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Cultura Mirandola / Via 29 Maggio

Auditorium Montalcini, ecco la stagione 2021/22: dieci spettacoli in programma

In collaborazione con l’Amministrazione comunale, dal 17 novembre 2021 al 22 aprile 2022 si alterneranno nomi noti e amati dal pubblico tra cui Giuliana Musso, Lucrezia Lante Della Rovere, Natalino Balasso, Arianna Scommegna. In cartellone anche la danza contemporanea con Marco Augusto Chenevier e la musica con il concerto di musiche da film de La Toscanini Next Quintet

“Tutto Finto Tutto Vero”: questo il titolo scelto per il cartellone della Stagione teatrale 2021-2022 dell’Auditorium Rita Levi Montalcini di Mirandola (MO), la cui gestione viene ancora una volta affidata dall’Amministrazione comunale ad ATER Fondazione – Circuito Regionale Multidisciplinare. Un invito rivolto a tutti gli spettatori per condividere nuovamente un rito collettivo che oggi può ritornare ad essere vissuto dal vivo e in sicurezza.

Dal 17 novembre 2021 al 22 aprile 2022dieci spettacoli – otto di prosa, uno di danza e uno di musica – tutti con inizio alle 21che coniugano alta qualità,impegno e leggerezza con nomi di punta del panorama teatrale italiano, tra classici rivisitati, nuove drammaturgie, suggestioni musicali inconsuete e incursioni nel balletto contemporaneo, per offrire agli spettatori di tutte le età un viaggio ricco di suggestioni ed emozioni.

L’inaugurazione della nuova Stagione è affidata ad una delle personalità più interessanti del teatro italiano contemporaneo, l’attrice regista e drammaturga Giuliana Musso che mercoledì 17 novembre porterà in scena “La fabbrica dei preti” da lei scritto, diretto e interpretato. Uno spettacolo che intreccia tre diverse forme di racconto: un reportage della vita nei seminari negli anni ’50 e ’60 declamato dal “pulpito”, la proiezione di tre album fotografici e la testimonianza vibrante di tre personaggi (un timido ex-prete, un ironico prete anticlericale ed un prete poeta\operaio). 

Spazio alla musica con il secondo appuntamento in cartellone: mercoledì 15 dicembre i cinque giovani strumentisti che formano La Toscanini NEXT Quintet si esibiranno in “Note di Notte”, un concerto dedicato alle più famose e suggestive musiche da film del ‘900 che hanno accompagnato ed emozionato intere generazioni di spettatori. Musiche tra gli altri di Ennio Morricone, Astor Piazzolla, George Gershwin. La Toscanini NEXT è un progetto orchestrale innovativo formato da musicisti under 35, realizzato in collaborazione e con il sostegno della rete culturale della Regione Emilia-Romagna.

In occasione del concerto, giovedì 9 dicembre alle 18 presso l’Auditorium Rita Levi Montalcini si terrà il terzo incontro ad ingresso gratuito di “Sound Surprise”, un ciclo di 4 incontri sulla riscrittura musicale in compagnia della Fondazione Toscanini: i musicisti Rosita Piritore e Andrea Coruzzi del Quintetto illustrerannoil programma del concerto del 15 dicembre su sollecitazioni del conduttore Gianluigi Giacomoni. Un avventuroso viaggio alla scoperta della musica intesa come un'arte magica, capace di trasformarsi e rigenerarsi continuamente, anche attraverso gli arrangiamenti, le riscritture e le tecniche di trascrizione.L’incontro sarà diffuso in rete successivamente sulla pagina Facebook del teatro e di ATER Fondazione, sulla piattaforma teatrinellarete.it e sul canale Youtube di ATER.

Il nuovo anno 2022 si apre martedì 25 gennaio all’insegna della prosa con un classico del teatro tragico greco rivisitato e attualizzato, “Baccanti” di Euripide tradotto e adattato da Laura Sicignano (anche regista) e Alessandra Vannucci. Baccanti ci appare oggi una tragedia misteriosa e rivoluzionaria in cui l’autore sembra rinunciare definitivamente all’idea che vi sia una forza ordinatrice alla base del Cosmo. Nello spettacolo il dio Bacco è un’entità androgina ed eversiva, il regista che tiene segretamente le fila di tutti gli eventi, che gioca a dadi le vite degli uomini e si diverte. Questa tragedia è attraversata da un rito arcaico di smembramento e rigenerazione, misterioso e radicato nella nostra cultura.

Mercoledì 9 febbraio  ancora prosa con “L’uomo dal fiore in bocca” di Luigi Pirandello adattato e diretto da Francesco Zecca, con Lucrezia Lante Della Rovere che dà corpo e voce a quella Donna Vestita di Nero cui il drammaturgo siciliano accenna soltanto nel testo. Ci sono ricordi il cui gusto rimane tutta la vita e non c’è spazio per altro. E a Lei, la Donna Vestita di Nero, la moglie dell’Uomo dal fiore in bocca, l’unica cosa che è rimasta è “attaccarsi cosi, con l’immaginazione alla vita”. I suoi occhi così dentro e così attaccati a lui, da non volerlo far andare via. Non ancora.

Nuovo appuntamento con la prosa mercoledì 16 febbraio con “Balasso fa Ruzante – Amori disperati in tempo di guerre”Natalino Balasso riscrive l’opera di Angelo Beolco detto il Ruzante e interpreta questo nuovo testo teatrale, nato da una raffinata e profonda ricerca linguistica, assieme ad Andrea Collavino e Marta Cortellazzo Wiel. Marta Dalla Via, raffinata caratterista e profonda conoscitrice delle corde espressive di Balasso/Ruzante, dirige questo ensemble affiatato, tesse i fili e i toni di questa commedia e calibra la vis comica con quella drammatica.

Martedì 22 febbraio sul palco dell’Auditorium Rita Levi Montalcini andrà in scena “La classe” dell’acclamato autore italiano contemporaneo Vincenzo Manna, per la regia di Giuseppe Marini e interpretato tra gli altri da Brenno Placido figlio di Michele Placido. I giorni di oggi. Una cittadina europea in forte crisi economica. Disagio, criminalità e conflitti sociali sono il quotidiano. Appena fuori dalla città, c’è lo “Zoo”, uno dei campi profughi più vasti del continente che ha ulteriormente deteriorato un tessuto sociale sull’orlo del collasso. Alla periferia della cittadina, in uno dei quartiere più popolari, a pochi chilometri dallo “Zoo”, c’è una scuola superiore, un Istituto Comprensivo specializzato in corsi professionali che avviano al lavoro. La scuola, le strutture, gli studenti e il corpo docente, sono specchio esemplare della depressione economica e sociale della cittadina.

Lo spettacolo sarà audiodescritto per non vedenti e ipovedenti nell’ambito del progetto ‘Teatro No Limits’ a cura del Centro Diego Fabbri di Forlì e con il supporto dell’Associazione Incontri Internazionali Diego Fabbri APS, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna.

Woody Neri della Compagnia Sotterraneo è il protagonista del divertente “Shakespearology” scritto da Daniele Villa, in scena giovedì 3 marzo. Un one-man-show, una biografia, un catalogo di materiali shakespeariani più o meno pop, un pezzo teatrale ibrido che dà voce al Bardo in persona e cerca di rovesciare i ruoli abituali: dopo secoli passati a interrogare la sua vita e le sue opere, finalmente è lui che dice la sua, interrogando il pubblico del nostro tempo.

Venerdì 25 marzo Gabriele Vacis regista e Arianna Scommegna attrice portano in scena all’Auditorium la loro personale rivisitazione scritta a quattro mani del monologo di Molly Bloom che chiude ‘Ulisse’ di James Joyce con “La Molli – divertimento alle spalle di Joyce”. Il personaggio di Molli viene calato in una quotidianità dalle sonorità milanesi, traslando il testo in una trama di riferimenti culturali vicini al nostro tempo. Il fiume di parole è lo stesso flusso di coscienza del personaggio di Joyce che riempie una notte insonne di pensieri e bugie, mentre aspetta il ritorno a casa del marito Leopold.

Spazio alla danza contemporanea venerdì 8 aprile con il balletto “Quintetto” del coreografo, danzatore, regista e attore Marco Augusto Chenevier. Il "5", nell'esoterismo, è il numero che simboleggia la vita universale, l'individualità umana, la volontà, l'intelligenza, l'ispirazione e il genio. Simboleggia anche l'evoluzione verticale, il movimento progressivo ascendente. Per l'esoterismo il "5" è il numero dell'uomo come punto mediano tra terra e cielo, e indica che l'ascensione verso una condizione superiore è possibile.

A chiudere la Stagione 2021/2022 dell’Auditorium, da mercoledì 20 a venerdì 22 aprile arriva il Teatro delle Ariette con lo spettacolo “Pane e petrolio – dedicato a Pier Paolo Pasolini”. Il Teatro delle Ariette ha abbandonato le strade maestre del teatro per inoltrarsi in sentieri lontani dai sipari e dai velluti. Grazie a questi sentieri hanno ritrovato le radici, le umili origini di figli di quel mondo contadino e operaio, incarnato nei simboli della falce e del martello, un mondo oggi apparentemente scomparso. La società contemporanea, che viaggia a velocità supersonica, ne conserva incrostate le tracce nelle Periferie e nelle Province che Pasolini racconta con dolore e lucidità.

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