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Economia Strada Gherbella / Strada Gherbella

Italpizza e cooperative di lavoro, malumore dei sindacati

L'azienda di San Donnino ormai ha quasi completamente esternalizzato il costo del lavoro, puntando al risparmio. Una pratica legittima che tuttavia continua a far discutere

Italipzza, importante azienda con sede alle porte della città, torna a far discutere i rappresentanti dei lavoratori, in particolare i sindacati Cgil e Cisl. Le sigle puntano il dito contro sistema degli appalti, già pervasivo nel distretto delle carni, che tocca il suo apice proprio nello stabilimento Italpizza di San Donnino dove ormai sono rimasti solo 80 dipendenti diretti dell’azienda (con qualifica impiegatizia), mentre tutti gli oltre 500 operai addetti alla lavorazione sono soci-lavoratori di due principali cooperative in appalto.

A questi lavoratori viene inoltre applicato il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro delle Imprese di Pulizia e Multiservizi, un contratto del tutto inadeguato rispetto all’attività svolta dal personale in produzione, che invece impasta, stende, cuoce e farcisce le rinomate pizze surgelate. 

Si tratta di lavoratori che negli anni hanno passato anche personali odissee, come ad esempio la lavoratrice A.B., inizialmente dipendente della Cooperativa CSM, poi lavoratrice somministrata da Synergie Italia, poi dipendente a tempo determinato di Italpizza, poi della Cooperativa Vega, poi della Cooperativa Co.Fa.Mo, poi della Cooperativa Logifood, ma sempre occupata all’interno di Italpizza. 

“Un strategia economica che punta al basso costo del lavoro produce basse professionalità e basse competenze e rischia a lungo andare di compromettere anche la competitività del sistema – dichiarano i sindacati dell’agroindustria e del commercio di Cgil e Cisl -. Legittimo valorizzare le realtà produttive del territorio, ma anche i lavoratori devono essere considerati una risorsa sui cui puntare e non solo un elemento di costo”. 

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