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Cultura

Il sound dei Fergus sul palco di Portile - L'intervista

Sarà il sound graffiante dei Fergus ad animare la festa della birra di Portile il prossimo 13 ottobre, nella sede della polisportiva che ospita la quarta edizione dell'evento. Un gruppo formato da appassionati di musica che si sono formati da soli, che seguono la loro passione trasmettendo una carica impressionante al pubblico, quella carica che solo chi ha la musica nel sangue può trasmettere.

Fergus, da dove nasce questo nome?
"La scelta del nome di un gruppo è più difficile della scelta della musica da fare. Non ci piace prenderci troppo sul serio e così abbiamo pensato a un nome scherzoso e ci è venuto in mente il cagnolino della pubblicità della Bud Light che si chiama appunto Fergus"

Cosa propone la vostra band?
"Proponiamo una serata di divertimento con musica dal vivo che, in un mondo fatto di musiche pre-registrate, riteniamo una proposta più sincera e diretta. La scaletta ripropone classici non solo del rock con brani riarrangiati con gusto nostro in modo che siano coinvolgenti e ballabili per trascorrere insieme al nostro pubblico una serata "old school""

Quali sono i pezzi "old school" che proponete?
Andiamo dai Clash ai Queen, dagli Abba ai Beach Boys, dai Talkin' heads ai Franz Ferdinand passando per le hit storiche di rock italiano come Vasco e la Nannini"

Quando nascono i Fergus?
"Con questa formazione nel 2012, ma gli albori risalgono al 1992 con la Toilette's band e i Clytho Riders. Attualmente il gruppo è composto da sei elementi: stefano "liyubo" Ori alla voce, Roberto Mori voce e chitarra, Michele Soli sax e voce, Gianluca Ghirardini al basso, Damiano Berselli alla chitarra solista e Mirco Barbieri alla batteria"

Che cosa ha influenzato le vostre scelte musicali?
"Siamo cresciuti ascoltando i pezzi passati dalle radio locali tipo Antenna uno rock station e Krock, e le prime scalette sono nate con i brani che ballavamo all'Oasis, al Corallo e al Rockville".

Siete musicisti formati o autodidatti?
"Siamo autodidatti, spinti dalla passione per le armonie piuttosto che dal pentagramma. Anche se suonando tutti da parecchio tempo abbiamo avuto modo di affinare la tecnica".

Quali sono le difficoltà che incontrate nell'esibirvi qui in provincia?
"Il discorso è piuttosto ampio è complicato, si va dal fatto che ci siano meno locali rispetto a qualche anno fa per via delle modificate abitudini dei giovani alla questione che i locali tendono a privilegiare tribute band e serate con dj"

Come mai non fate pezzi vostri?
"Abbiamo gusti musicali molto diversi e fare pezzi che rispecchino le sensibilità di tutti sarebbe complicato. Riteniamo infatti che proporre musica propria sia come mettersi a nudo di fronte al pubblico e va fatto nella maniera più sincera possibile".

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