rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Aumentano gli appalti pubblici, ma solo a causa del terremoto

I dati dell'Osservatorio 2012 confermano infatti la tendenza al calo del numero delle imprese e dell'occupazione. Rischio mafia nei cantieri del terremoto: più controlli

Cresce nel 2012, essenzialmente per l’attività di ricostruzione dopo il terremoto, il numero e il valore degli appalti pubblici nel Modenese (complessivamente 654 milioni di euro), così come aumentano i cantieri privati (ben 2.878 per un valore complessivo di 532 milioni di euro), ma continua il calo del numero delle imprese (11.211 quelle attive, 148 in meno rispetto al 2011) ed è sempre più negativo il dato occupazionale con una perdita nel settore di oltre mille posti di lavoro in un anno: gli assicurati passano, infatti, da 16.186 a 14.980.

È la fotografia che emerge dal Rapporto 2012 dell’Osservatorio provinciale degli appalti, attivo dal 1999 su iniziativa di Comune e Provincia di Modena, che è stato illustrato agli aderenti (istituzioni, enti locali, sindacati, organizzazione economiche e professionali) in un incontro che si è svolto venerdì 7 giugno in Municipio. Gli appalti pubblici, come ha spiegato il direttore dell’Osservatorio Vincenzo Pasculli, nel 2012 sono stati 684, quasi 200 in più rispetto all’anno precedente (492) con un’incidenza molto alta degli interventi di ricostruzione post terremoto. Un solo appalto della Regione, per esempio, riguarda diverse di queste attività per un importo di 348 milioni. I subappalti autorizzati sono stati 235 per un importo di 8,7 milioni di euro.

“Soprattutto in relazione ai lavori del terremoto – affermano i promotori dell’Osservatorio – il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata richiede un’ulteriore attenzione sul fronte dei controlli”Anche i lavori privati sono aumentati a causa del sisma: i cantieri sono stati 2.878, circa il doppio rispetto al 2011, per un importo complessivo di 532 milioni (133 milioni in più rispetto all’anno precedente) e nei subappalti sono state impegnate 7.680 ditte. Di 163 cantieri non sono stati rilevati i costi. “L’aumento dell’attività e il dato sulla diminuzione dell’occupazione nel settore – sottolinea Pasculli – mette in evidenza come i posti di lavoro persi siano stati integrati in parte con il lavoro totalmente o parzialmente irregolare. Viene infatti confermata la tendenza a trasformare lavoro subordinato in lavoro non assicurato, con ricorso alla costituzione di società di capitali che scontano meno oneri previdenziali. Di fatto, è stata superata la fase del lavoro grigio per passare direttamente al lavoro non garantito”. La crisi del settore è confermata anche dai dati delle Casse edili dove, pur aumentando imprese iscritte e lavoratori (le imprese si devono iscrivere alla Casse del territorio dove si trova il cantiere, mantenendo la propria sede sociale in altra provincia), calano le ore lavorate: da quasi otto milioni del 2011 si passa a sei milioni e 935 mila nel 2012, mentre aumentano le ore di cassa integrazione (da 962 mila a un milione e 87 mila).

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Aumentano gli appalti pubblici, ma solo a causa del terremoto

ModenaToday è in caricamento