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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Pere, raccolta 2013 in crescita del 20%

Williams in forte aumento e vicina ai livelli del 2011, Abate nella norma, trend positivo per la Decana, in calo la Conference. L'analisi di Pier Giorgio Lenzarini, Confcooperative Modena

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

Torna a crescere la produzione e si conferma ottima la qualità delle pere modenesi. Lo afferma Confcooperative Modena, le cui cinque cooperative aderenti raccolgono e lavorano circa il 60 per cento delle pere coltivate nella nostra provincia. Il prodotto complessivamente raccolto nel 2013 dalle cooperative ammonta a 1,17 milione di quintali, in aumento del 20 per cento sul 2012. «Dopo la produzione particolarmente abbondante 2011 e quella molto scarsa del 2012, l'anno scorso la produzione di pere è tornata nella norma, posizionandosi a un livello intermedio tra le due annate precedenti», afferma Pier Giorgio Lenzarini, presidente del settore ortofrutticolo di Confcooperative Modena e vicepresidente della cooperativa Agrintesa di Castelfranco Emilia.

Vediamo l'andamento delle singole varietà. La Williams, in forte aumento, è ritornata vicina ai livelli del 2011, comunque superiore alla media degli ultimi cinque anni e con pezzatura inferiore alla media. In leggero aumento anche il quantitativo di Decana, mentre sono diminuiti quelli di Conference; per entrambe queste varietà si stanno registrando negli ultimi anni riduzioni rilevanti delle superfici coltivate, di conseguenza scendono i quantitativi. «Per quanto riguarda l’Abate, cioè la “regina” delle nostre pere, - prosegue Lenzarini - la produzione è stata nella norma: 20-25 per cento in più del 2012, ma 20 per cento in meno del 2011. Dopo un'annata 2012 in cui le quotazioni sono state particolarmente brillanti, la commercializzazione è partita con buone aspettative, anche se la situazione economica generale è peggiorata rispetto al 2012. Inoltre la conservazione del prodotto è più difficile alla luce del divieto dell’utilizzo dei principi attivi utilizzati in passato per la lunga conservazione».

In questi primi mesi di commercializzazione si è registrata, soprattutto in Italia, una diminuzione dei consumi di frutta, in particolare di pere. Ne hanno risentito le quotazioni delle varietà maggiori come quantità (Abate e Kaiser), che sono diminuite e che preoccupano i produttori per la seconda parte di campagna. «Ci sono tuttavia anche segnali ottimistici per il finale, in quanto fattori climatici diversi hanno danneggiato la produzione della frutta nell’emisfero Sud, in particolare in Cile. Perciò – conclude il presidente del settore ortofrutticolo di Confcooperative Modena – da febbraio in poi si prevedono minori arrivi di pere, mele e kiwi rispetto agli anni scorsi, con conseguente maggiore spazio per le nostre pere».

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