“E i cartellini più strani e fantastici vi sono apposti”, un secolo di allestimenti della Galleria Estense
La Galleria Estense di Modena, riapre il 29 maggio 2015, nel giorno del terzo anniversario della chiusura, provocata dal sisma del 2012. “Per festeggiare l’occasione, la Caffetteria del Palazzo dei Musei, completamente rinnovata sia negli spazi che nella gestione, celebra l'evento proponendo un percorso in mostra, attraverso le fotografie degli allestimenti storici della Galleria Estense”.
A parlare è Tomas Fiorini, storico dell’arte, curatore della mostra e profondo conoscitore delle opere contenute all’interno del Palazzo. “Partiamo”, continua il dott. Fiorini, “dalla sua riorganizzazione, nel 1894, anno in cui, la Galleria Estense, venne trasferita nei locali del Palazzo dei Musei. Il nuovo allestimento, definito da Adolfo Venturi e portato a termine da Giulio Cantalamessa, prevedeva un radicale mutamento rispetto al progetto espositivo precedente, attento più alle necessità di arredamento delle sale che alla coerenza del percorso storico”. “Venturi”, ci racconta il curatore del progetto, “studiò un allestimento museale per cronologia, nuovo e contemporaneo, che partendo dalla scuola ferrarese del XV secolo, divenne un modello per molte Gallerie nazionali del tempo”. “Affiancando alle opere pittoriche prodotti di artigianato artistico, superò la tradizionale gerarchia tra generi artistici, per documentare lo sviluppo progressivo delle arti e delle tecniche, in perfetta sintonia con la cultura industriale e lo sviluppo dei musei civici”.
“Questo allestimento”, di cui purtropo non resta alcuna documentazione fotografica, “si trasformò” continua Fiorini, “ inevitabilmente e radicalmente negli anni successivi”. “Sensibile ai mutamenti culturali a cavallo del dopoguerra, è il percorso proposto da Roberto Salvini, nel contesto storico della scarnificazione dei musei; si giunge quindi agli anni Settanta, con l'intervento dell'architetto Leone Pancaldi, che, legato a una concezione profondamente rivoluzionaria, cercherà nell'arte, un nuovo modello sociale di partecipazione pubblica”. “Presentazione sobria, ma con uno sguardo ai particolari, attenzione per i materiali e rifiuto dell'industrial design in nome di una qualità artigianale degli allestimenti, rappresentano, senz’altro, un adeguamento alla situazione culturale del periodo. Oggi la Galleria, sulla base del percorso Pancaldi, recupera le tinte neutre e assicura una buona leggibilità alle opere”.