Idee sul futuro dell'Europa, la lezione di Andreatta: incontro con Enrico Letta
Con la consapevolezza che l’Europa non è data una volta per tutte, ma va costruita da tutti gli uomini di buona volontà, il Centro culturale Francesco Luigi Ferrari di Modena propone un incontro per parlare di “nuove idee sul futuro dell’Europa” a partire dall’insegnamento di Beniamino Andreatta, a dieci anni dalla morte.
È con questo spirito che il Centro Ferrari ha invitato per un evento pubblico lunedì 20 marzo 2017 alle ore 21,15 Enrico Letta, direttore della Scuola di affari internazionali dell'università di Parigi, Sciences Po, che presenterà in anteprima nazionale due sue pubblicazioni: “Contro venti e maree. Idee sul futuro dell’Europa e dell’Italia” (Enrico Letta - ed. Il Mulino) e “L'Europa di Andreatta” (a cura di Mariantonietta Colimberti e Enrico Letta - ed. AREL). Ad intervistare Letta sarà il giornalista Marco Damilano, vicedirettore de l’Espresso. L'evento si terrà presso la Sala E. Gorrieri, al Palazzo Europa, in via Emilia Ovest 101, a Modena.
Alla vigilia del sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma (25 marzo 1957), che costituirono un pietra miliare del processo di integrazione europea, si intende in questo modo offrire un’occasione di riflessione sul presente e sul futuro dell’Europa unita, coltivando cosi l’ispirazione dei fondatori del Centro culturale F. L. Ferrari, che al Palazzo in cui ha sede il Centro hanno voluto imprimere proprio il nome “Palazzo Europa”. Una vocazione che è stata sempre alimentata nei quarant’anni di vita del Centro, grazie a contributi di pensiero di tanti ospiti, come quello straordinario di Beniamino Andreatta, di cui quest’anno ricorre il decimo anniversario della morte, il cui pensiero europeista ha inciso sulla storia politica e sul contributo alla costruzione delle istituzioni europee del nostro Paese. Al presente e al futuro dell’integrazione europea siamo inscindibilmente legati, è legato il destino delle nostre comunità locali e del nostro Paese, ma mai come oggi si addensano pulsioni disgregatrici che per la prima volta possono segnare la fine del cammino cominciato sessant’anni fa, un esito al quale non vogliamo e non possiamo rassegnarci.