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Edicole, 12mila firme contro le aperture nei centri commerciali

Il sindacato degli edicolanti torna all'attacco e si prepara a depositare la petizione firmata dai cittadini alle diverse amministrazioni locali e al Prefetto, per chiedere lo stop alle nuove autorizzazioni per la grande distribuzione

Da mesi il Sinagi, il sindacato che rappresenta la quasi totalità delle 330 edicole della provincia di Modena, sta conducendo un'aspra battaglia contro la liberalizzazione selvaggia della vendita di stampa nella grande distribuzione. Dall'inizio dell'anno solare sono stati infatti aperti ben 14 punti vendita all'interno dei supermercati Conad (1) e Coop Estense (13).

“Per ogni punto vendita che apre in un supermercato chiudono 4/5 edicole – lamentano i sindacati - e questo rischia di determinare una concentrazione dei punti di vendita e lo smantellamento della rete capillare di distribuzione oggi garantita dalla rete delle edicole presenti su tutto il territorio. Il rischio è quello di limitare proprio il pluralismo e l’accesso all’informazione dei cittadini”.

Da qui, dopo la manifestazione in Piazza Grande, è partita spontaneamente tra gli edicolanti di Modena e provincia la raccolta firme, che in soli 15 giorni ha messo insieme 11.629 sottoscrizioni di clienti e cittadini modenesi, che hanno così dimostrato la loro vicinanza e solidarietà alla richiesta di moratoria nell’apertura sul territorio di nuovi punti vendita di stampa, quotidiani e periodici.

“Non ce l’abbiamo con Coop, né con la Grande Distribuzione Organizzata qualunque essa sia – hanno detto stamattina in conferenza stampa i sindacalisti e gli edicolanti Lucia Roversi, Giuliano Barbieri, Giuseppe Marchica , Albano Arletti e Andrea Rivieri, Alessandra Morselli - non siamo neppure contrari alla liberalizzazione delle vendite, purché a parità di condizioni. Il nostro è anche un atto di critica agli Amministratori locali che non si assumono la responsabilità di scelte politiche. I dirigenti comunali di fronte ad una Scia (Segnalazione certificata d'inizio attività ndr) non fanno opposizione,nonostante la moratoria consigliata dalla Regione Emilia-Romagna, perché non vogliono rischiare i ricorsi, ma, d’altro canto, anche i politici non si assumono la responsabilità di scelte per il territorio. Si rischia – hanno aggiunti i sindacalisti – di far morire la rete capillare delle edicole, di desertificare i centri storici, i piccoli comuni e quelli più periferici”.

Le quasi 12.000 firme raccolte, tra cui nomi eccellenti come il segretario Cgil Susanna Camusso, la deputata Giuditta Pini, l’onorevole di Sel Giovanni Pagli, saranno consegnate nei prossimi giorni ai singoli Comuni di pertinenza e complessivamente al Prefetto di Modena per ribadire ancora una volta che le edicole non vogliono chiudere e vogliono continuare a svolgere il loro ruolo di presidio della democrazia sul territorio.

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