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Economia

La ricerca universitaria finisce in cucina, Unimore e Bompani studiano il "forno perfetto"

Fluidodinamica e connessione a internet per una cottura dei cibi perfetta. Al via un progetto di ricerca e sviluppo che vede protagonisti ricercatori e ingegneri dell'Università di Modena e Reggio Emilia e Bompani, storica azienda modenese di elettrodomestici made in Italy

Obiettivo: trasferire le conoscenze della progettazione fluidodinamica ai forni delle cucine di casa, per migliorare prestazioni e risultati di cottura. Non solo: azienda e ricercatori lavoreranno insieme per sviluppare una linea di forni completamente nuova e altamente performante; qui l'utilizzo di tecnologie ICT e wireless avanzate e di studi termo-fluidodinamici innovativi si combineranno con l'esperienza progettuale dei tecnici Bompani per ottenere nuovi prodotti unici. Grazie al progetto almeno 20 nuovi posti di lavoro

Modena a breve avrà un nuovo primato: non solo patria dei motori più veloci, ma anche della cottura perfetta. E questo grazie a un denominatore comune: la progettazione CAE termo-fluidodinamica, derivata direttamente dai settori automotive ed aerospace, che può esprimere un grande potenziale nella manifattura italiana. Da questa consapevolezza nasce la collaborazione tra Bompani, storica azienda modenese di cucine ed elettrodomestici, il Centro Interdipartimentale INTERMECH MO.RE. dell'Università di Modena e Reggio Emilia e la Fondazione Democenter: tutte realtà innovative e fortemente interessate al trasferimento tecnologico che, grazie a un progetto finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e dal piano nazionale Industria 4.0 del Ministero dello Sviluppo Economico, hanno cominciato a lavorare insieme per migliorare le prestazioni funzionali ed energetiche dei forni prodotti dall'azienda. Questo progetto genererà circa 20 nuovi posti di lavoro, di cui almeno 5 destinati a laureati.

Nella prima fase ci si concentrerà sullo sviluppo e l'ottimizzazione funzionale delle soluzioni attualmente in produzione, con l'obiettivo preciso di migliorare l'efficienza dei forni da cucina Bompani, sia in termini di consumi che di uniformità e precisione di cottura. Nella seconda fase del progetto – che ha una durata complessiva di tre anni – questo studio sarà la base per progettare una innovativa linea di forni, sempre in collaborazione con l'Università: la termo-fluidodinamica, l'utilizzo di innovazioni tecnologiche, compreso l' “internet delle cose”, e l'ottimizzazione dei processi produttivi porteranno alla creazione di un prodotto con l'ambizione di essere il nuovo punto di riferimento della cottura dei cibi a casa.

"Il progetto che Bompani ha deciso di sviluppare con il nostro gruppo di ricerca - afferma il prof. Massimo Milani del Dipartimento di Scienze e Metodi dell'Ingegneria dell'Università di Modena e Reggio Emilia - è un esempio complesso di trasferimento tecnologico orientato allo sviluppo prodotto, ed il suo completamento sarà possibile solamente attraverso una stretta integrazione delle competenze tra Accademia ed Industria. Il lavoro di questi primi mesi è stato davvero entusiasmante, e la spinta che l'azienda sta dando per introdurre metodologie 4.0 nel proprio percorso progettuale assolutamente innovativo".

Secondo Enrico Vento, amministratore delegato di Bompani, la partnership tra atenei e imprese è fondamentale in un tessuto industriale come quello emiliano, fatto in prevalenza da piccole e medie imprese, che hanno estremo bisogno di fare ricerca e innovazione: “Spesso le grandi multinazionali possono fare ricerca al proprio interno - sottolinea Vento - ma sono le medie e piccole aziende che hanno bisogno di un rapporto più forte con i centri ricerca e le università. Molte aziende presenti in Emilia sono sopravvissute alla crisi proprio grazie alla capacità di innovare”. E' stato così anche per Bompani: “Dopo anni difficilissimi Bompani si è salvata grazie a una svolta innovativa: un cambio di strategia, ovvero la vocazione totale al made in Italy. Bompani offre elettrodomestici prodotti esclusivamente in fabbriche italiane e la sinergia con l'Università di Modena e Reggio Emilia è un valore che va in questa direzione”. 

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