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Cultura Lama Mocogno

Curiosità Modenesi | I fuochi di Barigazzo. La leggenda delle fiamme di Lama Mocogno

Un fenomeno fisico che ha dato vita ad una leggenda che vede protagonisti i boschi di Lama Mocogno, nei quali una giovane fanciulla fu rapita da un vile scudiero, ma le fiamme la salvarono

Nei pressi di Lama Mocogno, lungo la via Giardini, esiste una località caratterizzata da uno strano fenomeno fisico, i cosidetti "Fuochi di Barigazzo", ovvero fiamme che si generano nelle fratture del terreno. Come ogni fenomeno anomalo della natura, la creatività popolare non ha potuto non ricollegarlo ad un'antica leggenda, ambientata appunto proprio in quel luogo, vicino alla chiesa di San Giorgio. 

Secondo la leggenda, Obizzo di Montegarulo, il signore dell'Alto Frignano, era in viaggio lungo il suo feudo insieme al fidato scudiero, quando all'improvviso si presentò nella nottata una tempesta, così i due cercarono un riparo sicuro. Nelle vicinanze c'era una casetta umile e povera, e al suo interno una giovane fanciulla rimasta orfana. Quando la ragazza vide alla porta il suo Signore con lo scudiero, le gambe iniziarono a tremarle, ma costretta dalla paura aprì agli ospiti indesiderati. 

I due passarono la notte in quella cascina, sfamati dalla donna, e dormendo al suo interno finché non fosse terminata la tempesta. Il giorno seguente Obizzo e lo scudiero, vedendo spuntare il Sole al crepuscolo, abbandonaro il rifugio e tornarono nel castello. La fanciulla pensò che fosse tutto finito, quand'ecco che alla sua porta si ripresentò lo scudiero, che aveva trovato la giovane così bella che non poteva non averla. 

Aperta la porta con la forza, rapì la ragazza e scappò via con il suo cavallo. La giovane piangeva e chiedeva pietà, ma lo scudiero sembrava sordo alle sue richieste, così la fanciulla si mise a pregare, chiedendo la morte piuttosto che perdere il suo onore. Dopo pochi attimi, appena passata la chiesa di San Giorgio, lo scudiero fermò la propria corsa, non perché fosse arrivata la morte tanto supplicata dalla ragazza, ma a causa di un cavaliere biondo e bello, che con il suo cavallo bianco gli avevano sbarrato la strada.

Lo scudiero sguainò la spada, ma nell'attaccare il cavaliere nemico colpì mortalmente la fanciulla che cadde a terra. La morte della ragazza generò fratture nel terreno dalle quali uscirono lingue di fuoco che bruciarono il cavaliere e il suo cavallo, prima che venissero divorati dal burrone appena creato. Non vi preoccupate, la storia vuole che la giovane fu trovata poco dopo nell'agonia, ma viva e sana, circondata da piccole fiammelle. 

La leggenda cerca di spiegare quello che fisicamente è un fenomeno comprensibile, ovvero da quelle fratture del terreno fuoriescono dei gas idrocarburi, che a contatto con l'aria possono generare fiamme.

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