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Nuova Disciplinare, il lambrusco sarà “ancora più lambrusco”

In vigore la nuova normativa a per la denominazione Igp “Emilia”: frizzantatura solo in loco, meno aggiunte “estranee” ed attenta campionatura. In un settore che vale 84 milioni di euro maggiori certezze per consumatori e produttori

Da Roma arrivano importanti novità per i viticoltori e i produttori di emiliani. Il Ministero delle Politiche agricole ha infatti modificato la disciplinare del vino Lambrusco Igp "Emilia", inserendo nuove regole più restrittive che fanno esultare il Consorzio di Tutela. “La firma del Decreto direttoriale – commenta proprio il presidente del Consorzio Davide Frascari – premia un lavoro di squadra che, per la prima volta da quando esiste il Consorzio unisce fortemente sia i territori di Modena e Reggio che i produttori, cantine sociali e imbottigliatori: tutti hanno saputo fare squadra, riteniamo soprattutto a beneficio del consumatore”.

Ma quali sono le ragioni di questa soddisfazione? “La prima – illustra Ermi Bagni, direttore del Consorzio – è che d’ora innanzi il processo di frizzantatura - il naturale processo per cui, nelle autoclavi, lo zucchero evolve in alcool e anidride carbonica che darà le tipiche bollicine - potrà avvenire solo nella zona di produzione. Sono evidenti i risvolti di investimento e attività che potranno avvenire nella zona di produzione, dove stimiamo picchi di incremento del 20/30% della forza lavoro. Altra sostanziale modifica – prosegue Bagni – è a beneficio ancora del consumatore e del produttore: si riduce ‘il taglio’, cioè l’aggiunta di altri vini meno pregiati del Lambrusco che, d’ora innanzi, non potrà essere superiore al 15%. Salirà la qualità del vino e aumenterà inevitabilmente la richiesta di Lambrusco”.

Non ultimo, il nuovo piano di controlli predisposto da Valoritalia, prevede la verifica di tutte le masse di vino in uscita. Il Lambrusco già frizzantato che andrà fuori dal territorio per essere imbottigliato dovrà interamente essere campionato: “Anche in questo caso – commenta Bagni – si potranno prevenire ulteriori rischi di frode per il mondo del Lambrusco che, comunque, rappresenta uno dei made in Italy per eccellenza imitato in altri paesi”.

“La filiera ha espresso una netta consapevolezza di saper dare un futuro al territorio – conclude Frascari - e di affermare una volontà comune sia a Roma che a Bruxelles. Gli investimenti a sei zeri che stanno faceno cantine di Modena e Reggio in questi mesi lo dimostrano. Un mondo che, per l’Igt Emilia, vale 84 milioni d’euro di fatturato: per il Lambrusco Igt il mercato nazionale è del 15%, mentre il restante 85% è destinato all’estero (40% Ue e 45 extra Ue)”.

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