"Tutta la vita che vuoi", Enrico Galiano presenta il suo nuovo romanzo per ragazzi
L'iniziativa Famiglie 2.0 organizza venerdì 22 marzo alle 19 un incontro all'I.C. 6 di Modena. L' evento vedrà ospite lo scrittore Enrico Galiano che presenterà il suo nuovo romanzo dal titolo "Tutta la vita che vuoi". Dato il grande successo ottenuto dai suoi romanzi, che raccontano e sono rivolti a giovani e adolescenti, e la sua esperienza di docente di scuola media, che racconta nei suoi interventi, l'incontro è adatto ad adulti e ragazzi.
Enrico Galiano nasce a Pordenone nel 1977. Insegnante in una scuola media di periferia, ha creato la webserie Cose da prof, che ha superato i dieci milioni di visualizzazioni su Facebook. Ha dato il via al movimento dei #poeteppisti, flashmob di studenti che imbrattano le città di poesie. Nel 2015 è stato inserito nella lista dei 100 migliori insegnanti d’Italia dal sito Masterprof.it. Il segreto di un buon insegnante per lui è: «Non ti ascoltano, se tu per primo non li ascolti».
Il suo romanzo d’esordio, Eppure cadiamo felici, in corso di traduzione in tutta Europa, è stato il libro rivelazione del 2017 e ha vinto il Premio internazionale Città di Como come miglior opera prima e il Premio cultura mediterranea. Con Garzanti ha pubblicato anche Tutta la vita che vuoi (2018), ad aprile 2019 uscirà il suo nuovo romanzo Più forte di ogni addio. A gennaio ha partecipato anche alla trasmissione Rai "Le parole della Settimana" di Massimo Gramellini, raccontando dell'esperimento fatto in classe sui migranti
“Scrivo di ragazzi perché mi piace. Scrivo di ragazzi perché è quello che vedo e vivo tutti i giorni. E sono convinto che si possa scrivere bene solo ciò che si vede e si vive tutti i giorni.
Scrivo di ragazzi perché ogni volta che ci parlo insieme, ogni volta che li osservo, in classe, a ricreazione, mi viene da urlare al mondo quanta bellezza c’è lì dentro, quanta forza, quanto coraggio. Perché il mondo troppo spesso li dipinge per quello che non sono.
Scrivo di ragazzi non per parlare di loro, ma per parlare a loro: per immaginarmi di averli di fronte, uno per uno quando aprono un mio libro, e dirgli che fa un sacco paura, certo, che è un casino, certo, ma che io sono lì, e faccio il tifo per loro.
Scrivo di ragazzi perché è come se non avessero voce, loro che di voce ne hanno anche troppa, e troppe cose da dire e da urlare, però davvero, in questo paese soprattutto, sento che è come non avessero voce.
Scrivo di ragazzi perché i miei troppi errori non siano anche i loro, perché loro li sappiano, li vedano, li leggano tra le righe delle mie storie, e sappiano essere migliori.
Scrivo di ragazzi, infine, perché voglio loro bene. Soprattutto perché voglio loro bene.”
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