oltre il 70% ha denunciato un reddito inferiore ai 20.000 euro lordi, con un reddito medio poco al di sotto dei 13.000 euro lordi annui, contro i quasi 23.000 della fascia 55-64 anni.
Ma il dato più forte, per i giovani, è questo: in quattro anni il reddito di lavoratori e lavoratrici da 25 a 34 anni è calato quasi del 9% in termini reali; più di ogni altra fascia d’età. Un calo quasi doppio della media generale, proprio nell’età nella quale ci si concentra sull’acquistare una casa, sul costruire una famiglia, sul fare figli. Scontato è che la maggior parte di lavoro a tempo determinato e precario ricade proprio sugli under 35. La comparazione del reddito tra lavoratori determinati ed indeterminati, un rapporto di 3 a 1, chiarisce poi cos’è il lavoro povero; ma è necessario tener conto della minore quantità di ore lavorate, della stagionalità, della prevalenza delle forme di orario ridotto.

Crollano nel periodo 2016-2020 i redditi da lavoro dipendente nei settori Abbigliamento-Confezioni, con -21%, Logistica-Trasporto merci con il -19%, Ristorazione, Alberghi, Pubblici Esercizi con -30%. Rispetto alle aree territoriali la “performance” del Biomedicale consente alla Bassa Pianura di abbandonare l’ultimo posto per reddito medio, dopo diversi anni. Tornano all’ultimo posto per reddito le aree di collina e montagna, dove il reddito da lavoro dipendente è del 20% inferiore a quello della città di Modena, e dell’8,8% rispetto alla media provinciale.

"Una crisi, quella che segnalano questi dati, che potrebbe diventare drammatica, quando sarà possibile esaminare i redditi del 2021, con l’inflazione vicina al 4% - sottolinea Federconsumatori - Nessuna parte di questa indagine è consolante e può indurre facilmente all’ottimismo, se non in un difficile confronto coi dati di altri territori. Gli effetti della pandemia sono la prima chiave interpretativa, ma non può di certo essere l’unica, perché le tendenze negative sono precedenti. L’incremento choc delle bollette d’energia e la crescita incontrollata dei prezzi di beni e servizi, unito alla innegabile contrazione dei redditi, potrebbe determinare una condizione inedita per il nostro paese, con la soglia della povertà che si sposta sempre più in alto, anche in una provincia che si pensa ricca e grassa, per analisi arretrate e fuori dal tempo".

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