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Imprese e anticorruzione, “rating di legalità” questo sconosciuto

Davvero incosistente il numero delle imprese che hanno deciso di richiedere la certificazione promossa con una legge del 2012. A Modena sono appena 50 aziende su 6.000 a possedere il "timbro" di regolarità nella gestione fiscale, contributiva ed antimafia

Negli ultimi mesi, se non anni, sono state le inchieste della magistratura e portare alla ribalta il tema della legalità all'interno delle imprese. Le infiltrazioni mafiose, gli episodi di corruzione e i complessi meccanismi della ricostruzione post sisma hanno più volte posto l'accento sulle certificazioni per le aziende. Tanto si è parlato della vincolante per quanto controversa gestione della white list antimafia, poco invece è stato detto su un'altra misura previsata dalla legge per certificare l'economia “pulita”: il rating di legalità.

Si tratta di una misura seguita dall'Antitrust che permette di attribuire alle aziende una “voto” - misurato da una a tre stelle – che certtifichi appunto legalità e regolarità nella gestione fiscale, contributiva ed antimafia, che le imprese possono e dovrebbero richiedere. Ma i numeri sono in realtà impietosi. Gli ultimi dati dell'Antitrust confermano, infatti, il persistere di una malcelata ritrosia delle imprese e delle loro più autorevoli associazioni a richiedere e valorizzare l'iscrizione alla lista di rating. Basti pensare che dopo tre anni dalla partenza, in tutta Italia, le imprese iscritte sono appena 1.825 

L'Emilia Romagna è tuttavia prima fra le regioni, ma con solamente 297 imprese col bollo di legalità, al netto delle due cancellate: Cpl di Concordia e Inci di Ferrara. Prevalgono le Srl con 145 aziende, poi 83 Spa e l'ottima qualifica del mondo cooperativo con ben 61 imprese.  A Modena, per esempio, sono circa 6.000 le imprese con fatturato oltre i due milioni e quindi iscrivibili al rating. Sono invece appena 50 quelle che hanno mostrato interesse e si sono iscritte. Prevale l'area sassolese con 13 imprese vicine al settore ceramico, poi Modena con 12, il comprensorio carpigiano con 9 nel prevalente settore agroalimentare e poi la Bassa con un po' di biomedicale, zero nel comprensorio vignolese.

Intanto la Consulta regionale per la legalità ha sostanzialmente definito il Testo Unico regionale su lavoro e legalità. Si affrontano i filoni più attuali e le criticità reali dei settori della nostra economia esposti alla presenza ed influenze malavitose.  Si prova a definire scelte e provvedimenti concreti, necessari per qualificare il contrasto all'economia illegale e lavoro irregolare, che richiedono atti ed opzioni nette alle pubbliche amministrazioni ma, non da meno, all'intero sistema delle imprese e relativi consulenti. Su queste dinamiche interviene la Cgil chiede proprio il rating possa essere un timbro di valore utile per riconoscere concretamente vantaggi e premialità per le aziende ammesse, in parte già previsti da una legge del 2012, nell'accesso al credito bancario agevolato e nella concessione di contributi pubblici. 

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