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Arte | Giorgio Storchi, un maestro del colore tra i riflessi della ville lumière

Da tre anni a Parigi, l'artista modenese riscuote consensi di critica e pubblico grazie alle sue prestigiose proposte d'avanguardia

In un'epoca come la nostra contraddistinta da una sostanziale banalizzazione delle proposte artistiche, un posto di rilevo meritano sempre più quanti riescono ancora a stupire grazie ad una autentica capacità espressiva. E' il caso di Giorgio Storchi, modenese, ma da tre anni residente a Parigi dove nel suo studio di Montparnasse conduce una intensa attività creativa apprezzata da pubblico e critica. Volto estremamente conosciuto in città, il pittore, impegnato nei mesi scorsi con una personale al Circolo Creativo di via dello Zono, è in questi giorni nuovamente a casa.

Difficile scordare le proprie origini, vero, Storchi? 
"Già, dopo un po' di assenza la nostalgia riaffiora, perciò quando posso, torno molto volentieri. Del resto Modena è il posto in cui sono nato, cresciuto ed in cui ho trascorso gran parte della vita. La scelta di trasferirmi a Parigi è stata determinata soltanto dalla possibilità di cimentarmi in un luogo maggiormente affine alle mie aspirazioni."

Che di sicuro l'avrà aiutata a compiere un'ulteriore passo in avanti.
"Soprattutto in termini di una maggiore consapevolezza professionale. E lo si può ben comprendere osservando la differenza tra i primi quadri, realizzati utilizzando anche corde, chiodi, ceramiche o vernici, e quelli attuali che risentono del mio amore per il colore, per le sfumature di tonalità in grado di far risaltare le emozioni più profonde."

Un processo, si potrebbe dire, auto-analitico.
"Sì figlio dell'intima necessità di mettere sulla tela tutto ciò che sento...  passione, rabbia, amore.... sentimenti che prendono corpo in ogni opera tra giochi cromatici a forme sorprendentemente originali." 

Definire uno stile non è facile, specie nell'arte contemporanea.
"Forse non è più nemmeno necessario, considerando la polverizzazione a cui è ormai da tempo soggetta. Parlare di correnti come, ad esempio, si faceva una volta con, che so, il surrealismo o il futurismo risulterebbe inappropriato. Per quanto mi riguarda posso dire che il mio modo di dipingere è essenzialmente istintivo, più informale che astratto. Credo, comunque, di condividere qualche grado di familiarità con George Mathieu, pittore che prediligeva l'impatto emotivo dato dal colore e dalla sperimentazione."

Caratteristiche molto apprezzate in Francia.
"Come, penso, ovunque. Diciamo che, forse, Oltralpe vi è una maggiore attenzione per chi fa dell'innovazione una prerogativa fondamentale. In ciò, debbo dire, le istituzioni sono ben disposte ad aiutare i giovani talenti. A Parigi, lo spazio artistico di Rivoli 59 che ospita gratuitamente gli artisti per periodi tempo abbastanza lunghi ne è una prova calzante."

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