Modena, al Teatro Comunale torna il balletto con "La bella addormentata"
Prosegue mercoledì 16 marzo 2016 alle 21 la stagione di danza al Teatro Comunale Luciano Pavarotti con "La bella addormentata" nello spettacolo del Balletto dell'Opera di Kiev.
Il titolo è uno dei frutti più amati della collaborazione Petipa-Chaikovskij, coppia mitica dei tempi d’oro del balletto russo. Messo in scena nel 1890 al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo e tratto dalla nota favola di Perrault, La bella addormentata è la quintessenza del balletto classico ottocentesco e un caso esemplare di accordo fra danza e musica. Il Balletto dell’Opera di Kiev e la sua scuola sono nati all’inizio del Novecento divenendo una realtà internazionale nell’ambito del repertorio classico. La compagnia, fra le più prestigiose rappresentanti dell’eredità dei balletti russi, è stata più volte ospite del Teatro Comunale, e ritorna a Modena dopo quasi dieci anni con uno dei brani più applauditi del suo repertorio, rappresentato in uno spettacolo fedele alla sue radici ottocentesche. Oggi il Balletto di Kiev, che svolge regolari tournée in Germania, Svizzera, Danimarca, Giappone, Ungheria, Spagna, Italia, Stati Uniti, Canada, Messico, America Latina e Australia, è diretto Aniko Rehviašvili, nominata Artista del Popolo dell’Ucraina, autrice di numerose coreografiche per la compagnia e vincitrice del terzo premio al Concorso internazionale Serge Lifar (1996).
Come "Lo schiaccianoci" e "Il lago dei cigni", "La bella addormentata" appartiene a una fase storico-evolutiva del balletto destinata a incidere enormemente su tutto il teatro di danza successivo. La creazione, la migliore di Petipa, segna una svolta e annuncia la conquista di un importante traguardo. Con essa si attua l’idea della fusione musica sinfonica-danza, ovvero si perviene alla piena realizzazione di un intento sino ad allora non compiutamente espresso. Con questo modello esemplare di equilibrio fra suono e movimento s’inaugurava, così, un periodo di grande fioritura del genere accademico. Fondamentale il contributo che Chaikovskij, scomparso nel 1893, neppure quattro anni dopo la sortita della "Bella" e poco più di un anno prima del debutto del "Lago", sempre di Petipa, apportò con la sua opera. Particolarmente proficuo il sodalizio che il compositore russo strinse col coreografo francese e che favorì la creatività d’entrambi: un connubio artistico grazie al quale la danza di quell’ultimo decennio dell’Ottocento, in perfetta sintonia con la musica, giunse a toccare vette di eccellenza. Queste le ragioni per cui "La bella addormentata" continua a esercitare un fascino incomparabile nella sua veste accademica, con i suoi splendidi passaggi e le sue incantevoli movenze, con i suoi schemi motori di classica e immortale efficacia. In virtù di quell’armonia visivo-sonora che la caratterizza e con la quale riesce a esprimere un soggetto universale come quello della fiaba, la coreografia tradizionale si è perpetrata attraverso indimenticabili momenti.