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La festa di ‘T-essere: da donna a donna’ con le detenute di Sant’Anna

Azioni di relazione e conoscenza per favorire l'inclusione e il re-integro delle detenute del carcere Sant'Anna” promosso dal Centro documentazione donna in collaborazione con Gruppo carcere-città, Casa delle donne contro la violenza, Donne nel mondo e Comune di Modena e sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese

La forza, il coraggio e la determinazione per aver giurato a me stessa, e a chi davvero mi vuole bene, di riuscire a trasformare la mia vita e di non ricadere più in questo enorme buco nero” scrive una delle donne detenute che hanno partecipato al laboratorio T-essere: da donna a donna, descrivendo le risorse emotive capaci di farle affrontare la difficoltà della detenzione.

Venerdì 17 dicembre, si è tenuta la festa conclusiva del progetto “T-essere: da donna a donna. Azioni di relazione e conoscenza per favorire l'inclusione e il re-integro delle detenute del carcere Sant'Anna” promosso dal Centro documentazione donna in collaborazione con Gruppo carcere-città, Casa delle donne contro la violenza, Donne nel mondo e Comune di Modena e sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa ValdeseIl progetto, realizzato da marzo 2021, ha coinvolto le donne detenute e si è svolto attraverso laboratori settimanali tenuti delle associazioni promotrici. I temi trattati hanno toccato le relazioni come spazio di libertà ed espressione di sé per superare i limiti imposti dalla detenzione. Le attività sono state tese a suggerire alcune opportunità concrete di "resistenza" e di possibilità espressive - la scrittura, il teatro, la relazione - con cui indagare la propria soggettività e le modalità attraverso cui accettare gli errori commessi, ricucire le ferite e ripensare al proprio progetto di vita futuro.

Alla base dell’impegno che le nostre associazioni hanno, negli anni, sviluppato dentro il carcere ci sono profonde motivazioni sociali e culturali che insistono sulla necessità di dare visibilità alle specificità delle sezioni femminili delle carceri italiane e di promuovere i cambiamenti culturali necessari a superare le tante discriminazioni di genere che toccano le donne anche in quel contesto - comesostiene la coordinatrice del progetto Caterina Liotti del Centro documentazione donna - i laboratori sono stati l’occasione per misurarsi e misurare quanto la relazione fra donne possa aiutare a superare i momenti più difficili, anche in una situazione estrema come quella del carcere: ne usciamo tutte profondamente cambiate per lo scambio profondo che abbiamo vissuto”.

Al centro della festa il coinvolgente flash mob internazionale ideato dalla drammaturga e attivista Eve Ensler: la danza Break The Chain-One Billion Rising che ha unito sul palco le detenute, le volontarie e le operatrici con le migliaia di persone che nel mondo lottano per contrastare e prevenire la violenza contro le donne. Hanno portato un loro saluto l'assessora all'Istruzione e alle Pari Opportunità, Grazia Baracchi,  la direttrice del Carcere Anna Albano, il vicecomandante  Massimo Bertini e l'educatrice Nicoletta Saporito.

Altri momenti significativi dell'incontro sono stati la presentazione degli scritti e delle storie uscite dai laboratori, raccolti in un opuscolo, la proiezione del podcast “La gioia dopo la separazione. Le voci femminili del carcere S.Anna” realizzato a settembre, in occasione del Festival della Fiaba e il video documentario “Il cibo dell'anima” di Valentina Arena – realizzato dalle stesse associazioni con un progetto del Comune di Modena-Ministero delle Pari Opportunità, nel 2019.

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