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Economia

Liberalizzazioni selvagge, gli edicolanti modenesi contro Coop Estense

La vendita di quotidiani e riviste che Coop punta a estendere a tutti i suoi supermercati preoccupa i piccoli edicolanti del territorio. Il Sinagi chiede ai politici locali una moratoria sul rilascio di nuove autorizzazioni

Le liberalizzazioni e la grande distribuzione tornano a far discutere. Ad insorgere questa volta sono i titolari delle 300 edicole di Modena e provincia, i quali denunciano un atteggiamento aggressivo sul mercato da parte dei colossi della grande distribuzione. Nel mirino degli edicolanti c'è in particolare Coop Estense che sta andando oltre la sperimentazione del 2001 e sta aprendo uno dopo l’altro nuovi punti vendita di giornali e riviste all’interno dei propri super e ipermercati, con l'obiettivo più che evidente di estendere la vendita di quotidiani e riviste in tutti i negozi Coop della provincia.

“Stiamo registrando – spiegano gli edicolanti riuniti nel sindacato Sinagi – che Coop apre anche dove le edicole sono a poche decine di metri, causando il tracollo economico delle famiglie che lavorano in quelle rivendite. Succede che Coop apra anche nelle zone terremotate (ad esempio, il recente caso del supermercato di Novi) dove le edicole, ancora nel container, stanno cercando a fatica di continuare l’attività e dove hanno dimostrato il massimo impegno nelle settimane successive al terremoto. Mentre i punti Coop erano e sono rimasti chiusi a lungo, gli edicolanti dei Comuni terremotati hanno dato disponibilità a continuare il servizio in situazione di estrema precarietà, compresa la distribuzione di quotidiani gratuiti forniti dagli editori, con margini di guadagno prossimi allo zero. Inoltre grazie alla sinergia tra Comuni, edicolanti, sindacato Sinagi e Agenzia Distributiva Gaspari, sono stati predisposti i container dove continuare la distribuzione della stampa, senza pesare di un solo euro sulla comunità.”

Al nodo economico si aggiunge poi quello legato in senso più lato alla diffusione e alla pluralità dell'informazione. Le edicole, per obbligo di legge, tengono tra le 4.000 e 4.500 testate, mentre Coop può selezionare le testate cosiddette “alto vendenti” e offrire solo quelle, quindi in genere circa alcune decine di testate che sono poi quelle che fanno l’80% del venduto.

Il Sinagi, sindacato affiliato alla Cgil che rappresenta il 75% delle edicole modenesi, chiede perciò agli amministratori e ai politici locali e nazionali di riappropriarsi del progetto di vita sociale ed economica del territorio modenese e di seguire le indicazioni regionali di sospensione delle nuove autorizzazioni, in attesa della definizione di una nuova legge sull’editoria, che da anni il settore sta aspettando e che gli edicolanti sono i primi a rivendicare.

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