rotate-mobile
Economia

Cresce ancora la pressione fiscale sulle imprese modenesi. Tax free day il 5 agosto

La nostra città naviga al 56° posto in Italia e nel 2017 vede salire al 59,8% la tassazione sull'attività di un'impresa "tipo". Si paga per 218 giorni l'anno e si guadagna per i restanti 147

Nuove metodologie di calcolo e analisi ampliata per la ricca indagine di CNA Nazionale sulla tassazione nelle pmi italiane, un confronto incrociato tra 135 comuni italiani, e – quest’anno – anche qualche città straniera. Una classifica, quella intitolata “comune che vai, fisco che trovi”, che vede Modena al 56esimo posto su 135 piazze a livello nazionale, e sul podio in regione per ciò che riguarda le città capoluogo di provincia.

I calcoli li ha fatti l’Osservatorio permanente della Cna Nazionale sulla tassazione delle pmi, che ha realizzato una simulazione riferita a una impresa manifatturiera rappresentativa del tessuto economico italiano (nel caso specifico, un’azienda individuale con quattro operai e un impiegato, operante in un laboratorio artigiano di 250 metri quadrati, con un negozio destinato alla vendita di 175 mtq e relativi macchinari e arredamenti, oltre che di un automezzo, ricavi per 431.000 euro e un reddito d’impresa di 50.000 euro).
Un’azienda di questo tipo, a Modena, nel 2017 avrà pagato a fine anno 29.904 euro di tasse, il 59,8% del proprio reddito (cioè 125 euro, lo 0,2%, in più rispetto al 2016), imposte che per il 78,2% sono “nazionali” (Irpef, contributi, eccetera), per il 19,5% comunali e il 2,3% regionali. All’imprenditore, quindi, partendo da un reddito d’impresa di 50.000 euro, rimarrebbero 20.096 euro, vale a dire circa 1.675 euro al mese, senza tredicesime di sorta.

Tradotti in termini “cronologici”, significa che l’impresa in oggetto quest’anno lavorerà per il fisco sino al 5 agosto – il tax free day degli imprenditori modenesi – con 218 giorni all’anno impegnati a pagare i tributi e 147 giorni per i consumi personali.

Le cose potrebbero cambiare per quelle imprese che scegliessero l’opzione Iri: l’imposta sul reddito d’impresa, un regime opzionale applicabile alle imprese individuali e alle società di persone in contabilità ordinaria, in base al quale le somme prelevate dai soci dal reddito d’impresa sono tassate sulla base delle aliquote Irspef dei soci stessi, mentre la parte del reddito che rimane nell’impresa è tassata con un aliquota fissa del 24%. Grazie a questo meccanismo, fortemente voluto da CNA, si avrebbe una notevole riduzione – 1.427 nel caso modenese - della tassazione Irpef, sia a livello nazionale che locale. Numeri alla mano, negli ultimi sette anni le variazioni non sono state poi così ampie, anche se non è stato sempre così, come dimostra l’andamento del Total Tax Rate nel triennio 2012 (63,9%), 2013 (63%) e 2014 (61,9%).

“In ogni caso, – commenta Umberto Venturi, presidente della CNA di Modena – i numeri testimoniano come il fisco rappresenti davvero un’emergenza. Basti pensare che anche in città esose come Londra o Madrid, dove la tassazione totale è rispettivamente al 32,5% e 43,2%, è più facile fare impresa. La pressione fiscale in Italia è troppo elevata, qualunque dato si prenda. Ma il problema vero risiede piuttosto nella iniqua distribuzione del carico, che si distingue in modo radicale secondo la natura del reddito e svantaggia le imprese, in particolare le piccole imprese personali. Ed è ovvio come la tassazione dei redditi prodotti dalle persone fisiche non possa essere diversa a seconda della differente modalità con cui si genera reddito”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Cresce ancora la pressione fiscale sulle imprese modenesi. Tax free day il 5 agosto

ModenaToday è in caricamento