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Cultura Viale Carlo Sigonio, 382

Teatro delle Passioni, il cartellone della stagione 2018/19

9 - 21 OTTOBRE
da martedì a venerdì ore 21 | sabato ore 20 | domenica ore 15.30 | lunedì 15 ottobre ore 15 | giovedì 18 ottobre riposo

Il giardino dei ciliegi
Trent’anni di felicità in comodato d’uso                
ideazione e drammaturgia Kepler-452 (Paola Aiello, Enrico Baraldi, Nicola Borghesi)
regia Nicola Borghesi
con Annalisa e Giuliano Bianchi, Paola Aiello, Nicola Borghesi, Lodovico Guenzi
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione

6 - 11 NOVEMBRE
da martedì a venerdì ore 21 | sabato ore 20 | domenica ore 17

Totò e Vicé                            
di Franco Scaldati
interpretazione e regia Enzo Vetrano e Stefano Randisi
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione
in collaborazione con Le Tre Corde - Compagnia Vetrano Randisi

13 - 18 NOVEMBRE 
da martedì a venerdì ore 21 | sabato ore 20 | domenica ore 17

Riccardo3
L’avversario                                
di Francesco Niccolini
molto liberamente ispirato a Riccardo III
di William Shakespeare e ai crimini di Jean-Claude Romand
regia Enzo Vetrano e Stefano Randisi
con Enzo Vetrano, Stefano Randisi e Giovanni Moschella
produzione Arca Azzurra Produzioni / Emilia Romagna Teatro Fondazione
in collaborazione con Le Tre Corde - Compagnia Vetrano Randisi 

27 NOVEMBRE - 2 DICEMBRE
da martedì a venerdì ore 21 | sabato ore 20 | domenica ore 17.00 

Quasi niente                            
progetto Daria Deflorian e Antonio Tagliarini
liberamente ispirato al film “Il deserto rosso” di Michelangelo Antonioni
con Francesca Cuttica, Daria Deflorian, Monica Piseddu, Benno Steinegger, Antonio Tagliarini 
produzione A.D. / Teatro di Roma – Teatro Nazionale / Teatro Metastasio di Prato /Emilia Romagna Teatro Fondazione

4 - 16 DICEMBRE 
martedì, giovedì, venerdì e mercoledì 12 dicembre ore 21 | sabato ore 17 maratona I e II parte | domenica ore 15.30 | mercoledì 5 dicembre ore 15

Afghanistan: enduring freedom seconda parte        
di Richard Bean, Ben Ockrent, Simon Stephens, Colin Teevan, Naomi Wallace 
regia Ferdinando Bruni e Elio De Capitani
con Claudia Coli, Michele Costabile, Enzo Curcurù, Alessandro Lussiana, Fabrizio Matteini, Michele Radice, Emilia Scarpati Fanetti, Massimo Somaglino, Hossein Taheri, Giulia Viana
coproduzione Teatro dell’Elfo e Emilia Romagna Teatro Fondazione
in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival - Napoli Teatro Festival

8 - 20 GENNAIO
martedì, giovedì, venerdì e mercoledì 9 gennaio ore 21 | sabato ore 20 | domenica ore 15.30 | mercoledì 16 gennaio ore 15

Per il tuo bene
di e regia Pier Lorenzo Pisano
con Alessandro Bay Rossi, Marco Cacciola, Laura Mazzi, Marina Occhionero, Edoardo Sorgente
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Arca Azzurra Produzioni
Testo vincitore del Premio Riccione – Pier Vittorio Tondelli 2017
prima assoluta

29 - 30 gennaio
martedì e mercoledì ore 21

Dentro le cose
di e con Febo Del Zozzo 
ideazione audio, luci e allestimento Febo Del Zozzo
produzione Laminarie 

Con Dentro le cose, ultima produzione di Laminarie di e con Febo Del Zozzo, la compagnia sceglie di confrontarsi con alcune figure esemplari di cui si indaga la radicalità del pensiero e delle opere, “figure esemplari” che hanno negato consenso alla forza cieca del potere aprendo varchi luminosi di cambiamento cui Laminarie ha dedicato negli anni performance e monografie: Jackson Pollock, Varlam Šalamov e Constantin Brancusi. A partire dalle produzioni precedenti, Dentro le cose procede attraverso azioni inedite tentando un nuovo punto di vista sul linguaggio scenico a partire dalla materia e dai dispositivi scenici utilizzati per visualizzare il senso della nuda azione. Proiezione Verticale - avvicinamento a Constantin Brancusi (2012), Jackson Pollock - l’azione non agente (2008), Esagera-dedicato a Varlam Šalamov (2000) dialogano tra loro nella sintesi di strutture scenografiche, azioni performative, suoni e testi che prendono così nuova vita.

1 - 3 febbraio 2019
venerdì ore 21 | sabato ore 20 | domenica ore 17

10 miniballetti
regia, coreografia, danza Francesca Pennini 
drammaturgia e disegno luci Angelo Pedroni, Francesca Pennini
coproduzione CollettivO CineticO, Le Vie dei Festival, Danae Festival

Un’antologia di danze in bilico tra geometria e turbinio dove l’elemento aereo è paradigma di riflessione sui confini del controllo. Correnti e bufere, ventilatori e droni, uccelli e grand-jeté diventano allegorie sul legame tra coreografia e danza in un’indagine che rimbalza tra la ripetibilità del gesto e l’improvvisazione, tra la scrittura e l’interpretazione. A fare da spartito un quaderno delle scuole elementari su cui Francesca Pennini annotava decine di coreografie mai eseguite. Una macchina del tempo per un’impossibile archeologia che si declina sulla scena in una serie di possibilità strampalate. Il corpo viene messo alla prova prendendo in prestito i principi della termodinamica, passando dalla plasticità ginnica alla dinamica più vaporosa ed effimera. Tra contorsioni e sforzi asfittici si innesca uno scambio respiratorio che mescola i volumi tra corpo e spazio, tra scena e pubblico in una geografia mobile, sospesa e decisa, fluttuante e depositata.

5 - 6 febbraio 
martedì e mercoledì ore 21

Vizio di Forma
uno spettacolo liberamente ispirato all’opera di Primo Levi
di e con Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni
produzione archivio zeta 2017 / progetto areadibrocà

Lavoriamo sull’opera più nascosta di Primo Levi, nel centenario della sua nascita, alla ricerca di una sua voce cosmica e poetica, nel tentativo di trovare destinatari e significati per un “balbettio radio senza destinatario e senza senso”: siamo partiti dallo studio dei racconti di fantascienza scoprendo un mondo ricchissimo di idee, predizioni, immagini, angosce. La scrittura di questo lucido intellettuale (troppo spesso intrappolato nel consolatorio ruolo di testimone) è un pozzo senza fine di riflessioni filosofiche sull’essere umano oggi, sul potere della tecnica, sul destino delle nostre coscienze, sul tessuto originario, sulla falsificazione del linguaggio, sull’abuso pornografico delle immagini, sulla distruzione della natura. 
Ci troviamo in un buco nero e una funzionaria, specialista nel mestiere di infilare anime nei corpi, cerca di venderci, a noi - non-nati -, la vita sulla terra: non ci saranno altre occasioni, i candidati sono tanti e ognuno dovrà scegliere in piena libertà. 
Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni

12 - 17 FEBBRAIO 
da martedì a venerdì ore 21 | sabato ore 20 | domenica ore 17

BELVE una farsa
di Armando Pirozzi
uno spettacolo di Massimiliano Civica
con Alberto Astorri, Salvatore Caruso, Alessandra De Santis, Monica Demuru, Vincenzo Nemolato, Aldo Ottobrino
produzione Teatro Metastasio di Prato
con il sostegno di Armunia Centro di Residenze Artistiche Castiglioncello

BELVE racconta l'evolversi al limite del delirio di una cena tra due coppie diverse tra loro ma intimamente legate. In un clima di crescente tensione e violenza, tra frutti di mare, strane macchinazioni e improbabili convitati, la storia ribalta di continuo il folle gioco del dominio e del potere che ogni personaggio cerca di stabilire sull'altro, ma in realtà, alla resa dei conti, tende sempre a rivelarsi molto diversa da ciò che ci si aspetta. La farsa è, credo, l'unico vero genere teatrale, quello che rifiuta, più di tutti gli altri, ogni possibilità di trasformazione o ibridazione. Ha delle regole di ferro, che in pratica non sono mai cambiate, da Plauto a Billy Wilder. Il suo tema nascosto è sempre il denaro e il potere che ne deriva. Ed è forse proprio per questo che la farsa è sempre prossima all'incubo, alla follia e al thriller, anche se allegramente trasformati in un gioco paradossale, decisamente fuori di testa e più divertente possibile.
Armando Pirozzi

19 - 22 FEBBRAIO
da martedì a venerdì ore 21

La scortecata 
liberamente tratto da “Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile
testo e regia Emma Dante 
con Salvatore D’Onofrio, Carmine Maringola 
produzione Festival di Spoleto 60, Teatro Biondo di Palermo 
in collaborazione con Atto Unico / Compagnia Sud Costa Occidentale  

Lo cunto de li cunti overo lo trattenimiento de peccerille, noto anche col titolo di Pentamerone (cinque giornate), è una raccolta di cinquanta fiabe raccontate in cinque giornate, scritte da Giambattista Basile. Il dialetto napoletano dei suoi personaggi, nutrito di espressioni gergali, proverbi e invettive popolari, produce modi e forme espressamente teatrali tra lazzi della commedia dell’arte e dialoghi shakespeariani. La scortecata è lo trattenimento decemo de la iornata primma e narra la storia di un re che s’innamora della voce di una vecchia. Il re, gabbato dal dito che la vecchia gli mostra dal buco della serratura, la invita a dormire con lui. Ma dopo l’amplesso, accorgendosi di essere stato ingannato, la butta giù dalla finestra. La vecchia non muore ma resta appesa a un albero. Da lì passa una fata che le fa un incantesimo, e diventata una bellissima giovane, il re se la prende per moglie. In una scena vuota, due uomini, a cui sono affidati i ruoli femminili come nella tradizione del teatro settecentesco, drammatizzano la fiaba incarnando i personaggi.

15 - 17 MARZO
venerdì ore 21 (I parte) | sabato ore 20 (II e III parte) | domenica ore 15.30 maratona (I, II e III parte)

Storia di un’amicizia
tratto dalla tetralogia “L’amica geniale” di Elena Ferrante (Edizioni e/o) 
testi: Elena Ferrante (brani da “L’amica geniale”), Chiara Lagani (brani liberamente ispirati a Frank Lyman Baum, Toti Scialoja, Wislawa Szymborska)
ideazione Chiara Lagani e Luigi De Angelis
con Chiara Lagani e Fiorenza Menni
produzione Napoli Teatro Festival, Ravenna Festival, E-production
in collaborazione con AtelierSì

Lo spettacolo, diviso in tre capitoli (Le due bambole, Il nuovo cognome e La bambina perduta), si basa sulla storia dell'amicizia tra due donne, seguendo passo passo la loro crescita individuale, il modo di influenzarsi reciprocamente, i sentimenti, le condizioni di distanza e prossimità che nutrono nei decenni il loro rapporto. Sullo sfondo la coralità di una città/mondo dilaniata dalle contraddizioni del passato, del presente e di un futuro i cui confini feroci faticano ancora a delinearsi con nettezza. Il rapporto tra le biografie delle due donne e la Storia di un Paese travagliato dalle sue metamorfosi si intrecciano in una sorta di agone narrativo che procede per squarci subitanei ed epifanie improvvise. 
Nel romanzo della Ferrante, Un’amicizia era il titolo del libro che raccontava, a posteriori, la vicenda del rapporto tra due donne; Storia di un’amicizia diviene qui, invece, il titolo del racconto, in forma di spettacolo, che Elena Greco (Chiara Lagani) compone a partire dalle vicende di una vita che la legano a Lina Cerullo (Fiorenza Menni), la sua amica geniale.

20 - 21 MARZO 
mercoledì e giovedì ore 21

Is,Is Oil
liberamente ispirato a Petrolio di Pier Paolo Pasolini
regia Andrea Adriatico
cast in via di definizione
produzione Teatri di Vita

Petrolio è un vastissimo e folgorante affresco simbolico dell’attualità, nel quale Pasolini racconta la grande trasformazione antropologica degli italiani fra gli anni ‘50 e gli anni ‘70, così come le grandi manovre occulte che intrecciano affarismo, mafia e politica. Petrolio è l’intreccio di diverse narrazioni. È la storia dell’ingegnere Carlo, che si sdoppia nel sociale “Carlo di Polis” e nel sensuale “Carlo di Tetis”, ed è la storia dell’Eni, il colosso petrolifero italiano, che gestisce la principale fonte di energia, tra gli intrallazzi politici e la grande criminalità. Lo spettacolo ricuce alcuni dei mille fili di cui è intessuto il romanzo, ponendosi al tempo stesso come una riflessione sulle trasformazioni sociali e antropologiche dell’Italia, una analisi delle dinamiche di potere, un attraversamento delle mitologie, uno scavo nei meandri dell’eros, e un omaggio a Pasolini a 40 anni dalla morte del più lucido intellettuale italiano del dopoguerra.

28 - 30 MARZO
giovedì e venerdì ore 21 | sabato ore 20

Littoral
di Wajdi Mouawad
traduzione Giulia Pizzimenti
regia Vincenzo Picone
con Davide Gagliardini, Silvia Lamboglia, Luca Nucera, Gian Marco Pellecchia, Giulia Pizzimenti
Massimiliano Sbarsi, Emanuele Vezzoli
produzione Fondazione Teatro Due di Parma 

Il giovane Wilfrid si trova di fronte a un compito inaspettato: seppellire il corpo del padre che non ha mai conosciuto. Inizia da qui un percorso ironico, grottesco e a volte surreale in cui il protagonista si muove nei meandri della sua memoria accompagnato da un fantomatico cavaliere – memoria della sua infanzia perduta – da una troupe cinematografica, che continuamente interrompe la sua ricerca cercando di fissare i suoi ricordi in un montaggio filmico, e dallo stesso padre ormai defunto che, come il fantasma di Amleto, lo accompagna verso il luogo della sepoltura, la terra natia dei suoi avi. Qui, in un luogo abbandonato e distrutto dalla guerra Wilfrid incontra altri ragazzi come lui, altri giovani che hanno perso il Padre e che per diventare gli uomini di domani devono fare i conti col proprio passato. Il testo di Wajdi Mouawad è una profonda riflessione sul rapporto tra Padri e Figli, tra Tradizione e Innovazione, tra Passato e Futuro.

2 - 3 APRILE
martedì e mercoledì ore 21

MACBETTO o la chimica della materia
trasmutazioni da Giovanni Testori
ideazione, spazio, costumi e regia Roberto Magnani
in scena Roberto Magnani, Consuelo Battiston, Eleonora Sedioli
produzione Teatro delle Albe/Ravenna Teatro, Masque Teatro, menoventi/e-production
vietato ai minori di 14 anni

MACBETTO è un’opera materica, biologica, un farsi e disfarsi continuo che richiama le ragioni profonde del teatro stesso, essendo quest’ultimo, appunto, biologia. Ricorre quindi un continuo sporcarsi, ma contrastato dalla tensione tutta verticale a cui si aggrappa il personaggio di Macbet, soprattutto nei dialoghi diretti con colui che sembra sovraintendere a ogni cosa, lo Scrivano “creatore di me e di questa lingua porcellenta e falsatoria”. La medesima impurità caratterizzerà la relazione tra gli interpreti dello spettacolo. I tre attori-performer, provenienti da teatri e percorsi diversi, dovranno cercare la difficile intonazione di tre strumenti differenti, preservando e facendo anzi esplodere la precisa identità di ciascuno. L’intenzione di lavorare sul MACBETTO nasce dalla volontà di proseguire una particolare ricerca rivolta agli aspetti musicali della lingua teatrale. Il Teatro esige una propria lingua, che io cerco diversa e lontana da quella del quotidiano, e Testori consegna in MACBETTO una lingua poetica che si fa canto.
Roberto Magnani

9 - 14 APRILE
Trilogia della compagnia Mitipretese

produzione Centro di Produzione La Fabbrica dell'Attore – Teatro Vascello (Roma), CTB Centro Teatrale Bresciano
per Mitipretese

9 - 10 APRILE
martedì e mercoledì ore 21
Festa di famiglia
da Luigi Pirandello
testo e regia Mitipretese 
collaborazione drammaturgica di Andrea Camilleri
con Fabio Cocifoglia, Manuela Mandracchia, Liliana Massari, Alvia Reale, Diego Ribon, Sandra Toffolatti
luci e impianto scenico Mauro De Santis
con canti dal vivo della tradizione popolare italiana e musiche originali

11 - 12 APRILE
giovedì e venerdì ore 21
Le troiane / Frammenti di tragedia
da Euripide
regia e drammaturgia Mitipretese
con Manuela Mandracchia, Liliana Massari, Alvia Reale, Sandra Toffolatti

13 -14 APRILE
sabato ore 20 | domenica ore 17
Roma ore 11                        
di Elio Petri
con Manuela Mandracchia, Liliana Massari, Alvia Reale, Sandra Toffolatti
regia Mitipretese
Premio ETI – gli Olimpici del Teatro 2007 come migliore spettacolo di innovazione

Mitipretese è un gruppo teatrale che nasce dal desiderio di ricavarsi uno spazio di lavoro collettivo focalizzandosi sulle tematiche femminili. Nascono così tre differenti spettacoli: Roma ore 11, Troiane/Frammenti di tragedia e Festa di Famiglia. La donna nel mondo del lavoro. Con Roma ore 11, il testo di Elio Petri, dalla nota vicenda di cronaca del 1951, si parla della condizione femminile nel mondo del lavoro. La donna e la guerra. Con Troiane/Frammenti di tragedia, attingendo da grandi poeti come Euripide, Omero, Seneca, Ovidio, si racconta come in ogni guerra la donna sia sempre doppiamente vittima. La donna nelle dinamiche familiari. Con Festa di famiglia, un originale adattamento da testi di Luigi Pirandello, con la collaborazione speciale di Andrea Camilleri, si indagano le dinamiche violente all'interno del nucleo familiare.

4 - 19 MAGGIO
mercoledì, giovedì, venerdì e martedì 14 maggio ore 21 | sabato ore 20 | domenica ore 15.30| martedì 7 maggio ore 15

A piacer vostro
da William Shakespeare
adattamento e regia Nanni Garella
con gli attori di Arte e Salute
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione
in collaborazione con Regione Emilia Romagna Progetto “Teatro e salute mentale”, Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda USL di Bologna

30 - 31 MAGGIO
giovedì e venerdì ore 21

MAYBE I SHOULD JUST TAKE A WALK (with no destination) 
dedicato a Sam Shepard 
regia Enrico Casagrande e Daniela Nicolò
drammaturgia Daniela Nicolò
con gli allievi de La Manufacture - Haute école des arts de la scène (Coline Bardin, David Brancato, Estelle Bridet, Arianna Camilli, Azelyne Cartigny, Guillaume Ceppi, Anastasia Fraysse, Aurélien Gschwind, Mathilde Invernon, Agathe Lecomte, Antonin Noël, Martin Reinartz, Elsa Thebault, Gwenaëlle Vaudin, Adèle Viéville)
produzione La Manufacture - Haute école des arts de la scène con Motus
spettacolo in francese con sottotitoli in italiano 

Da sempre amiamo i deserti, gli spazi abbandonati, dimenticati, vuoti, dove tutto rimane da inventare, dove niente ostacola lo sguardo… E la scrittura di Sam Shepard, l’ultimo cowboy, è immersa nel deserto. Abbiamo scelto quest’autore, che se ne è andato il 27 luglio 2017, due giorni dopo aver terminato (con l’aiuto di Patti Smith) il suo ultimo romanzo Spy of the first person, scrittore ma anche attore, sceneggiatore, drammaturgo, regista, musicista rock… perché il nostro teatro si rispecchia in queste multiple identità.
Siamo partiti dalla raccolta di testi brevi Motel Chronicles, perché è un’opera proteiforme, frammentaria ed eclettica, che ci ha permesso di sviluppare con gli studenti una ricerca personale e collettiva. Abbiamo lavorato sui rapporti umani destrutturati, le relazioni familiari andate in frantumi, i personaggi solitari in cerca di ricostruzione in un paese sulla via della perdizione. Come scrive Pasolini in Appunti per un film su San Paolo: «non c’è altra metafora del deserto che la vita quotidiana».

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