"Dalla smart city allo smart land", Roberto Masiero alla San Carlo
Venerdì 28 novembre proseguono alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5 ) le lezioni del ciclo dedicato al tema Progresso, ideato dal Centro Culturale. L'incontro di venerdì dal titolo "Dalla smart city allo smart land. Quale progresso?" è a cura di Roberto Masiero, architetto e professore di Storia dell'architettura all'Università IUAV di Venezia; membro del Comitato scientifico della Fondazione Francesco Fabbri e del comitato direttivo della Fondazione Collodi. Nel 2002 è stato direttore artistico della sezione di Neuchâtel dell'Expo internazionale della Svizzera. In una prospettiva di storia sociale delle idee, nei suoi studi ha indagato gli sviluppi delle tecniche costruttive in età moderna e contemporanea, dedicando particolare attenzione al rapporto tra tecnologia, scienza e architettura. Oltre ad aver curato numerose mostre in Italia e all'estero, ha pubblicato: Estetica dell'architettura (Bologna 1999); Il labirinto di Dedalo. Per una storia delle tecniche dell'architettura (et al., Milano 2000); Il divenire della conoscenza. Estetica e contingenza del reale (a cura di, Milano-Udine 2013); Dalla smart city alla smart land (et al., Venezia 2014).
Si sente sempre più spesso parlare di smart city ed è tutto un fiorire di siti web, fiere, eventi che includono le due parole forse più usate e abusate degli ultimi anni. Esiste persino un osservatorio nazionale smart cities.
La smart city è una città in cui c'è un elevato livello di qualità della vita, dove gli spazi urbani ci aiutano a realizzare i nostri progetti e a muoverci in maniera più agevole, risparmiando tempo. Il tutto facendo del bene all'ambiente.
L'intelligenza a cui fa riferimento la Smart City è un'intelligenza distribuita, condivisa, orizzontale, sociale. Che favorisce la partecipazione dei cittadini e l'organizzazione della città in un'ottica di ottimizzazione delle risorse e dei risultati. Ottimizzazione che riguarda le risorse energetiche, la dotazione economica degli enti, ma anche il tempo delle persone.
Uno dei caratteri delle smart cities però, - afferma Masiero - è che ognuna è diversa da ogni altra. Questo significa che l'uso delle tecnologie digitali non impone l'omologazione degli esiti. Questo da una parte conferma che essere smart non è questione tecnica e che dall'altra la tecnica digitale è diversa da quella industriale; nella prima viene privilegiato lo standard, nella seconda la fluidità e la differenza. Essere smart è alimentarsi della differenza e lo scopo ultimo è l'inclusione attraverso la coesione sociale, cioè la tutela sociale, l'occupazione, l'istruzione e la formazione professionale, i diritti dei lavoratori, la salute, la casa, le pari opportunità e l'immigrazione. Il processo di divenire smart rimette in gioco questioni cruciali come l'appartenenza, l'identità sociale, la rappresentanza, le modalità dell'essere cittadini e il concetto stesso di cittadinanza, e quindi la stessa democrazia.