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Legacoop boccia il piano provinciale del commercio "Proposta inaccettabile"

Un "no" secco all'ipotesi di un ipermercato da 5000 metri quadri ad Appalto di Soliera

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

Legacoop Modena (In foto il presidente modenese Lauro Lugli) esprime la propria contrarietà rispetto alle proposte avanzate dall’Amministrazione Provinciale di Modena nell’ambito della revisione del POIC provinciale. Si tratta di proposte inaccettabili e incomprensibili poiché in contrasto con tutti gli elementi che erano alla base dell’indagine conoscitiva sullo stato della rete modenese che aveva incontrato, invece, una forte condivisione da parte di tutte le forze economiche ed imprenditoriali coinvolte.

 
Le linee strategiche ed i criteri che la Provincia aveva definito in occasione della revisione del POIC avevano trovato pieno accordo e condivisione da parte di Legacoop, in particolare quando si affermava che nella provincia di Modena la rete alimentare è equilibrata ed altamente efficiente. Si confermava, infatti, la qualità di una rete distributiva moderna, già in grado di rispondere al meglio alle aspettative di convenienza e servizio dei consumatori. Tesi peraltro avvalorata da indagini condotte da Nielsen, Il Sole 24 Ore e Codacons, dalle quali Modena emerge come la provincia più conveniente in Emilia Romagna.
 
Lo stesso Osservatorio del Commercio della Regione certifica come nella provincia di Modena l’incidenza di medie e grandi superfici alimentari sia ampiamente superiore alla media regionale.
Tali valutazioni, in un contesto di forte calo dei consumi alimentari, avevano indotto la Provincia a non prevedere grossi stravolgimenti con l’apertura di nuove strutture, ma a proporre una pianificazione mirata alla riqualificazione dell’esistente e al compimento di progetti già precedentemente approvati e ancora non conclusi. Si era infatti convenuto di adottare una moratoria di tre anni nella concessione di nuove autorizzazioni per la realizzazione di grandi strutture commerciali.
 
Anche la constatazione che le strutture di vendita non alimentari non siano oggi in grado di assolvere alla domanda locale, costringendo i modenesi a dirigersi in province limitrofe, aveva spinto Legacoop a prendere atto della necessità di uno sviluppo e di una qualificazione del comparto extra alimentare modenese.
 
Ciò che oggi la Provincia propone è uno scenario però molto diverso da quanto in precedenza delineato e i cui effetti portano a conclusioni opposte. Vengono pianificati, nella proposta formulata, 30 mila metri quadrati di nuova rete commerciale in cui la porzione alimentare, presente in buona parte delle grandi strutture, modifica profondamente la loro tipologia trasformandole di fatto in ipermercati, e quasi raddoppiandone così il numero sul territorio provinciale.
 
Emblematico il caso di Appalto di Soliera dove inopinatamente, in una superficie interessata già dal 2006 alla realizzazione di una struttura esclusivamente non alimentare, si vorrebbe invece consentire di costruire un insediamento complessivo di 5000 mq per metà alimentare e metà extra alimentare. Configurando quindi un ipermercato di medie dimensioni, che nascerebbe in una zona dove esiste già un centro commerciale extra alimentare e dove, nel raggio di poco più di 10 km, si trovano altri due ipermercati ed una rete di medie strutture diffuse. Pare quasi che alla base di queste proposte vi siano ragioni più rispondenti ad interessi immobiliari piuttosto che a ragioni commerciali.

Tante nuove strutture in un momento di consumi calanti renderanno impossibile la coesistenza nel mercato e l’efficienza degli operatori, con evidenti ripercussioni negative sia sui soggetti economici, sia sui livelli occupazionali.

Legacoop Modena propone perciò di tornare alle linee che erano state originariamente presentate e condivise dalle organizzazioni imprenditoriali e riprendere un corretto confronto nel rispetto di adeguati tempi di discussione. Suggerisce inoltre di riprendere la proposta, a suo tempo avanzata, di una moratoria per tre anni. Si riconferma che la trasparenza del confronto e la coerenza delle proposte con l’analisi oggettiva della realtà sono l’unico terreno sui cui Legacoop è disponibile a confrontarsi e discutere.

 

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