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Maserati e Ferrari, l'assessore Muzzarelli: "Fiat capisca il valore di Modena"

L'assessore alle attività produttive si schiera a fianco dei sindacati: "Insufficienti le generiche affermazioni di Marchionne, Fiat può produrre le sue auto dove vuole ma l'alta gamma deve rimanere alla Maserati"

"Chiediamo ancora una volta che gli investimenti in altri stabilimenti siano aggiuntivi alla produzione di Modena e non sostitutivi". Così
l'assessore regionale alle attività produttive Gian Carlo Muzzarelli ha risposto in aula a una interrogazione del Movimento 5 Stelle sulle vertenze Ferrari e Maserati, di fronte a una rappresentanza dei dipendenti della fabbrica di Maranello, arrivati in Assemblea legislativa per l'occasione.

SINDACATI - I sindacalisti della Cavallino Rampante nei giorni scorsi avevano portato le due vertenze, collegate (parte della fabbrica di Maranello lavora per prodotti Maserati), negli uffici del Movimento 5 Stelle in Regione e il capogruppo Andrea Defranceschi ha tradotto in una interrogazione le loro richieste: no al trasferimento da Modena di parte della produzione Maserati, no al 'piano Marchionne che applicherebbe anche in Ferrari il contratto di Pomigliano voluto per gli stabilimenti in crisi, nonostante la situazione di Maranello sia tutt'altro che tragica.

RISPOSTA - "La Giunta regionale - ha detto Muzzarelli - segue da tempo con grande attenzione la questione Maserati, sopratutto in relazione al grande valore dell'investimento delle istituzioni nel Museo Casa Natale Enzo Ferrari e in Modena Terra di Motori". In quest'ottica era partita nel febbraio scorso una prima lettera all'azienda e in settembre una seconda lettera, "ma non abbiamo avuto risposta. Resta tutta l'incertezza sullo stabilimento Maserati, e non solo: le generiche affermazioni dell'ad Marchionne sugli investimenti a Grugliasco per produrre in terra piemontese un modello di Maserati non sono sufficienti". La preoccupazione maggiore è che la Fiat voglia disinvestire dalla nostra regione o, peggio ancora, voglia "disimpegnarsi del tutto dall'Italia".

TERRITORIO - Muzzarelli ha rincarato la dose: "La Fiat non deve andare via, deve restare e capire il valore del brand Emilia-Romagna. Lo dicevano a De Tomaso, vai a Modena, è sulla via Emilia che si producono le macchine più belle del mondo". In conclusione, se davvero Fiat vuol produrre altri modelli Maserati a Grugliasco si può anche fare, ma l'alta gamma deve rimanere a Modena. Dopo l'intervento in aula, l'assessore Muzzarelli ha anche incontrato i dipendenti Ferrari. Per il 21 novembre è in programma un tavolo sindacati-azienda in sede di Confindustria a Modena e la Rsu Ferrari ha chiesto di anticiparlo in vista della ravvicinata scadenza di fine anno: "Se non ci risponderanno - ha precisato Paolo Ventrella (Fiom-Cgil) - scioperiamo di nuovo e l'altra volta, un inedito in Ferrari, ha aderito il 90% dei lavoratori".

SCIOPERO - Il capogruppo grillini Andrea Defranceschi ha raccolto gli applausi del pubblico presente formato dai sindacati lanciando una proposta provocatoria: "Per una Regione come l'Emilia-Romagna la battaglia di Ferrari e Maserati deve essere anche una battaglia etica. La Fiat - ha detto - delocalizza con i soldi pubblici con il solo scopo del profitto: vadano dove vogliono, ma ci restituiscano i soldi italiani, oppure ci vendano a un euro, simbolico, la loro fabbrica". Sugli spalti di viale Aldo Moro sedevano i dipendenti e la Rsu di Ferrari, Paolo Ventrella e Francesco Zanfardino (Fim-Cisl). Per quest'ultimo, l'assessore "ha interpretato le nostre preoccupazioni, ma resta il quesito grande di cosa vuole fare Marchionne. Modena non è Pomigliano e l'art.8 della libertà di licenziare, annunciato per il 2012, non può arrivare in Ferrari".

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