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Economia

Il modello Hpe Coxa. Nei Box Lab formazione post laurea d'eccellenza

Un nuovo modo di concepire l'azienda: vecchi container usati che diventano innovative strutture ecosostenibili dedicate all'alta formazione di giovani talenti, grazie all’alleanza con cinque prestigiose Università

Oggi presso la sede di via Dalla Costa a Modena, alla presenza di numerose autorità, docenti e alcune centinaia di studenti universitari sono stati presentati il Project 100 e i Box Lab, i due pilastri che sostengono la nuova filosofia di Hpe Coxa, che ha deciso di usare l’esperienza accumulata per passare “da Azienda di Settore a Modello di Impresa”, un piano con cui l’azienda vuole portare tra le sue mura un centinaio di neolaureati all’anno per 3 anni. “Partiamo da quello che ormai è un assioma - spiega Piero Ferrari, presidente dell’azienda e primo fautore di questa rivoluzione che passo dopo passo, viene portata avanti - trovare profili ingegneristici adeguati per quantità, qualità e tipologia è difficile, molto difficile. È anche un investimento impegnativo non solo sotto il profilo economico, ma soprattutto in termini di tempo e di energie, Ma è indispensabile se vogliamo rimanere al passo con le richieste dei committenti e con gli stimoli del mercato”

IL VIDEO - INTERVENTO DI FERRARI E DALLARA

Il “modello Hpe Coxa” prevede l’alleanza con 5 Università: Bologna e Modena-Reggio (con le quali l’azienda è socio fondatore nel Muner), Firenze, Pisa e Perugia. I rettori hanno partecipato all’evento, e al termine dell’inaugurazione dei Box Lab hanno firmato l’accordo con l’azienda modenese.“Non solo questi atenei sono e saranno sempre di più il bacino da cui attingere tesisti, neolaureati e dottorandi”, conferma Andrea Bozzoli, amministratore delegato di Hpe Coxa, “ma questo lavoro integrato impresa-università nella formazione post-laurea darà elementi e opportunità per migliorare e indirizzare in modo più perfezionato l’attività formativa in aula. È naturale che la collaborazione sia strettissima”.

Ed ecco nel dettaglio i passaggi del “modello”: Hpe Coxa si è fatta carico di stilare in modo dettagliato 28 profili ingegneristici, di cui l’azienda necessita per crescere, sulla cui base effettua la selezione dei neolaureati (ne entreranno 65 già quest’anno): queste ragazze e ragazzi, per due anni, porteranno avanti un percorso accelerato che prevede, per ogni profilo, una formazione specialistica di base, seguito da un’attività lavorativa “junior” affiancati da tutor, e una formazione specialistica avanzata per raggiungere competenze “senior”.

Ma dove ospitare fisicamente questo stuolo di studenti/specializzandi e docenti? “L’idea ci è venuta alla cena dello scorso Natale con l’architetto Claudio De Gennaro e il nostro comune amico Claudio Ceresoli”, ricorda Bozzoli. “Perché non trovare anche sul fronte costruttivo una risposta innovativa e fuori dal comune? In cinque mesi, il progetto dell’architetto è diventato realtà: i 2 Box Lab costruiti sono edifici realizzati secondo i principi della Green e Circular Economy, container eco-riciclati e reinventati per dare un luogo di studio ai ragazzi e alle ragazze che nei prossimi anni ogni giorno varcheranno i nostri cancelli”.

I Box Lab hanno una superficie di 400 metri quadri, dove 50 ingegneri hanno a disposizione una postazione tecnologica. Sono un esempio di “circular economy”, perché sono stati realizzati riutilizzando il 70% dei container originali, ma anche di “green economy”, visto che sono autosufficienti sotto il profilo idrico per l’80% e sotto quello energetico per il 90%. “Il risultato più importante di questo percorso - conclude Andrea Bozzoli - è che possiamo standardizzare un metodo per dare un volto e le competenze necessarie ai profili professionali che ci servono e ci serviranno in futuro. In definitiva, vogliamo crescere e per farlo vogliamo investire sul fattore umano e aumentare il nostro capitale intellettuale”.

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