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Economia Medaglie d'Oro / Via Bellinzona

Sciopero contro la legge di stabilità, perplessa Confindustria

Il dubbio di via Bellinzona in merito alla manifestazione unitaria indetta dai sindacati: "Siamo davvero sicuri che questa forma di protesta vada davvero incontro alle esigenze delle aziende e dei loro dipendenti?"

Le motivazioni dei sindacati sono corrette e comprensibili, ma le modalità lasciano perplessi. Questa la posizione di Confindustria Modena in merito allo sciopero di quattro ore contro la Legge di Stabilità indetto per venerdì da Cgil, Cisl e Uil. Premettendo che "così come è stato articolato, l'impianto di questo importantissimo strumento", ossia la Legge di Stabilità, "non soddisfa le attese del sistema imprenditoriale", si legge in una nota della Confindustria modenese, "per certi versi, potremmo anche comprendere le motivazioni dei sindacati. Cgil, Cisl e Uil - prosegue la nota - si stanno opponendo a una manovra finanziaria che non accontenta nessuno e per la quale in sede di discussione parlamentare sono stati presentati oltre 3000 emendamenti. Ma ciò che non possiamo condividere, in questo particolare momento di difficoltà della nostra economia - scrive Confindustria Modena - sono le modalità della protesta".

Nel sottolineare come non sia "nelle nostre intenzioni mettere in discussione il diritto di sciopero, sancito formalmente dalla nostra Costituzione; tuttavia riteniamo opportuno rendere pubblica una riflessione che in questi giorni accomuna tantissimi nostri imprenditori: siamo davvero sicuri che questa forma di protesta vada davvero incontro alle esigenze delle aziende e dei loro dipendenti? Siamo davvero sicuri che quattro ore di sciopero, pur pienamente legittime, risultino davvero utili per tutte quelle imprese che sono impegnate con le unghie e con i denti a non perdere commesse? Siamo certi che questa interruzione del lavoro dia davvero una mano a tutte quelle aziende che con coraggio stanno investendo in mercati sempre più lontani?".

Pertanto, a giudizio degli industriali modenesi, "forse era il caso di pensare a una forma di protesta importante ma che non incidesse direttamente sull'attività delle imprese e sulle buste paga dei lavoratori. Abbiamo cinque anni di recessione alle spalle e la ripresa è poco più che un miraggio - chiosa la nota -: vale la pena togliere benzina, anche se per poco, a una macchina che sta tentando di ingranare la marcia?".

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