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“Io al tempo della pandemia”, un libro per fare memoria del Covid

Presentato il libro curato da Maria Monica Daghio insieme ai Comitati Consultivi Misti e alle Associazioni di volontariato: riflessioni e pensieri raccolti durante il lockdown compongono una narrazione introspettiva e collettiva allo stesso tempo, che mira al futuro della sanità e della società

Paura, ansia, stress, giornate che sembrano non finire mai, ma anche consapevolezza, speranza e tanta voglia di guardare al futuro con ottimismo. Perché è dai periodi difficili che si traggono gli insegnamenti migliori. Il mix di emozioni, che durante il lockdown del marzo-aprile 2020 ciascuno ha potuto sperimentare all’interno della propria abitazione, è il cuore del progetto “Io al tempo della pandemia - Vademecum per affrontare i tempi difficili”, presentato oggi nella Sala di rappresentanza in Municipio a Modena.

Curato da Maria Monica Daghio, coordinatrice del Comitato Consultivo Misto (CCM) di Modena, il volume raccoglie le riflessioni e i pensieri di alcuni rappresentanti dei CCM di Modena, Carpi, Castelfranco Emilia, Sassuolo e Mirandola, e delle associazioni di volontariato che li compongono, elaborati nel corso di uno dei periodi più difficili e intensi dell’emergenza Covid.

Alla presentazione erano presenti, tra gli altri, il Sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli; Antonio Brambilla, Direttore Generale dell’Azienda USL di Modena; Andrea Spanò, Direttore del Distretto di Modena; Loris Piccinini, Presidente Comitato Consultivo Misto di Modena; Luciano Sighinolfi, Presidente del Comitato di Coordinamento Interaziendale, e la pittrice Germana Bartoli, autrice dell’immagine di copertina, oltre alla curatrice del progetto Maria Monica Daghio.

Fare memoria dell’emergenza Covid, facendo tesoro delle difficoltà vissute, significa scrivere una nuova pagina di futuro, con al centro reti, relazioni e rapporti umani da ripensare e rimodellare: un’idea che è punto di partenza e punto d’arrivo del progetto “Io al tempo della pandemia”, uno spunto eccezionale per guardare al domani della sanità e della società più in generale.

In tutte quelle settimane – scrive il Sindaco Muzzarelli nella lettera contenuta nell’introduzione al libro –, e nell’intero anno, abbiamo toccato con mano la straordinarietà del nostro mondo della sanità e del volontariato, instancabili, generosi, sempre presenti. Donne e uomini che hanno dato e stanno dando una grande prova di sé, e per i quali siamo ora impegnati in un rafforzamento senza precedenti dell’intero sistema sanitario. Le testimonianze contenute in questo vademecum sono quindi importanti, come impegno individuale e collettivo perché quel periodo non ritorni mai, ma disegnando un nuovo impianto per affrontare con responsabilità e prudenza eventuali nuovi problemi. Una responsabilità che significa innanzitutto rispettare le regole per prevenire il contagio: le testimonianze di questo vademecum rappresentano una toccante memoria delle lunghe ore in cui abbiamo tutti sviluppato riflessioni, insieme alle nostre famiglie, provando a ridisegnare futuro, immaginarlo, e poi a crearlo noi stessi”.

Sono testimonianze importanti, che restituiscono un vissuto fatto di emozioni forti – sottolinea il Direttore Brambilla –. Avremo fatto vera esperienza di questa pandemia solo se essa diventerà generativa nel rendere l’incontro con chi ci chiede aiuto un momento in cui non fornire solo una fredda risposta tecnica, diagnostica o terapeutica, ma in cui tornare a coinvolgere e valorizzare le persone che incontriamo nello svolgimento della professione di cura. Per questo, la crisi attuale può e deve diventare anche occasione di apprendimento: per il singolo operatore di ampliare la propria capacità di ascolto, per la comunità professionale e l’organizzazione sanitaria di assumersi per intero la responsabilità del ben-essere delle persone”.

Il progetto è nato dalla volontà di sostenersi e dare sostegno nel lungo ed estenuante periodo del lockdown da parte dei membri del CCM del Distretto di Modena, che lo hanno poi esteso agli altri CCM alle Associazioni di volontariato rappresentate – spiega la curatrice del progetto Daghio –. Ad ognuno è stato chiesto di raccogliere una sorta di narrazione del vissuto di questo periodo. Per aiutare le persone a raccogliere idee, pensieri, esperienze per raccontare e condividere il vissuto della pandemia è stato proposto di descrivere la propria giornata, la preoccupazione principale vissuta e di immaginare il futuro, loro e della società in generale. Ne è nata una raccolta polifonica dove ogni voce col proprio timbro concorre alla costruzione di un racconto armonico, nella disarmonia del tempo che stiamo vivendo. Confidiamo che questa lettura alimenti in noi una solida speranza”.

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