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Tv, Modena protagonista su "Linea Verde": disastro Rai

Tra errori macroscopici e inesattezze allucinanti, ieri è andata in onda su Rai 1 una puntata tutta modenese del popolare programma televisivo condotto da Eleonora Daniele

Nonostante l'handicap della morte avvenuta tre secoli prima, Wiligelmo, lo scultore dei rilievi della facciata del Duomo, è stato un "genio del Rinascimento". Lo ha affermato la sconcertante Eleonora Daniele, conduttrice di "Linea verde", in apertura alla puntata di ieri intorno alle 12:20 su Rai1. Basterebbe appunto questa prima manciata di secondi per sintetizzare il modo in cui è stata trattata Modena dal servizio pubblico. Quello che doveva essere un segmento di promozione dell'eccellenza geminiana si è tradotto in circa un'ora di tortura turistica tra inesattezze e imprecisioni: ok che Alessandro Tassoni e la sua "Secchia rapita" sono stati importanti per la nostra terra, ma l'epiteto di "sommo poeta" appartiene a qualcun altro.

MERCATO ALBINELLI - Dopo due battute con Enrico, uno studente che per pagarsi le spese universitarie consegna la spesa a domicilio in bicicletta, Eleonora Daniele passa la linea a Fabrizio Gatta, giornalista che colpisce più per la sua somiglianza con Max Giusti che per la competenza mostrata: all'interno del mercato coperto di via Albinelli, dopo avere snocciolato proprietà a ingredienti di zampone e cotechino Igp di Modena assieme al presidente del consorzio Paolo Ferrari, Gatta indica il Cavaliere Sante Bortolamasi come il "re del cotechino", nonostante la classica corona da lui indossata riporti la dicitura "re dello zampone".

LEGGENDA - Dopo alcune ricette, spiegate dallo Chef Massimo Botti, a base di zampone e cotechino buone per tutto l'anno, le telecamere Rai si spostano all'acetaia Giusti: qui, il giovane Claudio Stefani Giusti ha spiegato le peculiarità dell'"oro nero" modenese ed è parso sostituirsi ad una frettolosa Eleonora Daniele, la quale ha dato l'impressione volere liquidare al più presto i suoi ospiti con fastidiosa sufficienza. In seguito, il programma si è alzato di livello non solo grazie ad un giro in elicottero, ma anche per la presenza di Ettore Tazzioli, direttore di Trc: il giornalista ha raccontato la leggenda della nebbia che San Geminiano fece scendere sulla città nel 452 dopo Cristo, impedendo così agli Unni di Attila di individuare Modena e di metterla a ferro e a fuoco. "Modena e territori come questi sono condannati all'eccellenza - ha detto Tazzioli analizzando i caratteri tipici dell'economia locale - Con questa industria e con questi prodotti gastronomici siamo condannati a continuare ad alzare il livello: con la presenza della Ferrari, la Maserati, il biomedicale e la maglieria in ripresa, se non ce la fa Modena non ce la può fare nessun altro".

BOLOGNESI! - Se una tv viene a Modena, non può non andare dal più famoso inquilino di via Stella: il buon Fabrizio Gatta si è recato dallo Chef Massimo Bottura che si è cimentato nella cottura di due ravioli di numero con ripieno di lenticchie e zampone cotto al vapore di lambrusco. Carrellata finale in piazza della Pomposa: non bastavano le sfogline dell'associazione La San Nicola di Castelfranco impegnate nella preparazione dei tortellini, diversi cuochi modenesi, Ermes dell’omonima trattoria, la Famiglia Pavironica, la Banda Cittadina e Beppe Zagaglia. No, dovevano per forza esserci anche i bolognesi Syusy Blady e Patrizio Roversi a sottolineare come sotto le due torri non ci siano i tortellini, bensì i cappelletti: da film horror il confronto tra Susy Blady e la sfoglina sulla lonza di maiale nel ripieno. Ad aggiungere inutilità ad altra inutilità, ci si è messo anche il comportamento saccente dei due ex turisti per caso che per ricordarsi i nomi dei prodotti modenesi hanno dovuto reggere in mano degli appunti cartacei. Cari Syusy Blady e Patrizio Roversi, se proprio dovete fare i secchioni, almeno abbiate la decenzia di prepararvi la lezioncina a casa.

CONCLUSIONE - È agghiacciante constatare cosa rimanga di questo tentativo mal riuscito di promozione territoriale sulla tv del "disservizio pubblico": in questa puntata tutta modenese di "Linea Verde" non c'è stata narrazione, non c'è stato racconto, ma solo un macchiettismo che riduce il nostro territorio a caricatura e stereotipo. E tutto ciò non rende giustizia a chi investe passione in un'eccellenza locale e, soprattutto, non rende giustizia a chi paga il canone Rai.

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