Modena Emozioni acustiche, musica dal vivo con Luigi Catuogno e Francesco Benozzo, rispettivamente martedì 30 luglio e giovedì 1 agosto, alle ore 21. I concerti sono organizzati nell’ambito della mostra “Live in Modena” nella Chiesa di San Carlo - nata dal libro “Live in Modena. 40 anni di concerti nella città del rock”, Edizioni Artestampa, di Roberto Franchini, Roberto Menabue e Stefano Piccagliani, e realizzata da Filippo Partesotti, Fausto Ferri e Giorgio Tavernari.
Il primo appuntamento in programma, martedì 30 luglio, vedrà protagonista Luigi Catuogno, che presenterà il suo progetto Dylan Suite The Neverending Strings. Un concerto di brani di Bob Dylan per sola chitarra classica, una rivisitazione di brani di Bob Dylan. “Dylan Suite rappresenta il mio universo musicale. Non solo un omaggio al grande cantautore americano, insignito recentemente persino del premio Nobel per la Letteratura, ma un viaggio negli stili, ritmi e modi, che ho accolto nella mia vita. Valzer messicano (to Ramona), chacarera argentina (Sara), tarantella (Just Like a woman) Kletzmer (Man gave the name to all the animals) e tanti altri stili del chitarrismo popolare legati assieme dal filo melodico di Bob Dylan. Mancheranno i suoi preziosi testi ma cercherò di raccontarvi quelle storie col solo aiuto della musica e del mio amore per questo immenso artista” - racconta Luigi Catuogno. Le canzoni di Bob Dylan, reinterpretate dall’artista, sono quattordici, tra rock, flamenco, musica creola, klezmer, napoletana, e sono eseguite dalla chitarra classica dallo stesso Catuogno, che traduce da anni questo amore (per Dylan) in musica nuova, personale, eppure dylaniana.
Giovedì 1 agosto, a David Bowie sarà invece dedicato il concerto rivisitazione per voce e arpa a cura di Francesco Benozzo. È un progetto legato alla pubblicazione del libro David Bowie: l’arborescenza della bellezza molteplice (Pordenone, Universalia Editore), che contiene anche un CD nel quale il poeta e cantautore modenese reinterpreta all’arpa celtica 12 brani del Duca Bianco, da Space Oddity a Lazarus, senza dimenticare Starman, Heroes, Jean Genie, The Man Who Sold The World e Moonage Daydream. Questo concerto, che ha portato Benozzo in diversi luoghi italiani (tra cui Bologna, dove si è esibito al Museo Archeologico a due anni dalla scomparsa di Bowie, Genova, Ferrara, Bergamo, al Club Tenco durante i giorni del Festival di Sanremo 2018) e stranieri (Canada, Spagna, Portogallo, Danimarca), rappresenta un dialogo tra due artisti e due forme d’arte apparentemente distanti e privi di contatti.
Nel libro, che precede il progetto musicale, Benozzo va in cerca degli aspetti meno appariscenti della carriera di Bowie, per rivelarne un’essenza inedita. “Credo che l’ossessione di David Bowie, nelle sue molteplici sfaccettature e nelle sue incredibili capacità poetiche di inventare e creare mondi, sia stata la ricerca della bellezza. Ai miei occhi egli è stato un devoto dell’arte e della musica intesa come bellezza e molteplicità, un ultimo cavaliere errante dell’Utopia, proprio nel momento in cui la letteratura e l’arte viravano verso la resa postmoderna alla distopia, cioè all’anti-utopia, che è diventata oggi addirittura di moda” conclude il noto professore di Filologia Romanza all’Università di Bologna, considerato uno dei più originali interpreti contemporanei dell’arpa celtica.
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