Andrea Van Cleef e Diego Potron in live al Collettivo Mattatoyo di Carpi
I due polistrumentisti Andrea Van Cleef e Diego Potron si esibiranno dal vivo sabato 30 ottobre a Carpi presso il Collettivo Mattatoyo (apertura ore 21.00, inizio live ore 22.00) con l’album d’esordio “Safari Station”, psych-blues dalle tante contaminazioni. Il progetto discografico è stato pubblicato a luglio per Rivertale Productions e li vede per la prima volta assieme su nastro. La serata è ad ingresso ‘Up to You’! (consigliato €5).
Il progetto viene presentato dal vivo da un quintetto, a completare la line-up oltre a Diego ed Andrea un terzetto di sessionmen tra cui spicca il nome di Diego Galeri, storico batterista dei Timoria. In scaletta i brani del disco e alcuni estratti dai repertori solisti dei due musicisti, in un set elettrico dalle caratteristiche desertiche e sognanti, non privo di ritmi quasi funk, in un contesto cinematografico, ad alto tasso evocativo. Un’esperienza da non perdere, un safari sonoro mai sentito prima in Italia.
Il progetto “Safari Station” è nato da un’idea di Paolo Pagetti, presidente della label Rivertale Productions, che ha pensato di unire due artisti della sua etichetta in un disco condiviso, affidando la produzione a un produttore dal curriculum internazionale, una garanzia, come Don Antonio Gramentieri.
Anticipato dal singolo dalle atmosfere dark folk blues “Rise Above All Gods”, “Safari Station” vanta un sound elettro acustico, ricco di riverberi e atmosfere “cinematografiche”, evocative, alla “true detective” in alcuni brani, psichedeliche e visionarie in altri. Si divide tra quattro brani scritti da DIEGO POTRON più legati a un’idea di songwriting “americano” che sono “500 Miles”, “Rise above all gods”, “Gang of boyz”, “Kay Zanset”, altrettanti quattro scritti da ANDREA VAN CLEEF dalle strutture più libere e psichedelico-sperimentali: “You and I Were Born For Better Things”, “You Can’t Hide Your Love Away”, “Mozuela”, “Spiderweb Blues”; un brano scritto da entrambi i musicisti (la title-track, con un testo particolarmente emotivo, legato alla scomparsa recente della madre di Andrea) e un’imprevedibile cover “In Zaire” di Johnny Wakelin, celebre successo disco-rock degli anni ‘70, rivisto questa volta in chiave folk-afrobeat, con una struttura ritmica afro che aleggia anche in altre parti del disco e un finale quasi prog in tempo dispari.
Gli stili dei due artisti provengono dallo stesso mondo, ma mantengono due identità ben distinte, che restano identificabili nello snocciolarsi dei brani, ma che a tratti si fondono influenzandosi reciprocamente, grazie all’eccellente lavoro di produzione di Don Antonio e agli intrecci strumentali di Piero Perelli e Nicola Peruch, due tra i più noti session men del nostro Paese, che hanno partecipato alle registrazioni del disco. L’album è stato registrato al Crinale Studio di Don Antonio Gramentieri a Brisighella (RA), in Romagna. Il mix è ad opera di Ivano Giovedì, il master di Lorenzo Caperchi.