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Balletto, con la "Traviata" si chiude la stagione al Teatro Comunale

Con la reinterpretazione del classico verdiano da parte del coreografo Richard Wherlock giunge al termine un programma costellato di première nazionali e assolute, che ha privilegiato la ricerca e il linguaggio contemporaneo

Con Traviata di Richard Wherlock, in replica ieri sera alle ore 21, si chiude la stagione di Balletto del Teatro Comunale, che sabato sera ha accolto un’altra interessante prima italiana. Nella libera interpretazione di grandi classici della danza come Romeo e Giulietta, Lo schiaccianoci e il Lago dei cigni il genio del coreografo inglese si è lasciato ammaliare da una delle figure femminili più seducenti che l’arte abbia mai consacrato, creando nel 2008 un'altra mise en scene per gli eccellenti danzatori del Basel Ballet, del quale Wherlock è direttore artistico e coreografo principale dal 2001. Marie Du Plessis nella realtà, Marguerite Gautier in La Dame aux camélias, il romanzo di Dumas figlio che l’ha resa immortale, Violetta nella Traviata di Giuseppe Verdi, Camille nel film di George Cukor, sono queste le identità della cortigiana parigina la cui triste storia d’amore, da più di un secolo, attraversa tutti i linguaggi artistici ponendo la società di fronte alla propria ipocrisia.

Pochi tendaggi che entrano ed escono a vista e alcuni tavoli portati in scena dai ballerini rievocano, quasi per contrasto, l’atmosfera dello sfavillante demie-monde parigino di cui Wherlock sembra farsi beffa attraverso coreografie corali ricche di movimento contemporaneo che, privo di sbavature tecniche, prende le distanze dagli stereotipi del sentimentalismo piccolo borghese. Maggiore introspezione psicologica spetta invece ai personaggi principali, in particolar modo a Marguerite e all’amato Armand, che con fermezza tecnica e convincente espressività trasmettono il realismo insito nel soggetto. Tante prese giocate sulla fusione di tecnica contemporanea e linguaggio classico-accademico scivolano impalpabili come i costumi che semplificano la moda dell’epoca. Perfetta la scelta musicale che abbandona la partitura delle arie verdiane per una Traviata più vicina al turbinio mondano francese che rivive sulle note di artisti parigini e non, tra cui Erik Satie e Dmitrij Sciostakovic, vissuti tra fine Ottocento e primi del Novecento.

Dopo la perfezione de La Dame aux camélias creata dal grande coreografo John Neumeier nel 1978 sulle note di Chopin, si poteva temere la caduta in una pallida imitazione, ma Wherlock ha saputo caratterizzare la propria lettura con originalità. In conclusione, un programma, quello di quest’anno, costellato di première nazionali e assolute, che ha privilegiato la ricerca e il linguaggio contemporaneo, alimentando la vitalità del panorama teatrale modenese, lasciando però a bocca asciutta i ballettomani più affezionati al repertorio classico, che avrebbero certamente gradito la vista di qualche tutù.

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