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Economia

Annuario statistico, inflazione tra crisi economica e calo dei consumi

Il tasso medio annuo nel 2012 è stato + 2,8%. Quello nazionale + 3,0%. Le famiglie intervistate sulla crisi spendono meno per quasi tutto, tranne alimentari e farmaci

Una inflazione poco al di sotto di quella nazionale (il tasso medio annuo di crescita a Modena è stato del 2,8% rispetto al 3,0 %) che è ulteriormente calata nei primi mesi del 2013 registrando sia a giugno che a luglio un valore tendenziale dello 0,6%. La stagnazione nella dinamica dei prezzi sembra dovuta a una contrazione dei consumi: infatti, a livello nazionale, l’Istat registra, già da luglio 2012, una variazione tendenziale negativa nelle vendite al dettaglio. L’ipotesi è sostanzialmente confermata da un’indagine sulla percezione della crisi, svolta a fine 2012, che evidenzia come il calo di consumi delle famiglie modenesi sia abbastanza generalizzato su tutte le tipologie di prodotti e servizi, a eccezione di medicinali e farmaci. È questo, in estrema sintesi, il quadro che risulta dall’analisi dei dati sull’andamento dei prezzi al consumo e dell’inflazione condotta dal servizio Statistica comunale, elaborati in vista della pubblicazione dell’Annuario statistico 2012 e rapportati ad altre indagini condotte sulla percezione della crisi dall’ufficio Ricerche del Comune.

“La collaborazione tra i due servizi e l’incrocio delle risultanze delle rispettive analisi – spiega l’assessore comunale allo Sviluppo economico Stefano Prampolini – ci aiuta, insieme al confronto dei dati in serie storica, ad approfondire i numeri per meglio capire la situazione e intravedere tendenze al fine di orientare le scelte e i programmi per il futuro”. Dal 2008 al 2012 l’inflazione nel territorio comunale è risultata sostanzialmente in linea, con valori non dissimili da quelli nazionali. Nel complesso dopo un sensibile calo nel 2009 rispetto al 2008 (dal 3,5 all’1% a Modena e dal 3,3 allo 0,8% a livello nazionale), l’inflazione è poi cresciuta costantemente fino ai livelli attuali.

A Modena il dato tendenziale più basso del 2012 si è registrato a novembre (+1,9%), mentre il valore massimo è risultato quello di febbraio e marzo (+3,2%). Nel 2012 sono state quattro le divisioni di spesa che hanno registrato incrementi superiori al tasso medio annuale: “Abitazione - energia” (+6,4%) con l’energia elettrica cresciuta del +16,1%; “Trasporti” (+6,3%) soprattutto per effetto dei carburanti; “Alcolici e tabacchi” (+5,9%); “Alimentari e bevande” (+3,4%). In controtendenza, con valori negativi e quindi con prezzi in calo, sono risultate le divisioni: “Comunicazioni” (-2,2%). All’interno di ogni singola divisione, è opportuno ricordarlo, qualche prodotto o servizio cresce di prezzo e altri, al contrario, diminuiscono. Le stesse divisioni sono quelle più cresciute o diminuite a Modena nel quadriennio preso in considerazione.

Per quel che riguarda, invece, i cambiamenti nei comportamenti di acquisto dei modenesi, si ricavano utili indicazioni da una ricerca svolta a fine 2012 dall’ufficio Ricerche del Comune - su un campione rappresentativo per genere, età e zona di residenza dei cittadini modenesi - per rilevare la percezione della crisi economica. All’interno della ricerca è stato chiesto quanto fossero modificati i consumi della famiglia, in termini di aumento o diminuzione, rispetto a diversi prodotti. Il quadro che ne esce è quello di un calo di consumi abbastanza generalizzato su tutte le tipologie di prodotti e servizi a eccezione di medicinali e farmaci, per i quali prevale, unico caso, chi indica un aumento rispetto a chi indica una diminuzione. Particolarmente accentuato è il calo che riguarda ristoranti, pizzerie e bar ma anche cinema, teatro e concerti, e inoltre viaggi e vacanze. All’opposto è prevalente la non variazione, rispetto alla diminuzione, nel consumo di oggetti elettronici (cellulare, computer e altri) e soprattutto nei prodotti alimentari e per la casa.

Sintetizzando le modalità di risposta (molto diminuito, un po’ diminuito, invariato, un po’ aumentato e aumentato) in un indice sintetico tra 0 e 100 dove 0 è “molto diminuito” e 100 è “molto aumentato” ecco come si classificano i consumi dai più ai meno calati o aumentati (oltre il valore 50): Ristoranti, pizzerie e bar 22,5; viaggi e vacanze 23,5; cinema, teatro e concerti 24.2; abbigliamento e accessori 25,2. Questo per quanto riguarda l’area più critica con il calo più vistoso. L’area dove la diminuzione dei consumi è più selezionata e meno forte riguarda: Cura della persona, capelli e bellezza 30,6; libri, giornali e riviste 33; spese per auto, moto e spostamenti 36,9; cellulari, smartphone, computer e tablet 37,2. Infine, l’area dei prodotti primari che risulta meno intaccata e più stabile: Prodotti alimentari e per la casa 42; medicinali e farmaci 53,6. “Risulta evidente nel caso dei prezzi e dell’inflazione, ma facilmente anche negli altri ambiti di cui si occupa l’Annuario statistico – conclude l’assessore Prampolini – come sia la crisi il segno che guida a leggere il complesso dei dati raccolti. Una crisi che persiste e i cui effetti continuano, dunque più incisiva e percepita rispetto al suo arrivo nel 2008”.

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