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Via Vandelli nel cuore | Il versante modenese

Alla scoperta di una strada storica, che oggi è frequentata da migliaia di escursionisti ogni anno e che concorre per diventare un "Luogo del cuore" del Fondo per l'Ambiente Italiano

Il percorso della Via Vandelli è caratterizzato dai grandi palazzi ducali estensi. Domenico Vandelli nel 1739 aveva progettato e realizzato la nuova strada che dal palazzo ducale di Modena portava nel Frignano e in Garfagnana e poco più di dieci anni dopo completò l’opera con il raccordo tra il palazzo ducale “estivo” di Sassuolo e Serramazzoni, oltre a finire il tratto Apuano. I tracciati di queste due Vie Vandelli si incontrano poco prima di Pavullo, in un trivio che anche oggi conserva il suo fascino.

Montale, appena fuori Modena, è famoso per il Parco delle Terramare. Ma forse non tutti sanno che nel 1870 si tenne a Bologna uno dei più importanti convegni di archeologia della storia, e che tra le attività proposte agli studiosi provenienti da tutto il mondo c’era la “Excursion à Modène et à la terramare de Montale”: da Modena a Montale gli storici hanno sicuramente percorso la Via Vandelli, calcata da una lunga colonna di autovetture, forse per una delle prime volte.

A Puianello invece ci sono le Salse: una vera chicca! Meno note dei fratelli vulcani di fango di Nirano, sono altrettanto belle e permettono agli escursionisti che arrivano da tutta italia di scoprire questo peculiare fenomeno geologico, dove nel settecento Lazzaro Spallanzani studiò per la prima volta gli idrocarburi. Ma non è l’unico luogo in cui Spallanzani soggiornò lungo la Via Vandelli: condusse le sue ricerche anche presso i Fuochi di Barigazzo. In questo prato a 1350m di quota, si sono sempre levate lingue di fuoco, giorno e notte, che vengono ricordate anche da Plinio il Vecchio: si tratta di fuoco generato dagli idrocarburi che scaturiscono spontaneamente dal terreno. Purtroppo (ma per fortuna per chi abita nei dintorni) i gas vennero intubati nel 1931 per portare il riscaldamento ai paesi limitrofi.

Salse di Nirano-4

Un’altra curiosità geologica sono le fonti di “olio di pietra” che gli antichi viandanti incontravano salendo la Via Vandelli da Sassuolo: Sassuolo stesso, Montegibbio, Varana e Cà Bosi erano tutti luoghi in cui sgorgava naturalmente il prezioso petrolio, usato all’epoca soprattutto con scopi medicamentosi.

Ma il viaggio non era di certo tranquillo, tant’è che Domenico Vandelli disseminò la strada di locande e osterie per il ricovero dei viaggiatori. Peccato che alcune di queste siano avvolte da oscure leggende, come la perduta osteria del Malazzo, dopo il passo Cento Croci, dove chi vi alloggiava per la notte rischiava di non risvegliarsi al mattino e di essere servito agli avventori del giorno dopo come “spezzatino”. 

La settecentesca osteria della Fabbrica, sopra Pievepelago, oggi casa privata-2

Il percorso della Via Vandelli è dettagliamente descritto nella “Guida alla Via Vandelli” edito da Terre di mezzo. Se volete scoprire le storie di questi viandanti, seguite il gruppo Facebook “i viandanti della Via Vandelli” e www.viavandelli.com.

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In occasione dell'avvio dell’undicesimo censimento “I luoghi del cuore”, campagna nazionale per i luoghi italiani da non dimenticare, promossa dal Fai in collaborazione con Intesa Sanpaolo, la delegazione Fai di Modena sostiene la candidatura della via Vandelli, promossa dal comitato “amici della via Vandelli”. Dopo il censimento il Fai sostiene una selezione di progetti promossi dai territori a favore dei luoghi che hanno raggiunto una soglia minima di 2.500 voti e per sostenere online la candidatura della Via Vandelli come luogo del Cuore, è sufficiente andare sul sito www.iluoghidelcuore.it, digitare “Via Vandelli” e votare.

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