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Economia

Lavoro, all'Emilia-Romagna arrivano i “bollini neri” dell'Ispettorato

Nel 2020 una seri di primati negativi per il nostro territorio. L'analisi di Franco Zavatti (Cgil)

Una spia di allarme per l'Emilia-Romagna è accesa dall'ultimo rapporto dell'Ispettorato nazionale del lavoro, reso noto il 30 aprile scorso e riferito all'attività svolta dall'ente nel 2020. A segnalarlo è Franco Zavatti, esponente della Cgil di Modena e componente del coordinamento legalità del sindacato. L'anno scorso la regione -si legge in particolare nel report- è stata la prima in Italia per iniziative di prevenzione svolte dagli ispettori del lavoro: 135, pari al 30% delle 447 totali effettuate a livello nazionale.

Quanto a numeri di "richieste di intervento" pervenute agli ispettorati provinciali, invece, l'Emilia-Romagna si è classificata seconda. A sollecitarle pero' sono state soprattutto "parti sociali e lavoratori". Questo, sottolinea Zavatti, "grazie anche al duro lavoro sindacale". Altro dato messo in luce nel rapporto è quello delle conciliazioni da parte delle imprese sulle violazioni contestate, che l'anno scorso si sono concluse con esito positivo nel 93% dei casi.

Un dato non troppo positivo per il sindacalista, che parla di "una imprenditoria regionale molto disponibile ad aggirare il lavoro corretto e poi, se incastrata dalle denunce ispettive, subito pronta a chiudere con le conciliazioni fra le controparti". Il settore in cui in Emilia-Romagna si sono registrate più violazioni è quello della gestione dei rifiuti (81,2%) seguito dalle attività professionali (77,4%), dei servizi di supporto alle imprese (72%) e poi da trasporto e ristorazione. Infine, cosa per Zavatti "davvero preoccupante", da sanità e servizi sociali privati. Il rapporto dell'Ispettorato nazionale del lavoro assegna poi all'Emilia-Romagna altri bollini neri: secondo posto dopo la Lombardia per lavoratori vittime delle violazioni illecite accertate (6.821), primato nazionale per i lavoratori coinvolti in irregolarità a causa di appalti fasulli o illecite esternalizzazioni di mano d'opera e ancora medaglia d'argento, dopo la Campania, per le irregolarità connesse alla "delocalizzazione delle imprese e catene di appalti a dimensione transnazionale". Infine la regione è superata solo dall'Abruzzo per gli accertamenti dello "scorretto o distorto" utilizzo dei contratti di lavoro ed è al quinto posto- dopo le quattro regioni più meridionali- in tema di coop spurie, con il 75% di irregolarità ispettive, sopratutto concentrate nel "dumping contrattuale" e cioè l'utilizzo di contratti di lavoro fasulli. Zavatti fa anche notare che nel lungo capitolo che riporta le 35 "operazioni più rilevanti di indagini giudiziarie avviate dagli Ispettorati provinciali nel 2020", ben cinque si sono svolte in regione.

Al quinto posto c'è l'indagine avviata dall'ispettorato proprio di Modena, per reati "in materia di grave lavoro sommerso e dumping sociale", a carico di alcune ditte modenesi scoperte con circa 130 lavoratori irregolari e con nessun presidio adeguato per la sicurezza. Seguono le denunce di Ravenna e Forli', con verifica di oltre 300 lavoratori illegali e grave truffa ai danni dello Stato da parte di imprese metalmeccaniche.
E infine Bologna, con imprenditori indagati per "associazione a delinquere finalizzata a favorire l'immigrazione clandestina e truffe per ottenere erogazioni pubbliche", inchiesta in cui sono state accertate 200 assunzioni fasulle.

Un quadro, insomma, che per Zavatti non è necessariamente connesso alla presenza di organizzazioni criminali, ma puo' favorirne l'attività. "Sarebbe fasulla demagogia porre questi diffusi reati sul lavoro come premessa scontata all'ingresso malavitoso. è pero' vero, al contrario, che ognuna delle inchieste giudiziarie sul malaffare mafioso, specie al Nord e qui da noi, contengono fascicoli e capitoli che portano al lavoro irregolare e caporalato, subappalti truccati, coop fasulle, trasferimenti all'estero di settori produttivi", spiega il sindacalista. "Un tutto che poi necessita, ovviamente, del riciclaggio e transiti malavitosi". conclude.

(DIRE)

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