"Ascolto il tuo cuore, città": tocca a Michele Smargiassi
Quarto appuntamento con il ciclo di incontri "Ascolto il tuo cuore, città" a cura di Claudia Baracchi, docente di Filosofia Morale presso l'Università di Milano-Bicocca. Il ciclo di incontri, che si snoderà fino al 29 maggio, si pone in continuità con il nuovo progetto di teatro partecipato di ERT "Un bel dì saremo" e si avvale della collaborazione della Scuola di Teatro Iolanda Gazzerro -laboratorio permanente per l'attore: gli allievi del corso Fondamenti di pratiche attoriali, approvato dalla Regione Emilia-Romagna e cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo, accompagneranno gli incontri con letture a tema.
Sarà Michele Smargiassi, giornalista de la Repubblica, a condurre il quarto incontro martedì 2 maggio: alle 21.00 "La città involontaria: La vita della strada contro l'urbanistica. Testi e immagini". «L'urbanistica - afferma Smargiassi - ha fatto una promessa all'uomo urbanizzato: renderò migliore la tua vita. Ma non l'ha mantenuta, perché ne aveva fatta segretamente un'altra al potere: renderò la vita dell'uomo urbanizzato utile ai tuoi scopi. La vita della strada, però, ha segretamente fatto resistenza a questo asservimento dell'uomo all'ambiente costruito. In quattro quadri, quattro epoche e quattro città (Parigi, Berlino, New York, Las Vegas), attraverso le voci di grandi scrittori e le immagini di grandi fotografi, con l'aiuto di musiche e voci d'attore, racconterò la silenziosa, quasi sempre perdente ma comunque viva e fantasiosa lotta della strada contro l'urbanistica». Gli incontri, a ingresso libero, si terranno tutti presso il complesso San Paolo, sede della Scuola di Teatro Iolanda Gazzerro in via Selmi 69 a Modena, aperta per l'occasione alla città: qui si incroceranno le prospettive di diverse discipline umanistiche e scienze sociali, con lezioni e letture in cui gli studiosi saranno affiancati dagli attori-allievi della Scuola. Un invito a indagare le forme delle convivenza umana e non solo, alla scoperta del perché nasce una città, cosa la lascia morire ma soprattutto perché non possiamo pensarci senza la città.