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Cultura Castelnuovo Rangone / Via della Conciliazione

Nuovo spazio culturale a Castelnuovo, con Crac l'arte si mette in vetrina

Sabato 7 aprile inaugura uno spazio unico per le mostre permanenti

CRAC è l’acronimo di Castelnuovo Rangone Arte Contemporanea e bastano queste quattro parole a sintetizzare il senso dell’innovativo progetto che sarà inaugurato il prossimo 7 aprile.  Lo spazio di via della Conciliazione, ricavato in una sala comunale all’interno delle antiche mura cittadine, diventerà la sede di installazioni permanenti bimestrali ad opera di artisti contemporanei. Con CRAC l’aggettivo “permanente” riferito alle mostre è da intendersi alla lettera: lo spazio, infatti, è illuminato dall’interno e grazie alla vetrina trasparente le opere d’arte sono visibili dall’esterno ventiquattr’ore su ventiquattro, 365 giorni all'anno, da chiunque. 

L’idea di CRAC è di abbattere in un certo senso le barriere fisiche per consentire una fruizione piena e ininterrotta delle opere artistiche, svincolando l’esperienza della visita della mostra a orari o giorni prestabiliti. Il tutto in un contesto pubblico che richiama il legame tra la storia – CRAC valorizza una parte delle antiche mura cittadine – e la contemporaneità artistica che nello spazio troverà ospitalità. Ad inaugurare il nuovo spazio sarà Marika Ricchi con “Radices Omnium”, dal 7 aprile al 15 maggio.

Le mostre, con durata bimestrale, proseguiranno per tutto l’anno: dopo Marika Ricchi sarà la volta di Massimiliano Galliani con “ANIMÆ”, di Andrea Cereda con “Custodi” e di Elysia Athanatos con “Da Occidente a Oriente”.

“Con Crac – sottolineano il sindaco di Castelnuovo Rangone Massimo Paradisi e l'assessore alla cultura Sofia Baldazzini - diamo concretezza all'idea di cultura che vogliamo promuovere: accessibile a tutti, innovativa, di grande qualità, con un occhio di riguardo per i talenti emergenti che qui possono trovare uno spazio a loro disposizione. E siamo felici che questo spazio ci consenta, allo stesso tempo, di valorizzare un tratto delle nostre mura duecentesche, esprimendo così in maniera plastica il rapporto tra la lunga storia della nostra comunità e la sua capacità di sperimentare in tutti i campi, arte compresa”.
 

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