"Canto per l'Europa": a Modena Paolo Rumiz insieme all'European Spirit of Youth Orchestra
Nel momento in cui attorno a noi tornano reticolati e si parla di chiusura di porti, l'orchestra diretta dal maestro Igor Coretti Kuret offre il miracolo di un'Europa "sinfonica", dove ragazzi giunti da Paesi talvolta antagonisti fra loro, vivono, grazie all'ascolto, la loro diversità non come problema ma come inestimabile ricchezza.
L'European Spirit of Youth Orchestra, ESYO, arriva al BPER Forum Monzani di Modena venerdì 21 dicembre alle 21.15 con "Canto per l'Europa": settanta giovani musicisti under 18 provenienti da Croazia, Albania, Ungheria, Cina, Polonia, Estonia, Slovenia, Serbia, Romania, Ucraina e altri 10 stati del mondo. Una voce narrante, quella del giornalista e scrittore Paolo Rumiz, che racconta i grandi temi dell'Europa di oggi e di ieri. Questa è la formula della ESYO, European Spirit of Youth Orchestra: un progetto unico nel panorama delle orchestre sinfoniche giovanili internazionali, che si rinnova ogni anno coinvolgendo talenti sempre nuovi, selezionati nelle più prestigiose scuole di musica europee.
ESYO è una scuola di convivenza per giovani studenti di culture diverse creata dal maestro Igor Coretti Kuret, direttore d’orchestra di origini slovene che da trent'anni offre a nuove generazioni di musicisti l'occasione di vivere un'esperienza sinfonica e al tempo stesso di confrontarsi con i valori della cooperazione e dell’impegno civile.
Dal 2015 la voce di Paolo Rumiz, scrittore e giornalista di fama internazionale, è diventata parte integrante dell’orchestra. Le sue composizioni narrative, modulate sulle sinfonie, si sviluppano attorno a un tema diverso ogni anno.
"Lavoro da cinque anni come voce narrante di questa orchestra giovanile europea che assembla ragazzi e ragazze spesso figli dei Paesi più euroscettici del continente, e ogni anno assisto alla stessa, stupefacente metamorfosi. Li vedo arrivare fieri ambasciatori della loro nazione e li vedo ripartire a fine tournée come festosi ambasciatori dell'idea europea - spiega Paolo Rumiz - Non hanno rinunciato ad un briciolo della loro identità nazionale. Si sono semplicemente limitati ad abbassare il livello del loro ego per suonare assieme. Questo vuol dire "sinfonia". Hanno imparato ad ascoltarsi. A vivere la loro diversità come una risorsa. Sono diventati uomini nel giro di un mese".