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Economia Mirandola

Post sisma e CNA, necessaria la proroga per l’ultima rata del prestito per non gravare sulle aziende

Cna in occasione dell’ottavo anniversario del terremoto ritiene necessario garantire la liquidità delle imprese per non correre il rischio di sprecare anni di impegno pubblico e privato per la ricostruzione

 “Stiamo vivendo giorni estremamente difficili, ma non possiamo dimenticare ciò che è accaduto alla nostra comunità 8 anni fa”. Sono le parole di Paolo Vincenzi e Cesare Galavotti, presidenti rispettivamente dell’Area Nord e di Mirandola di CNA, che approfittano di questo anniversario per fare il punto sulla situazione post sisma.   Secondo i due presidenti infatti molto è stato fatto ma ancora mancano delle risposte a livello nazione.

 “Tanto per cominciare- affermano- ci saremmo aspettati una proroga dell’ultima rata sisma, in scadenza il prossimo 30 giugno, che molte imprese, a causa della chiusura forzata degli ultimi mesi, non riusciranno ad onorare. Ci stiamo impegnando, coinvolgendo anche i parlamentari del territorio, per chiedere una proroga di almeno un anno, ma ad oggi non abbiamo avuto risposte certe e provvedimenti normativi chiari che mettano al riparo le aziende da bruttissime sorprese”.

Quello della liquidità è un problema che riguarda in modo particolare il settore dell’edilizia: nell’area sisma, lo stop forzato ai cantieri dovuto all’emergenza Covid-19, ha generato ulteriori problemi di liquidità, solo in parte mitigati dalle ordinanze regionali che hanno permesso l’emissione di Stati di avanzamento lavori in via straordinaria. Ma se questi provvedimenti, stanno funzionando bene relativamente alla procedura Sfinge, non altrettanto si può dire relativamente al cosiddetto Mude, come riferiscono le aziende ancora coinvolte nei lavori di ricostruzione.

“C’è un altro tema legato all’edilizia che attende una soluzione normativa – sottolinea Vincenzi – quella di una revisione della legge fallimentare che consenta ai sub-appaltatori e fornitori di ricevere il pagamento privilegiato dei propri crediti, per lavori svolti durante la ricostruzione, a favore di aziende fallite o in concordato. Una lacuna che penalizza soprattutto le piccole imprese”.

“In conclusione – chiude Galavotti – è fondamentale risolvere il problema liquidità che colpisce in particolare le imprese legate al sisma del 2012. Si tratta di aziende che hanno già vissuto il terremoto, sapendosi rialzare quasi del tutto. Quasi, appunto: ora queste stesse imprese si trovano di fronte ad un’altra emergenza di cui ancora oggi non riusciamo a capire le conseguenze. Ecco perché chiediamo una proroga utile ad evitare che vada sprecato tutto l’impegno sin qui profuso nella ricostruzione da pubblico e privato”.

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