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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cultura

"Una volta, c’era…", Emilia Romagna Teatro rialza il sipario per la stagione invernale

Presentato il cartellone degli spettacoli di Ert, che sul territorio modenese riguardano il Teatro Storchi, il Teatro Dadà e il Teatro Fabbri. Chiuse per lavori le sale delle Passioni. Abbonamenti da oggi

Gli spettacoli

La stagione si apre a Modena con una nuova regia di Claudio Longhi, che, su drammaturgia originale di Alejandro Tantanian a partire dai racconti dello scrittore tedesco Alfred Döblin Fiaba del materialismo e Traffici con l'aldilà, dirige la Compagnia permanente di ERT: Il peso del mondo nelle cose è un ritratto inedito del nostro tempo, ripensato da nuovi punti di vista, in cui i concetti di natura e umanità, presente e futuro entrano in tensione. Tantanian, figura di riferimento del teatro contemporaneo argentino, poliedrico artista che con Longhi condivide l’idea di un teatro aperto, vivo e dinamico, in stretto dialogo con la comunità, affronta attraverso le opere di Döblin un quanto mai attuale senso di sconvolgimento cosmico, provando a immaginare un avvenire luminoso in cui l’uomo ritrova la sua relazione con il mistero e riconosce la signoria immensa e inesorabile della natura.

Dopo aver firmato le drammaturgie di due fra le ultime produzioni Emilia Romagna Teatro Fondazione dirette da Claudio Longhi – Istruzioni per morire in pace e La classe operaia va in paradiso – lo scrittore Paolo Di Paolo continua a collaborare con il Teatro Nazionale dell’Emilia-Romagna per il nuovo allestimento WET MARKET La fiera della (nostra) sopravvivenza, ambientato in un mercato coperto nel cuore di una grande città: uomini e donne di scienza – i medici, i pionieri, i “cacciatori di microbi” (da Montagu a Jenner, da Pasteur a Koch, da Spallanzani a Blackwell) – incrociano i loro passi in questo ideale campo comune, dando vita al grande affresco della ricerca al vaccino più sicuro, agli antibiotici più efficaci. Una regia collettiva per riflettere sulla conoscenza, affidata alla Compagnia permanente di ERT, che la interpreta a Bologna, accanto a Marina Occhionero.

Da una coproduzione internazionale di quindici teatri e festival, fra cui Emilia Romagna Teatro Fondazione, nasce Catarina e a beleza de matar fascistas, il nuovo lavoro di Tiago Rodrigues, autore, attore e regista, direttore artistico del Teatro Nacional D. Maria II di Lisbona, atteso a Modena. Al centro dello spettacolo – una prima nazionale, in portoghese con sottotitoli in italiano – una famiglia in cui per tradizione si uccidono fascisti e la riflessione sulla crescita esponenziale dei populismi nell’Europa contemporanea.

La pandemia ha reso ancora più urgente questo tema, ponendo nuove questioni: in che modo i demagoghi di estrema destra sfrutteranno la paura e la miseria generati dall’emergenza sanitaria? Quanto tempo ci vorrà prima che le persone che oggi vivono in democrazia accettino una dittatura eccezionale per risolvere problemi eccezionali? Il racconto si proietta in un futuro prossimo, immaginando i mesi a venire fra distopia e nuove prospettive possibili.

Debutta a Cesena (e replica a Vignola) nel riallestimento italiano The Metamorphosis, in programma nell’ambito di VIE festival e sospeso a causa dell’emergenza da Covid-19. Il regista Matthew Lenton, direttore artistico e fondatore della compagnia Vanishing Point con sede a Glasgow, già insegnante presso il Royal Conservatoire of Scotland e primo direttore britannico dell’École des Maîtres, dopo 1984, con la sua cifra visionaria riscrive per Emilia Romagna Teatro Fondazione il più celebre e tragicomico racconto di Franz Kafka.

Artista di casa a ERT, Lino Guanciale approda alla sua seconda regia, dopo Nozze di Elias Canetti, dirigendo a Modena e Vignola la Compagnia permanente ne La mia infinita fine del mondo. Attraverso un catalogo di alcune delle transitorie apocalissi attraversate dal pianeta e dall’umanità fin dalla preistoria, fra eruzioni vulcaniche ed ere glaciali, diluvi universali e crisi economiche d’epoca preindustriale, intrecciate al vissuto di precarietà personale di un piccolo manipolo di giovani protagonisti, la drammaturgia di Gabriel Calderón restituisce un tableau di possibilità di relazione con la nevrosi della fine, ponendo l’accento non più soltanto sulla disperazione che il crollo di un mondo porta inevitabilmente con sé, ma sulle possibilità che si aprono ogni volta che la Storia torna ad insegnarci che nulla dura per sempre.

Nell’ambito di Atlas of Transitions Biennale – sospeso per il lockdown e che sarà riprogrammato con un nuovo calendario dal 2 al 6 dicembre con il titolo WE THE PEOPLE – debutta a Bologna Lingua Madre, il progetto, prodotto Emilia Romagna Teatro Fondazione, della scrittrice e regista teatrale e cinematografica di origine argentina Lola Arias che ripensa la parola madre da zero. Per mesi Arias ha incontrato un gruppo di persone di varie età, professioni, classi, passati migratori, per porre loro un questionario sulla maternità: cosa significa la parola madre? È necessario essere una donna per essere una madre? È necessario essere madre per essere una donna? Essere madre è una decisione? Di chi? C’è un solo modo per essere una madre? Le risposte danno vita a un’azione e a un dibattito collettivo. La performance verrà realizzata in altre città del mondo con persone diverse che risponderanno alle stesse domande, creando così un laboratorio mobile.

Chi ha ucciso mio padre, produzione ERT dal testo del giovane scrittore francese Édouard Louis, considerato un vero e proprio caso letterario contemporaneo, con la regia di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini e interpretato da Francesco Alberici, torna in stagione a Bologna dopo il debutto a VIE Festival 2020. Per la prima volta Deflorian e Tagliarini si affidano a un testo non scritto da loro, ma da un autore con cui condividono affinità importanti, a cominciare dalla relazione tra vita e finzione e il faticoso rapporto tra il singolo individuo e la società. Uno sguardo non più rabbioso, ma riconciliato verso i cattivi padri. Un’intimità che continuamente si apre alla Storia e al presente.

Un’altra ripresa produttiva è Wasted, lo spettacolo di Bluemotion – con la regia di Giorgina Pi, tra i fondatori del collettivo romano dell’Angelo Mai – tratto dal testo di Kae Tempest, atteso a Bologna. Artista deflagrante che mescola rap, poesia, politica e musica dando vita a uno stile unico, Tempest, considerata al suo esordio una rivelazione della nuova letteratura anglosassone, è diventata un’icona per la scena culturale britannica. Con la sua voce racconta una generazione sofferente, divisa tra ambizioni e sogni infranti. La regista romana, che ha già lavorato su Caryl Churchill, continua la sua ricerca sulla scrittura di donne rivoluzionarie della letteratura inglese contemporanea.

Farfalle, il testo di Emanuele Aldrovandi, dopo essere andato in scena a New York con la regia di Jay Stern, debutta a Bologna nella sua versione italiana: diretta dallo stesso autore è una produzione di Associazione Teatrale Autori Vivi, Emilia Romagna Teatro Fondazione e Teatro Elfo Puccini.

Protagoniste di una curiosa favola nera due sorelle, una bionda (Bruna Rossi) e una mora (Giorgia Senesi), e il gioco che le ha unite fin da quando, piccolissime, sono state abbandonate prima dalla madre, morta suicida, e poi dal padre, fuggito all’estero con un’altra donna. Il testo ripercorre la loro crescita personale e le scelte di vita che compiono, finendo per diventare molto diverse dalle ragazzine che erano.

ERT Fondazione continua il sodalizio con Lisa Ferlazzo Natoli e lacasadargilla: dopo When The Rain Stops Falling e Arrival – tratto da Story of Your Life di Ted Chiang, in anteprima nazionale questa estate a Modena – la compagnia sceglie un testo di matrice classica, Elettra. La drammaturgia è affidata a Fabrizio Sinisi, firmano la regia Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni; in scena, a Modena, Francesca Mazza e gli attori della Compagnia permanente di ERT. Rileggere Elettra significa, per Lisa Ferlazzo Natoli, tornare all’origine di un discorso radicato dentro la famiglia, che sempre attiene a un lascito: memoria, strappo, rimozione, affermazione, cancellazione o liberazione che sia. Il teatro occidentale inizia con una faida familiare: il conflitto tra padri e figli è l’istante zero della nostra cultura. Continua a ripresentarsi ai nostri occhi in forme sempre nuove, varianti infinite della stessa lotta, come un loop in cui la nostra storia torna sempre a cadere.

Nel mondo ci sono parole intraducibili: concetti complessi raccolti in vocaboli unici che non esistono in altri idiomi. Dopo Overload, spettacolo sul sovraccarico di informazioni nella comunicazione contemporanea, il collettivo di ricerca teatrale fiorentino Sotterraneo affronta questo tema: dal tentativo di dar corpo alle situazioni indicate dalle parole emerge l’impossibilità di farlo a causa delle limitazioni da Covid, che da pure restrizioni si ribaltano in un pensiero sulle relazioni umane e l’incomunicabilità. Si delinea così la condizione di una specie evoluta e interconnessa chiamata a cooperare su scala globale.

La prima in casa ERT, a Modena, di Dizionario illustrato della Pangea sarà in “extended version”, con un cast temporaneamente allargato per l’occasione agli attori della Compagnia permanente.

Marta Cuscunà debutta a Cesena con la nuova produzione sostenuta da Emilia Romagna Teatro Fondazione, CSS Teatro Stabile di Innovazione del Friuli Venezia Giulia, São Luiz Teatro Municipal di Lisbona e Etnorama Associazione Culturale. Liberamente ispirato a Staying with the trouble di Donna Haraway, Earthbound è uno spettacolo di fantascienza che immagina un futuro prossimo nel quale la manipolazione del genoma umano riporta la vita in aree del pianeta danneggiate dall'uomo. È un monologo per attrice e creature animatroniche, che ibridando la tradizione del teatro di figura con tecniche di animazione innovative trasforma in teatro il pensiero eco-femminista contemporaneo: uno dei racconti possibili del mondo nuovo in cui potremmo trovarci a vivere domani.

Al coreografo e danzatore Marco D’Agostin è dedicata una personale a Bologna. In programma tre spettacoli: BEST REGARDS, la performance che avrebbe dovuto debuttare in forma di anteprima all’edizione 2020 di VIE Festival, First Love, dedicato alla campionessa olimpica Stefania Belmondo, e la prima del nuovo lavoro, PLAYGROUND, prodotto da ERT.

In italiano e inglese, BEST REGARDS è una lettera impossibile a Nigel Charnock, uno dei fondatori dei DV8 - Physical Theatre negli anni ’80, straordinario performer e coreografo scomparso nel 2012. PLAYGROUND è il ritratto – che parte dalle suggestioni delle fotografie di Luigi Ghirri – di Andrea, un ragazzo col pallone in mano in un campo da basket, con lo sguardo sempre rivolto indietro, verso il furore dell’adolescenza.

Rilettura della più celebre gara della campionessa piemontese, la 15km a tecnica libera delle Olimpiadi di Salt Lake City 2002, First love è la storia di un ragazzino e del suo primo amore, Stefania Belmondo.

Per il suo esordio alla regia Riccardo Frati – che dal 2015 collabora stabilmente con Emilia Romagna Teatro Fondazione per cui ha curato il visual design di produzioni teatrali come la trilogia Istruzioni per non morire in pace, La classe operaia va in paradiso, 1984 e La commedia della vanità – sceglie Il Piccolo Principe di Antonie de Saint-Exupéry, dirigendo a Modena la Compagnia permanente di ERT.

Favola moderna sul senso della vita, la solitudine e l’amicizia, dedicata a tutti i grandi che sono stati bambini una volta, questo racconto contiene un messaggio universale: l’importanza del linguaggio, essenza stessa del legame fra gli esseri viventi e della comprensione.

Io sono mia moglie, il testo che Michele Di Giacomo traduce, dirige e interpreta per ERT a Cesena, racconta la vera storia di Charlotte Von Mahlsdorf, sopravvissuta da travestito all'assalto nazista e al regime comunista a Berlino, recuperando e collezionando oggetti e mobili di antiquariato: un’indagine quasi giornalistica scritta da Dough Wright su un simbolo di libertà e lotta, tra luci e ombre. Una prova d’attore con oltre trenta personaggi, che ha vinto il premio Pulitzer nel 2004. I am my own wife ripercorre la vita della protagonista attraverso i nastri delle interviste che l’autore, anche lui personaggio in scena, ha registrato dal gennaio del 1993, in un’ossessiva ricerca volta a comprendere chi sia davvero la persona che ha di fronte, la cui stessa esistenza rappresenta una vittoria sulla storia.

Il giardino dei ciliegi – Trent’anni di felicità in comodato d’uso di Kepler-452, prodotto da ERT, con Annalisa e Giuliano Bianchi, Paola Aiello, Nicola Borghesi e Lodovico Guenzi, nasce dall’incontro tra i membri della compagnia con due personaggi “immaginari” realmente esistenti, Giuliano e Annalisa Bianchi, ossia Ljuba e Gaev: per trent’anni queste persone hanno vissuto in una casa colonica concessa in comodato d’uso gratuito dal Comune nella periferia di Bologna, finché nel 2015 ricevono un avviso di sfratto in coincidenza dell’apertura di un grande parco a tema agroalimentare proprio di fronte al loro “giardino dei ciliegi”. In programma a Castelfranco Emilia.

Dopo Menelao e il progetto triennale dedicato al teatro a scuola, Classroom Plays, Davide Carnevali, drammaturgo tra i più apprezzati in Italia e all’estero, per ERT Fondazione riporta in scena a Castelfranco Emilia, insieme agli attori Michele Dell’Utri, Simone Francia e Maria Vittoria Scarlattei, un originale spettacolo di teatro partecipato ispirato ai testi di Federico García Lorca Il pubblico e Commedia senza titolo. Passando attraverso le opere di William Shakespeare, in particolare Romeo e Giulietta e Sogno di una notte di mezza estate, simboli assoluti di teatralità e a loro volta fonte d’ispirazione per lo scrittore spagnolo, Lorca sogna Shakespeare in una notte di mezza estate riflette sul potere del teatro: Carnevali conserva il nucleo essenziale delle opere di Lorca, l’idea che la platea non sia un semplice insieme di osservatori, ma una comunità di soggetti critici, che possono contribuire a cambiare lo stato delle cose. 

Lino Guanciale è in scena a Bologna con Dialoghi di profughi di Bertolt Brecht, prodotto da ERT e andato in onda lo scorso 15 giugno su Rai Radio3 in occasione della riapertura dei teatri dopo i mesi di lockdown. Lo accompagna la musicista Renata Lackó, che esegue una partitura di brani scelti dal repertorio classico della musica colta europea, da quello brechtiano e dalle sonorità “erranti” della tradizione Yiddish. Un vero testo della crisi, generato da uno stato d’emergenza: memore della propria esperienza dell’esilio, Brecht fotografa, con la consueta lucidità, il rapporto fra discontinuità esistenziale e necessità della metamorfosi, individuando nel soggetto strappato al proprio sistema di abitudini e sicurezze il propulsore ideale del cambiamento politico e culturale.

Prosegue a Bologna la collaborazione tra ERT e Arte e Salute Onlus con una nuova produzione, La dodicesima notte o Quel che volete di William Shakespeare, con la traduzione, l’adattamento e la regia di Nanni Garella e con Stefano Bicocchi, in arte Vito. Una commedia in cui i motivi poetici sono il travestimento e la follia e i folli sono gli unici saggi, i soli a vivere in un mondo nudo, reale, senza infingimenti.

Lavoro e comunità: questi i cardini dell’oltre ventennale percorso iniziato da Nanni Garella nel 1999 all’interno del Dipartimento Salute Mentale di Bologna, con l’ambizione di dare vita a un gruppo teatrale di attori professionisti. Alla base del progetto c’è una visione della cura psichiatrica non solo come terapia medica strettamente legata ad atti sanitari ma come attenzione costante alla soggettività delle persone, per scoprirne attitudini, talenti e capacità rimaste inespresse.

Il primo dicembre ricorre il compleanno del pittore, professore ed ex assessore alla cultura del Comune di Bologna Concetto Pozzati, scomparso nel 2017. Una data carica di segni, in cui l’artista era solito ritrovarsi con gli amici per un brindisi. L’Associazione Liberty di Elena Di Gioia fa rivivere questo rito d’affetto al Teatro Arena del Sole con Il pittore burattinaio, spettacolo di Angela Malfitano, che conclude il progetto Inventario Pozzati. Per un omaggio della città di Bologna all’artista Concetto Pozzati, previsto nel programma della scorsa stagione e sospeso a causa dell’emergenza sanitaria. Un’allieva ricostruisce la comunicazione interrotta con il Maestro: tra le opere in proiezione e in scena, ripercorre i suoi scritti come un testamento visionario che ci parla di futuro e del ruolo dell’arte oggi.

Elena Ferrante, figura amatissima del panorama culturale contemporaneo, con romanzi di successo da cui sono stati tratti diversi prodotti per cinema e televisione (l’ultimo, in corso di lavorazione, La vita bugiarda degli adulti, produzione Netflix con Fandango), è l’autrice di un ciclo di tre lezioni, La scrittura smarginata, organizzato Centro Internazionale di Studi Umanistici ‘Umberto Eco’ dell’Università di Bologna in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione, che ha ripreso la tradizione delle Lezioni Magistrali iniziate da Umberto Eco, ora rinominate in sua memoria Eco Lectures. L’attrice Manuela Mandracchia veste i panni della Ferrante.

Dopo aver partecipato come drammaturga al Corso di Alta Formazione diretto nel 2016 da Antonio Latella che ha dato vita a Santa Estasi, Silvia Rigon torna a collaborare con Emilia Romagna Teatro Fondazione in veste di regista e dirige Diana Manea e Simone Baroni a Castelfranco Emilia ne La morte della Pizia di Friedrich Dürrenmatt, un racconto tagliente e tragicomico sulla fragilità umana. Il genio dello scrittore svizzero rilegge il personaggio della sacerdotessa del dio Apollo in chiave parodistica e grottesca.

Fondazione Collegio San Carlo ed ERT Fondazione continuano a Modena la loro ricognizione degli affascinanti paesaggi del pensiero filosofico moderno con Utopia (un reading) da Thomas More. Di utopia (e di distopia) si è parlato in filosofia e in letteratura, nel cinema e nel teatro, nelle religioni e nell’arte. Il termine è entrato nel linguaggio comune. La mise en espace – creazione collettiva a cura della Compagnia permanente su testi scelti da Carlo Altini – ripercorre la sua origine, per mano di Thomas More, che nel 1516 scrive un’opera dal titolo Utopia, inventando un lemma che fino ad allora non esisteva e immaginando lo scarto tra ciò che c’è e ciò che potrebbe esserci.

Per la prima volta si esibisce a Cesena e in un teatro ERT Julian Rachlin: violinista, violista e direttore d’orchestra, uno dei musicisti più emozionanti e considerati del nostro tempo, il più giovane solista di tutti i tempi a suonare con la Vienna Philharmonic debuttando sotto la direzione di Riccardo Muti. Con Sarah McElravy alla viola, Boris Andrianov al violoncello e Johannes Piirto al pianoforte, esegue musiche di Mozart, Dvorak e Brahms. Il concerto inaugura la riapertura del Teatro Bonci dopo i lavori di ristrutturazione la cui conclusione è prevista per la fine dell’anno.

Dopo Mi chiamo Andrea, faccio fumetti sulla vita di Pazienza, per ERT Andrea Santonastaso si confronta con la regia firmando ABECEDARIO per imparare a vivere (in programma a Vignola, con il regista stesso e Simone Francia): uno spettacolo che con una pungente e raffinata ironia guarda alle nostre vite. In ordine alfabetico come in un dizionario, si passano in rassegna tutti i grandi temi del genere umano (Ambizione, Cambiamento, Libertà, Progresso, Verità…) per ridere di noi e della nostra incapacità di vivere.

Cinemalteatro - fino alla fine del mondo, con testi e regia di Loris Fabiani, in scena a Vignola con Michele Di Giacomo e Umberto Terruso, parte dalle trame dei grandi film del cinema, quelli conosciuti da tutti, le trascrive su carta, le riduce ad una sintesi e le porta dentro a uno spazio teatrale in dialogo con il pubblico. Nella sala, oltre agli attori ci sono gli spettatori, vivi e presenti, che vengono coinvolti con varie modalità di interazione.

Media partner della stagione 2020-2021 sono: RAI Radio3 con cui nascono Etimologie e Scienza, coscienza e conoscenza; RadioEmiliaRomagna/EmiliaromagnaCreativa con la rubrica Specchio delle mie trame, cinque puntate in podcast a cura di Piera Raimondi Cominesi in cui gli attori della Compagnia permanente ERT raccontano alcuni degli spettacoli in cartellone e la loro genesi. Si conferma la collaborazione con Il Resto del Carlino, che pubblica sulle sue pagine di Modena e Cesena le recensioni degli studenti coinvolti nel progetto di Teatro in classe.

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