A Modena la prima biografia sulla figura della Serva di Dio Anna Maria Bartolacelli
A vent’anni dalla morte, esce la prima biografia sulla figura e la spiritualità della Serva di Dio Fulgida Anna Maria Bartolacelli (di Angelo Belloni, Edizioni CVS, 224 pagine, 12 euro), Silenziosa Operaia della Croce e testimone prezioso della chiesa modenese. Il libro verrà presentato il 25 ottobre presso il Centro Famiglia di Nazareth, in Via Formigina 319 a Modena, alle 15,30. Saranno presenti l'autore don Angelo Belloni, il Presidente della confederazione internazionale del Centro Volontari della Sofferenza don Armando Aufiero e mons. Giuseppe Verucchi, Arcivescovo Emerito di Ravenna.
Fulgida Anna Maria Bartolacelli nasce il 24 febbraio 1928 a Rocca Santa Maria, in provincia di Modena, da una famiglia umile. Alta solo 60 cm e affetta da una forma grave di nanismo e rachitismo, vive i suoi 65 anni in una piccola carrozzella. Attiva fin dalla giovane età nella diocesi modenese, incontra per la prima volta nel 1961 a Lourdes monsignor Luigi Novarese (1914 – 1984), fondatore dei Silenziosi Operai della Croce e del Centro Volontari della Sofferenza, beatificato a Roma l’11 maggio 2013, durante il pellegrinaggio dei sacerdoti malati della Lega Sacerdotale Mariana e rimane conquistata dalle sue idee sulla valorizzazione della sofferenza.
Nel 1964 si consacra nei Silenziosi Operai della Croce e prosegue il suo apostolato nella convinzione che l’ammalato, abituato a sentirsi compatito e oggetto passivo della carità altrui, debba cambiare atteggiamento. Muore il 27 luglio 1993 e, presso la chiesa di S. Agostino di Modena, il 18 ottobre 2008 inizia l’inchiesta diocesana per la causa di beatificazione e canonizzazione.
“Il nostro tempo – si legge nell’introduzione della biografia - ha bisogno di tali punti di riferimento per ridare senso e speranza a tutte quelle esistenze molto sofferte che frettolosamente ed egoisticamente vengono giudicate non degne di vita”.
Un libro fortemente voluto dal CVS di Modena e dal responsabile diocesano Marco Pellacani che intende promuovere la figura della Serva di Dio Bartolacelli che, sulla scia del beato Luigi Novarese, “ha avuto il coraggio di lanciare nel suo ambiente e per tutta la vita l’appello alla valorizzazione della sofferenza come via di salvezza per il malato che non può rassegnarsi all’isolamento ma deve diventare soggetto d’azione per gli altri e per la società.