"Kaaba", continua al Gate 26/A la mostra di Giordano Caruso
Al Gate 26/A di Modena continua la mostra "Kaaba" di Giordano Caruso, visitabile il sabato e la domenica dalle 16.30 alle 20 fino al 16 aprile.
Allo Studiottantuno Contemporary Art Projects Giordano Caruso ha lavorato in residenza artistica avendo come punto di riferimento il Museo Archeologico Nazionale di Mantova, secondo il progetto “Metafotografare il Museo”. Nell’affrontare l’argomento del patrimonio archeologico, l’interesse si e? focalizzato sulla citta? e le sue piu? antiche origini ed in particolare sugli scavi dell’abitato etrusco in località? Forcello presso San Biagio, frazione di Bagnolo San Vito di Mantova. Qui il lavoro degli archeologi, tutt’oggi in corso, ha portato alla luce la presenza di un ampio abitato etrusco in cui si possono identificare le antiche origini della citta? di Mantova.
Riguardo il portato immaginativo dell’archeologia stessa credo che quest’ultima, in questa veste, si sia presentata agli occhi dell’artista anche come pratica che recupera i fattori dell’immergersi nel tempo storico, ma per rappresentarne una sorta di vera e propria deriva nel tempo che ne supera le caratterizzazioni scientifiche per assumerne e sottolinearne quelle psico-emotive: la sorpresa, la curiosita?, l’immaginazione, fondate su di una percezione del tempo che ognuno vive secondo proprie doti di carattere cognitivo e mnestico, fino a trasformarsi anche in un recupero di una memoria personale profonda.
Caruso attua un salto concettuale radicale, preceduto da una narrazione piena di suggestioni e di stimoli tra realta? e finzione oltre che di riflessione. Adottando strumenti tecnologici come video, tablet e scritture digitali accostati a un materiale primordiale come la pietra, ricostruisce l’ambiente di un sito archeologico immaginato nel futuro del terzo millennio, con un particolare ritrovamento, quello dei nostri dati digitali racchiusi in un dispositivo del XXI secolo. Pochi dati, frammentari, forse nemmeno piu? decifrabili. Cio? che resta di una fantascientifica catastrofe del nostro mondo comunicativo e della sua immensità? di informazioni. Uno scenario fosco, oscuro, in cui ci invita ad entrare, a farci suggestionare da un’atmosfera poco rassicurante e ricca di suoni contemporanei divenuti “spazzatura digitale”. Con il pretesto di interrogarsi su cio? che potrebbe virtualmente appartenere ad un futuro immaginato in realtà? l’artista pone un interrogativo di fondo sul nostro presente.
Manuela Zanelli
Studiottantuno Contemporary Art Projects
L’archeologo osserva i frammenti di ceramica – presso- che? tutti uguali se visti da occhi inesperti – e stabilisce usi e costumi dell’area geografica in cui sono stati rinvenuti. I popoli dell’antichità? ci suggeriscono chi erano attraverso le loro tracce, costringendoci a utilizzare la logica e l’immaginazione nel tentativo di entrare in con- tatto con loro. Noi, gente del XXI secolo, abbiamo creato un mondo parallelo al mondo materico sempre esistito, altrettanto reale, ma allo stesso tempo inconsistente: il web. All’interno di questo nuovo universo siamo diventati tutti content creator. Forniamo informazioni sempre più? dettagliate alla nostra memoria collettiva generando circa 2,5 quintilioni di byte al giorno, e il numero e? in co- stante crescita.
In uno scavo archeologico del 3022 d.C., tra l’enorme varieta? di materiali rinvenuti, protagonisti assoluti saranno i dispositivi elettronici come smartphone e tablet, ma soprattutto i server e gli hard disk, i veri contenitori del nostro sapere. Verrebbe dunque da pensare che i ricercatori del futuro avranno vita facile nel ricostruire chi siamo noi del ventunesimo secolo. Ma se cosi? non fosse? Questa enorme mole di dati arriverà? integra negli scavi archeologici di domani? Se si?, riusciremo a decifrarla? Come cambierà? il rapporto quantita?/qualita? delle informazioni studiate dall’archeologia? E ancora, tra le decine di migliaia di immagini che abbiamo nei nostri dispositivi, quali sono quelle per le qua- li faremmo di tutto perche? si conservino per altri mille anni? Siamo consapevoli delle nostre priorità? come sin- goli e come specie umana?