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Cultura Pavullo nel Frignano

“I racconti di Edgard", una storia vera nata ed ispirata a Villa Pineta

La scrittrice e poetessa marchigiana Marinella Cimarelli, nei panni di Edgard, percorre nell’aprile 2016 un cammino di dimagrimento presso l’Ospedale Privato Accreditato Villa Pineta di Pavullo e ne esce un diario curioso, a tratti autobiografico, che lascia il lettore in sospeso tra realtà e immaginazione. L’autrice è alla ricerca di un editore che prenda a cuore la storia e la pubblichi. L’obiettivo è devolvere in beneficenza i proventi della vendita del libro e lasciarlo in eredità alla biblioteca di Villa Pineta.

“I racconti di Edgard” è frutto del suo ricovero a Villa Pineta: come nasce questa piccola opera letteraria?
Avevo necessità di occupare il tempo libero in qualche modo, trovandomi a 300 km circa da casa, senza possibilità di avere contatti con i miei familiari e senza quel tessuto di relazioni sociali cui ero abituata. Il libro nasce anche da una mia interpretazione della scrittura che trova il suo più profondo significato nella gioia della condivisione. Condividere emozioni, sentimenti, fantasie, ricordi fa parte del mio atteggiamento verso la vita, la natura, le persone.

La scrittura è stata una “terapia” per il suo percorso riabilitativo?
Certamente, attraverso quello che mi piace definire un colloquio interno/esterno, da cui è poi scaturita una sorta di diario, si è liberata una forza interiore e tutte le energie occorrenti per il raggiungimento dello scopo, appunto restituire benessere a me stessa, sul piano fisico e psichico.

Quale messaggio è racchiuso in questo romanzo?
Il messaggio è custodito nella frase “Godi il tuo tempo e prenditi cura di te”. A Villa Pineta ho imparato a ritrovare il mio tempo, un tempo necessario, una dedizione assoluta, una concentrazione nella sfera emozionale, fisica e psicologica, imprescindibile per ottenere un vero risultato. Non ci sono né se né ma, si mira dritti allo scopo, non si rinvia più a un ipotetico domani, si vive il qui ed ora. cimarelli-2

Qual è il suo ricordo dell’esperienza a Villa Pineta?
Anche a distanza di anni riaffiorano tanti ricordi come ad esempio gli scatti fotografici che abbelliscono di storia e significato gli ampi e luminosi corridoi dell’ospedale. Durante il soggiorno riabilitativo in clinica ho ritrovato me stessa, una donna non più soffocata dalle incombenze della quotidianità, dall’agire sempre di fretta, la persona con un corpo necessario e non ‘strabordante’, colei che col passare degli anni era stata trascurata. Per la prima volta nella vita, ho provato verso per me stessa un’enorme compassione e sono scoppiata in lacrime. Dopo il pianto, il riscatto ed il voler riprendere a tutti i costi una nuova vita in mano.

Ne “I racconti di Edgard” fa spesso riferimento al paesaggio modenese. Che ruolo ha avuto nella sua ispirazione?
Il paesaggio ha avuto un ruolo determinante. Tutte le mattine andavo in terrazza a vedere se era nevicato, poi ascoltavo il rumore del vento e lo studiavo. Nel primo pomeriggio godevo dei raggi del sole sdraiata sul lettino, spesso inseguivo il volo degli uccelli, incuriosita dalle gazze ladre che facevano a gara tra loro per accaparrarsi i vermicelli, oppure restavo lunghissimi minuti in silenzio a osservare il rincorrersi delle nuvole. A volte mi insinuavo nei sentieri del piccolo bosco e indugiavo con i due cani, storici guardiani del luogo, abituati all’avvicendarsi di ospiti sempre diversi. Ho esplorato ogni luogo, ogni angolo del giardino e di Villa Pineta, affascinata dalle foto antiche, ingiallite dal tempo, raffiguranti medici e infermieri quando inizialmente il complesso era un Sanatorio. Ricordo gli strumenti oggi per noi rudimentali, ancora esposti dentro vetrine e teche. E’ stato importante per me anche trovare la piccola biblioteca, mi sono letta diversi testi ed ho pensato che se mai avessi pubblicato il libro sarebbe stato carino lasciarlo lì, a disposizione dei futuri ospiti.

Cosa ricorda dello staff che si è preso cura di lei?
Per il personale, dal primo all’ultimo operatore, non avrò mai sufficienti espressioni di apprezzamento. Pur usando nomi di fantasia medici, fisioterapisti, infermieri, Oss di Villa Pineta popolano il mio romanzo ed è il mio segno di gratitudine per tutti loro. È gente motivata a svolgere quel genere di lavoro, ricca di umiltà cui corrisponde un’ottima preparazione. Persone rare, gentili nei gesti e negli atteggiamenti, garbate, misurate, disponibilissime a tutte le ore del giorno e della notte.  

Il libro attualmente è in cerca di editore…
Desidero rivolgere un appello a chi volesse e potesse accollarsi i costi della stampa di questo libro. I RACCONTI DI EDGARD non è un testo qualsiasi ma una testimonianza concreta, rivivibile attraverso la lettura di un’esperienza di vita vissuta. Lontano da casa, a contatto con sé stessi, senza ostacoli e senza barriere si compie il miracolo del cambiamento. A volte investiamo affetti e sentimenti su altro o altri, e quando questi finiscono o se ne vanno portano via un pezzo di noi, lasciando ferite insanabili o riducendo a brandelli la nostra anima. Questo tipo di investimento è per NOI, nessuno potrà mai rubarlo o portarlo via.

Marinella Cimarelli nasce a Jesi il 27 settembre 1954, nelle Marche ove risiede. Nel 2001 consegue a Trieste la Laurea in Servizio Sociale presso la Facoltà di Scienze della Formazione. Dal 1976 a tutto il 2017 ha lavorato come Assistente Sociale nel Territorio, Distretto, Consultorio ed in Ospedale, congedandosi per pensionamento il 31-12-2017. Ha pubblicato una prima raccolta di poesie in dialetto jesino dal titolo ‘L’indisciplinata’, una biografia dal titolo ‘Dai rami degli alberi ai racconti delle Dee’, alcuni racconti contenuti nei testi ‘Quattro passi per Jesi uno e due’, I Racconti dell’Adriatico, ‘L’amore al tempo dell’integrazione’, è seguita la seconda raccolta di poesie in dialetto ‘Mi diletto in dialetto’, il diario-romanzo ‘I racconti di Edgard’ ed il romanzo ‘Il processo ’. ‘Jesi: quattro rime per quattro stagioni’ è la prima raccolta di poesie in lingua italiana.

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