"Diplomacy - Una notte per salvare Parigi", alla Sala Truffaut dal 1° gennaio
Prosegue alla sala Truffaut la rassegna "Spazio aperto – Inediti e riscoperte". In cartellone da giovedì 1 mercoledì 7 gennaio il film di Volker Schlöndorff presentato al Festival di Berlino, DIPLOMACY – UNA NOTTE PER SALVARE PARIGI (Germania/Francia 2014, 88’). Feriali ore 21.15, festivi ore 18.30 e 20.30.
La notte tra il 24 e il 25 agosto 1944, il destino di Parigi è nelle mani del generale Von Choltitz, che su ordine di Hitler si sta preparando a far saltare la capitale. Reduce dalla Prussia, il generale non ha mai avuto alcuna esitazione nell'eseguire gli ordini che gli vengono impartiti e questo è proprio ciò che preoccupa il console svedese Nordling mentre sale la scala segreta che lo conduce nella stanza di Von Choltitz all'hotel Maurice. I ponti sulla Senna, i principali palazzi di Parigi, Notre Dame e la torre Eiffel vengono minati e sono pronti ad esplodere ma il console è disposto ad usare tutte le sue armi diplomatiche per convincere il generale a non rispettare l'ordine di distruzione.
Si può fare un film appassionante (per di più su una storia di cui già si conosce il finale) girandolo quasi esclusivamente in una stanza e con due soli attori (o quasi) che fanno a gara per bravura nel contendersi e dominare la scena e lasciarci col fiato sospeso? Certo che sì.
I precedenti sono illustri, ad esempio Hitchcock con Nodo alla gola e Polanski con La morte e la fanciulla (anche se lì i protagonisti principali erano tre) o col più recente (e per chi scrive splendido anch'esso) Venere in pelliccia. Stavolta l'impresa riesce benissimo anche a Volker Schlöndorff, che partendo come i suoi illustri colleghi da una pièce teatrale, di Cyril Gely, realizza un film appassionante il cui valore aggiunto sono le grandi prove dei due protagonisti principali, Niels Arestrup nei panni del generale nazista Von Choltitz che ha l'ordine di far saltare in aria Parigi ed André Dussollier, in quelli del console svedese Raoul Nordling, che userà la sua dialettica per far recedere il militare dai suoi orrendi propositi.
Schlöndorff dimostra di non aver perso lo smalto dei tempi migliori (vinse la Palma d'Oro a Cannes ex aequo con Apocalypse Now e l'Oscar per il Miglior Film Straniero per Il tamburo di latta) e realizza un "piccolo" grande film, quasi una sorta di thriller storico, vista la suspense che sa regalare.