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Il cuore del FestivalFilosofia 2013: le lezioni magistrali

Nelle piazze e nei cortili del festival si discuterà di ragione e passioni, amori transitivi e intransitivi, politiche dell'amore e sue figure. Senza dimenticare che la filosofia in quanto tale è una forma d'amore

Scegliendo il tema “amare”, il Comitato Scientifico del FestivalFilosofia si è coscientemente trovato di fronte alla non facile necessità di delimitare il campo, per non cadere nella banalizzazione di un fenomeno, quello dell'amore, talmente vicino al pubblico da risultare distante dal pensiero accademico. Ma nel solco della tradizionale mission della manifestazione modenese, che punta a rilanciare discorsi alti in un contesto pubblico che sia il più ampio possibile, Remo Bodei e gli altri hanno adottato una trama che mirerà soprattutto a mostrare le grandi “trasformazioni dell’intimità” che segnano il nostro tempo.

Due millenni di società patriarcale e di contenimento delle emozioni paiono infatti allentare la presa sulle coscienze, “liberando” un paesaggio largamente imprevisto dove  i ruoli si sono trasformati, molteplici generi cercano riconoscimento e diritti, nuove forme di famiglia sperimentano equilibri più avanzati, la sfera sessuale separata dal concepimento consente forme impensate di godimento e i media digitali inaugurano strategie inedite di incontro, mentre una diffusa erotizzazione possessiva mostra la presa del mercato anche sull’economia del desiderio, segnalando il suo portato di nuove solitudini, crudeltà e asservimenti. In questo quadro di premessa si alterneranno perciò le oltre 50 lezioni magistrali, suddivise in gruppi di questioni omogenee.

Le “potenze dell’anima” - Il primo nucleo di questioni concerne la preliminare definizione delle forze in campo e convocherà  le principali strategie  teoriche volte a “riabilitare le passioni”  mettendone in luce il carattere di costituenti della coscienza (come farà Remo Bodei, presidente del Comitato scientifico del Consorzio per il festival filosofia) o della ritualità collettiva, nella prospettiva proposta da Christoph Wulf: in ogni caso sottraendole al conflitto frontale con l’ordine razionale che a lungo ha costituito la premessa per negare loro significatività, o comunque discutendo criticamente il ritorno delle emozioni sulla scena pubblica, come faranno Roberto Esposito e Roberta de Monticelli. Un’incursione comparativa in ambito cinese, quella di Paolo Santangelo, mostrerà una configurazione categoriale alternativa nel rapporto tra il pensiero e le emozioni mentre il dibattito tra Fernando Ferroni e Stavros Katsanevas mostrerà come le passioni attraversano la ricerca scientifica.

L’amore transitivo - La triade classica di eros, agape e philia verrà percorsa nelle sue principali riletture contemporanee che mirano a ricomporre la distanza tra amore di possesso e amore donativo, tra carne e spirito, amicizia e solitudine, le une facendo leva sulla concreta dimensione erotica come via transitiva verso l’altro (secondo la prospettiva “dionisiaca” di Michel Maffesoli), le altre – rappresentate da Nicla Vassallo – sull’incerta corrispondenza tra sesso e genere. Il ravvicinamento tra soggetti insito nell’esperienza dell’amicizia sarà viceversa al centro della lezione di Salvatore Natoli. Il suo carattere di “alleanza non contrattuale” farà segno, con Piero Coda, alla Trinità d’amore cristiana fondata sull’elezione da parte del Padre, per altro verso rinvierà alle esigenze di fedeltà intrinseche nella relazione d’amore intesa come spazio di accoglienza e di condivisione, secondo la prospettiva di Michela Marzano. In questa prospettiva l’avvento del “matrimonio d’amore” apre dunque l’inedita possibilità di un compiuto umanesimo (argomento della lezione di Luc Ferry). La stessa categoria di cura, maturata all’interno del pensiero femminista, verrà riletta da Elena Pulcini in termini di manifestazione concreta e simbolica dell’essere-con-l’altro, costeggiando la tematica del dono ed estendendosi dalla sfera privata a quella pubblica e politica.

L’amore intransitivo - Specularmente, la sezione su “l’amore intransitivo” insegue l’oscillazione di Eros laddove manifesta la sua disposizione distruttiva e possessiva (come nel caso dell’amore assoluto di donne che amano troppo discusso da Maria Bettetini) o dove resta incagliato nelle proprie proiezioni fantasmatiche senza cogliere l’amato come soggetto, tema di cui tratterà Marco Vozza. Dove ferisce o gira a vuoto, preda comunque di attrazioni che si rivelano fatali (ne parlerà Remo Bodei). Grandi diagnosi di matrice sociologica o antropologica vi porteranno uno sguardo “da fuori” che chiama in causa il carattere complessivo della Modernità capitalistica insistendo tanto sul suo ruolo nella fragilizzazione dei soggetti e dei legami amorosi (in un inedito “duetto” tra Zygmunt Bauman e Aleksandra Jasinska-Kania), quanto sui suoi effetti in termini di  nuove solitudini e infelicità, su cui si soffermerà Marc Augé, membro del Comitato scientifico del Consorzio per il festivalfilosofia. Per contro, nella prospettiva presentata da Maura Franchi, la realtà ipermoderna delle relazioni online sembra segnalare una possibilità inedita, e a doppia faccia, di esprimersi come soggetti di desiderio. Una generalizzata “incompetenza” affettiva, come mostrerà Eva Illouz, marcherebbe comunque l’amore contemporaneo, segnalando la necessità di ricostruirne grammatiche, sintassi e rituali, anche per fare fronte alla tensione che il discorso della libertà individuale introduce nell’esperienza del tradimento (come argomenterà Gabriella Turnaturi) e per ricostruire significati socialmente condivisi per l’esperienza dei congedi amorosi (tema di Franco La Cecla). Su un piano più strettamente psicologico, uno sguardo “da dentro” – affidato a Umberto Galimberti – verterà sul carattere costitutivamente eccessivo del rapporto erotico, che spossessa il soggetto portandolo verso il limite dell’indicibile. 

Le politiche dell’amore - Centrate sugli usi pubblici della compassione o della generosità volontaria (quest’ultima discussa da Peter Sloterdijk) vi sono posizioni che alimentano anche le proposte di revisione del welfare in termini di “economia sociale”, come nelle proposte di Stefano Zamagni. La rinuncia unilaterale ad esercitare il calcolo degli interessi costeggia parimenti la sfera della giustizia: dalla ripresa del concetto cristiano di agape, promossa da Vincenzo Paglia, all’uso della risorsa cicatrizzante del perdono per fondare una giustizia riconciliativa e trovare un varco tra clemenza e vendetta, come nei casi discussi da Pier Paolo Portinaro. Costitutivamente luogo di oblazione e disinteresse, l’istituto della famiglia conosce nella tarda modernità una crescente pluralizzazione di forme, analizzate al festival da Chiara Saraceno, legate alle corrispondenti vicende del matrimonio, preso tra le sue molteplici trasformazioni sul piano giuridico (di cui si occuperà Stefano Rodotà) e il crescente tasso di separazioni coniugali con le loro conseguenze affettive, oggetto della lezione di Silvia Vegetti Finzi. Tali mutamenti, come mostrerà l’intervento di Cristina Bianchetti, incidono anche sulle pratiche dell’abitare, modificando le pratiche di consumo degli spazi di vita all’insegna di una diversa configurazione tra pubblico e privato che determina nuove modalità di condivisione anche nei contesti domestici.

Le figure dell’amore - Rispetto al grande lavoro del concetto, i tratti inquieti e indecidibili dell’amore trovano espressione forse anche più perspicua in influenti “figure” - miti, racconti, immagini - che non cessano di segnalarne la natura ambivalente, il non poter essere unione senza separazione, appropriazione senza perdita, appagamento senza insoddisfazione, vita senza morte. Così per il centauro, che in quanto ancestrale rimosso animale è matrice della natura scissa dell’identità maschile, come mostrerà Luigi Zoja, o per il Don Giovanni, incarnazione del negativo secondo la lettura filosofica di Umberto Curi. La sezione “figure dell’amore” chiama in causa il pensiero e l’immagine, tra sacro e profano, repertorio iconografico ricostruito da Philippe Daverio.

La philo-sophia - Come intendere ancora il tratto erotico che la connota fin dalle origini? L’interrogazione attraverserà l’intero programma, condensandosi specificamente in nuove riflessioni rivolte a comprendere che tipo di amore essa sia e per quale tipo di sapere (come farà Massimo Cacciari), nonché a discutere la relazione specifica tra sfera sessuale e filosofia (come nell’intervento di Anne Dufourmantelle). L’amore pensato e quello vissuto da parte dei filosofi di professione sarà tema della lezione di Manuel Cruz.

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