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Economia Spilamberto

Un altro grande polo dell'idrogeno a Modena, ma servono 10-12 milioni

Il Consorzio Cedem ha progettato un centro di produzione e distribuzione, che si sommerebbe a quello già nelle intenzioni di Hera-Snam. A Spilamberto un distributore per le auto

Modena punta sempre di più sull'idrogeno. Una filiera produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno verde - realizzato, cioè, da fonti rinnovabili - e un centro di competenze e formazione. E' il progetto "H2 move" intrapreso dal consorzio Cedem di Modena (formato da alcune piccole aziende aderenti alla Cna modenese) sull'asse della via Emilia tra il bolognese e il parmense.

"L'idrogeno in questione - spiega il presidente del consorzio Marco Malagoli - verrebbe prodotto da impianti alimentati da energie rinnovabili (centrali idroelettriche, campi fotovoltaici, biomasse), dando la precedenza alle prime, in particolare da quelle già presenti nel bacino del Panaro, anche a testimoniare la valenza territoriale del progetto". A questo punto "l'idrogeno verde verrebbe in parte dirottato presso il centro prove di Ozzano nell'Emilia (Bologna), dove le aziende della rete avranno la possibilità di testare i vari componenti dell'impianto, in totale autonomia e sicurezza, così da continuare a implementare le tecnologie sugli impianti da realizzare". Parte dell'idrogeno, sarà infine dirottato a Spilamberto, nel modenese, dove sarà allestito un impianto stradale per la distribuzione sia per i veicoli leggeri che per quelli pesanti".

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Ma accanto alla fase produttiva, aggiunge sempre Malagoli, "ce ne sarà una riservata alla formazione: abbiamo pensato alla realizzazione di un centro formativo, utilizzando il centro prove di Ozzano, con la collaborazione di un ente come Ecipar per l'attivazione di corsi formativi, aperti a tutti gli operatori del settore, orientati alla formazione specifica di tecnici, impiantisti, manutentori impianti di produzione e movimentazione dei gas".

L'investimento necessario oscilla tra i 10 ed i 12 milioni e sarebbe realizzabile in circa tre anni. Il consorzio sta cercando di candidare il progetto ai bandi del Pnrr ma, secondo Malagoli "occorrerebbe che gli enti locali che vogliono praticare questa strada per la sostenibilità facessero massa critica con le imprese del territorio, ma non ci pare che questo stia avvenendo".

Soddisfatta la Cna di Modena, che ha svolto un ruolo di facilitatore del progetto: "H2 Move dimostra che anche le piccole imprese possono avere un ruolo decisivo sia nell'innovazione che nella sostenibilità. Un ruolo molto pratico, non solo teorico", commenta il segretario Alberto Papotti.

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