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Economia

Interazione tra uomini e robot per il "perfetto" luogo di lavoro, il progetto Unimore

Sviluppare un ambiente di lavoro universale che garantisca il massimo comfort e al contempo una maggior produttività dei lavoratori con i nuovi sistemi automatici di produzione. E' il progetto coordinato dal prof. Cesare Fantuzzi del Dipartimento di Scienze Metodi dell’Ingegneria, che ha ricevuto un contributo europeo di iltre 4 milioni di euro

Il progetto “Smart and adaptive interfaces for INCLUSIVE work environment” il cui acronimo è INCLUSIVE, coordinato da Unimore – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, è risultato destinatario di un importante finanziamento nell’ambito del programma europeo HORIZON 2020 Factories of the Future. Il progetto punta la sua attenzione al rapporto che intercorre tra i moderni sistemi di produzione, che stanno diventando sempre più complessi per adeguarsi alle richieste di un mercato in continua evoluzione, e gli esseri umani che rimangono centrali per le operazioni di controllo e supervisione delle attività produttive.

Gli operatori umani interagiscono con le macchine e robot per mezzo di interfacce uomo-macchina anche dette Human-Machine Interface - HMI, che stanno a loro volta inevitabilmente diventando molto complesse, poiché devono comprendere una vasta gamma di possibili modalità e comandi operativi. In questo scenario, gli operatori sperimentano molte difficoltà nell'interagire in modo efficiente con l'HMI. Ciò è particolarmente vero per i lavoratori di mezza età che si sentono a disagio nell'interazione con un sistema computerizzato complesso, così come i giovani con poca esperienza o i disabili. 

L’obiettivo dello studio è quello di colmare il divario tra la complessità delle macchine e le capacità dell’utente mediante la progettazione e lo sviluppo di HMI innovative e intelligenti che si adattino alle capacità del lavoratore e ai bisogni di flessibilità, compensandone le limitazioni (dovute, ad esempio, all’età o all’inesperienza) e sfruttandone l’esperienza. 

 “Le HMI usate comunemente nella pratica industriale -  afferma il prof. Cesare Fantuzzi di Unimore -  non danno nessuna possibilità di controllare la quantità di informazioni mostrate o il modo in cui queste sono presentate. Mentre l’operatore umano è flessibile e capace di adattarsi, il sistema non lo è. I sistemi di controllo applicati ai processi industriali di solito rispondono in un modo predeterminato, senza considerare se il flusso di informazioni è troppo elevato e complesso o ridotto e semplificato. L’operatore è quindi costretto a dover adeguare il suo comportamento alla situazione, dovendo essere sufficientemente flessibile per poter gestire le attività di routine e quelle impredicibili e di potenziale pericolo. È chiaro che questa situazione causa notevoli difficoltà per l’operatore, considerato soprattutto il fatto che si trova a dover gestire dati e informazioni in quantità sempre maggiore e sempre più complessi. Per gestire queste criticità, diventa necessario ricorrere a soluzioni di automazione adattativa, che si adattino, appunto, alle necessità dell’utente”.

Il progetto INCLUSIVE, che vede coinvolta, tra gli altri, la Technische Universität München ed aziende private europee ed italiane, tra le quali Aster, ha durata di 36 mesi ed è stato finanziato con un contributo comunitario di 4.324.587,50 euro, di cui 796.250,00 euro sono destinati al gruppo di ricerca Unimore, cui ne ha affidato il coordinamento generale attraverso il prof. Cesare Fantuzzi del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria - DISMI.  Per maggiori informazioni www.inclusive-project.eu

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