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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

A Modena crescono le differenze di reddito: i deboli lo sono sempre di più

L'analisi di Federconsumatori sui redditi nella nostra provincia evidenzia forti differenze e una forbice che si allarga sempre di più. La fascia debole è oramai maggioritaria

E’ stata pubblicata la seconda indagine sul reddito dei lavoratori e lavoratrici modenesi, basata sui dati del primo CAAF della nostra regione. In questa occasione salgono così a 470.121 le dichiarazioni dei redditi dei modenesi, esaminate negli anni fiscali 2016-2021.

Il dato più rilevante che emerge è che a Modena crescono le differenze, si allarga la forbice dei redditi, e quelli deboli lo sono ancora di più. Allo stesso tempo i redditi del 2021, elaborati da CSC alla data del 21 agosto 2022, registrano un incremento non scontato, frutto dell’importante ripresa di quell’anno dopo la fase più acuta della pandemia. E’ certamente una buona notizia, tuttavia l’unica; i dati registrano un incremento generale dei redditi del 3,2%, che deflazionato si attesta ad un più modesto 1,2%.

Ma la notizia negativa è che questo recupero riguarda in grandissima prevalenza una precisa fascia di lavoratori: uomini, qualificati e over 45. Al contrario resta fermo, od arretra in termini di potere d’acquisto, il reddito dei giovani, delle donne, dei precari, di chi opera nei settori della logistica, del turismo, del commercio, della sanità privata; senza dimenticare abbigliamento ed edilizia. Tutti settori caratterizzati, in particolare nelle piccole imprese, da una maggiore incidenza dei fenomeni di irregolarità nei rapporti di lavoro.

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La forbice si allarga ancora, le distanze si accentuano e diventa semplice collegare questa condizione alla crisi demografica, alle culle vuote. In provincia di Modena sono calati quasi di un terzo i nati tra il 2008 ed il 2020. Il recupero di reddito di una porzione del modo del lavoro non deve far suonare le campane a nessuno; l’arretramento del reddito medio supera, tra il 2016 ed il 2021, in termini reali, i 900 euro, vale a dire -4,6%. Questo in attesa del 2022, con l’inflazione che ha eroso in modo vistosissimo i redditi di tutti i lavoratori e pensionati.

Pensionati che non sono di certo, sul fronte del reddito, esenti da problemi. Arretra sempre più vistosamente il reddito dei pensionati più giovani, arrivando alla quiescenza i lavoratori, ed in particolare le lavoratrici, con condizioni più svantaggiose rispetto al passato. Cali a volte impressionanti, e brutte notizie anche per i figli, visto che in molti casi i genitori sono il loro paracadute reddituale. Non c’è quindi nessuna guerra tra giovani e anziani, tra precari e occupati.

“A Modena, per il nostro osservatorio sui redditi- afferma Federconsumatori- la “fascia debole” è ormai maggioritaria, mentre la “fascia intermedia” si assottiglia sempre di più. Peggiora o rimane negativa la condizione reddituale nei settori a forte presenza di lavoro irregolare, segnale di una crescita di lavoro nero e grigio, di falsi part-time, di false collaborazioni.  Sembra inarrestabile, nelle nuove assunzioni, la crescita del tempo determinato, a discapito di quello a tempo indeterminato, diventato marginale.  I lavoratori e le lavoratrici nate all’estero registrano, in provincia di Modena, un reddito inferiore del 25% rispetto ai nati in Italia. Un dato influenzato dalla massiccia presenza di stranieri nei settori poveri: il turismo, i servizi, la logistica.  C’è poi una questione femminile di dimensioni enormi. -proseguono- Il reddito delle donne lavoratrici è inferiore del 26,5% rispetto a quello degli uomini; quello delle pensionate del 23,3% rispetto agli uomini pensionati.

Reddito dei lavoratori dipendenti

Quasi un terzo delle certificazioni afferenti all’anno fiscale 2021 evidenzia un reddito da lavoro dipendente e assimilati inferiore ai 10.000 euro (corrispondente al 6,2% dell’ammontare economico complessivamente dichiarato) Il Reddito medio calcolato per le certificazioni presentate nel 2022 ammonta a 18.780,32 euro (18.829,72 euro considerando i soli dichiaranti residenti in provincia di Modena). Tale dato è la sintesi dei valore dell’indicatore calcolato per i residenti l’area collinare – montana (16.822,72 euro) e del valore medio registrato nel comune di Modena (21.075,58 euro). L’analisi dell’evoluzione temporale dell’indicatore (valori monetari rivalutati in base all'indice dei prezzi al consumo FOI - Istat espressi in euro dell'anno 2021), evidenzia nel 2021 un incremento medio rispetto all’annualità precedente (+1,2%) e una perdita di potere di acquisto, rispetto al 2016, di quasi 1.000 euro (-4,6%, Cfr. Fig. 3). Con riferimento all’annualità fiscale 2021, il reddito medio dei lavoratori nati all’estero ammonta a 14.224,12 euro (11.131,74 euro considerando la sola componente femminile).

Le dipendenti donne

Il 48% delle certificazioni presentate nel 2022 riguarda dipendenti di sesso femminile (18.650 unità). Nel 68,4% dei casi si tratta di rapporti di lavoro a tempo indeterminato (73,4% nel caso dei maschi). L’analisi per classe di reddito evidenzia, per la componente femminile, una incidenza delle certificazioni con importi inferiori ai 10.000 euro/anno pari al 35,6% (27,2% nel caso dei lavoratori uomini). L’analisi per genere condotta sulle classe di reddito più elevate evidenzia, all’opposto, una sovra rappresentazione maschile. Le comunicazioni afferenti alla componente femminile rappresentano la maggioranza delle dichiarazioni relative alle classi di reddito più contenute. L’analisi per settore di attività economica registra l’elevata incidenza del lavoro femminile in sottosettori, come il commercio al dettaglio e la ristorazione e i pubblici esercizi, caratterizzati da una sofferenza iniziata negli anni precedenti e accentuata nell’ultimo biennio. Il reddito medio per genere, dichiarato nell’anno fiscale 2021, ammonta a 15.785,81 euro per le femmine e a 21.496,33 euro per i maschi (aumenta, rispetto al 2020, la differenza di genere fra i redditi da lavoro) .

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Lavoratori under 35

Il 25,1% delle certificazioni relative alle dichiarazioni presentate nel 2021 riguarda lavoratori con meno di 35 anni (9.766 unità), il 54,4% dipendenti con età compresa fra 35 e 54 anni (21.128 unità) e il 20,5% occupati ultracinquantacinquenni. Concentrando l’analisi sulle classi di età giovanili si evidenzia che il 65% delle certificazioni relative agli under25 riguarda un contratto di lavoro a tempo determinato (la media complessiva è pari al 28,9%). L’analogo indicatore calcolato per la classe 25-34 anni ammonta al 41,8%. Le certificazioni relative a dichiarazioni con contratto a tempo determinato afferenti alla classe di età inferiore ai 34 anni corrispondono al 42% del complesso dei C.U. a tempo determinato. Un quadro informativo similare si rileva analizzando il numero di giornate lavorative annuali per classe di età.

E’ con riferimento alle dichiarazioni relative ai dipendenti più giovani che si trovano sovra rappresentati i rapporti di lavoro caratterizzati dal minor numero di giornate lavorative annuali (e la minore 13 incidenza di rapporti di lavoro con durata pari a 365 giorni/anno) . Sempre con riferimento alle classi di età giovanile, l’analisi per settore di attività economica registra l’elevata incidenza dei rapporti lavorativi in sottosettori, come il commercio al dettaglio e la ristorazione e i pubblici esercizi caratterizzati da una sofferenza iniziata negli anni precedenti e accentuata nell’ultimo biennio. L’importo medio del reddito da lavoro dichiarato nei C.U. dagli under25 ammonta a 7.317,66 euro nell’anno fiscale 2021. Con riferimento alla classe di età 25-29 anni, l’analogo indicatore ammonta a 13.059,39 euro.

Focus sui pensionati

Come anticipato in premessa il Focus si concentra su 266 mila certificazioni relative a dichiarazioni dei redditi da pensione presentate negli anni 2017-2022. Con riferimento all’anno fiscale 2021 (al 21 agosto 2022) sono state presentate, presso C.S.C. - CAAF CGIL Modena, 42.983 certificazioni , per un ammontare complessivo superiore ai 763 milioni di euro e con importo annuale medio di 17.757 euro (11.103,89 euro se si focalizza l’analisi sui nati all’estero).

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